Il 10 Agosto 2018 è
stata inaugurata la Mostra esposizione che Nurnet ha organizzato sulla CIviltà
sarda, presso i locali della stazione Marittima di Cagliari. Abbiamo
incontrato Giorgio Valdes (vicepresidente Nurnet) e tanti altri amici fra
cui, Lello Corti, Chiara Vigo, Andrea Loddo, Giuseppe Cabras,
Antonio Palumbo. Nel corso della giornata sono intervenuti diversi organi di
stampa fra cui RAI Tre che ha intervistato Giorgio Valdes e Andrea Loddo.
La manifestazione si protrarrà fino al 30 dicembre, salvo eventuali
proroghe, in considerazione del successo che ci si augura possa avere.
Il motivo è semplice. Per la prima volta la civiltà sarda
viene comunicata in modo essenziale, semplice e diretto, facendo parlare le
immagini i pannelli e i manufatti che con le loro forme e colori comunicano più
di ogni altra parola e, soprattutto, più che i titoli delle persone che
presentano. Certo non mancano i pannelli didascalici in italiano e inglese e le
più essenziali informazioni ma questi sono solo di completamento. Ciò che
colpisce il visitatore è come è stata allestita e curata l’esposizione.
La regia è un invisibile filo identitario, come un “filo di
Arianna” che si sviluppa nei secoli, all’interno della struttura
espositiva, senza soluzione di continuità; identità che oggi, più che
mai, si avverte la necessità di ritrovare. La mostra, dunque, rappresenta un
primo esempio di come proporre e promuovere la nostra cultura, senza fare uso
di possibili cataclismi o di verità assolute del saccente studioso. Essa
costituisce un momento di analisi e un motivo di riflessione e di (re)
interpretazione sulle grandi testimonianze e sulla cultura lasciateci dagli
antichi popoli della Sardegna.
Una mostra che, più che mostrare verità, esalta il senso
critico ponendo sani e legittimi dubbi che danno vita a domande e proposte. Inoltre
si deve segnalare che questa lodevole iniziativa non beneficia di alcuna
contribuzione pubblica e in un ambito turistico e culturale regionale,
dentro il quale solitamente non si nuove foglia se non c’è denaro pubblico che
voglia, ciò appare decisamente lodevole.
Di
Roberto Copparoni
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