Ho conosciuto Gesuino qualche tempo fa, quando senza grandi
clamori e strillate autocelebrative ci sedemmo a un tavolo per decidere che
cosa si potesse fare, insieme, per salvare questa nostra terra benedetta. Era
un uomo molto determinato, e lo percepivi nonostante lui non facesse niente per
darlo a vedere.
Era un uomo dissacrante, profondamente dissacrante, e questa
era una delle caratteristiche che saltavano subito agli occhi di chi si
rapportava con lui. Non riconosceva dogmi, e se aveva da mettere in discussione
l'indiscutibile lo faceva senza grandi giri di parole, a muso duro e dritto
all'obiettivo.
Non riconosceva divinità intoccabili e, se aveva da dirtene
quattro, te le diceva senza falsi complimenti e
senza mezzi termini. Faceva cadere dal piedistallo tutto e tutti. Quando capitò
qualche volta di essere seduti fianco a fianco in qualche convegno c'era da
divertirsi, perchè se l'oratore si lodava con qualche smargiassata
autocelebrativa lui, col suo fare irriverente lo riportava subito alla sua
povera natura terrena.
Aveva una critica tagliente, una cultura sconfinata, una
natura materialista e l'abitudine di scherzare su tutto e tutti. Diverse volte
capitava di sentirlo sbeffeggiare anche il male che lentamente lo divorava,
senza reverenza nè sottomissione neanche davanti al supremo nemico.
Era duro e spietato con quelli che si credevano furbi, e con
la sua grande esperienza e abilità politica gli dimostrava che le volpi più
grosse sono quelle che finiscono per prime in pellicceria. Era invece paziente
con i giovani, aveva un fare comprensivo e se criticava non era mai per
distruggere. Criticava costruttivamente cercando di riportare le opinioni su
questo mondo, e le ricostruiva nella loro pratica realizzabilità pur dettate
dagli ideali.
Forse perchè lui lo conosceva questo mondo, e per questo lo
detestava e lo sfotteva per come è pieno di ipocrisie e orizzonti ben poco
idealistici. Ma io ho avuto la netta impressione che lui fosse in realtà sempre
animato da grandi ideali e sempre guidato dalla speranza di un mondo migliore.
E' così che mi piace ricordarlo.
E' così che mi piace salutarlo.
Di Pier Franco Devias
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