sabato 20 ottobre 2018

Rassegna stampa 20 Ottobre 2018


Forza Italia va a pezzi Berlusconi: basta divisioni Il Cavaliere conferma la fiducia a Cappellacci: «Ora lavoriamo per vincere». Il messaggio agli azzurri prima della direzione a Oristano snobbata dai dissidenti, di Umberto Aime

ORISTANO

Silvio Berlusconi non smette mai di stupire. Con Forza Italia ad appena un metro dal precipizio, è sceso in campo e potrebbe averla salvata. Con tempismo perfetto, è stato lui a inviare da Roma un comunicato in cui eccolo predicare, imporre, la pace fra chi sta con Cappellacci, il coordinatore regionale, e quelli che sono contro Cappellacci.

Il messaggio. Al litigioso popolo degli azzurri, il Cavaliere ha inviato una mail, negli stessi minuti in cui, nella saletta di un albergo, cominciava la direzione del partito, convocata da Cappellacci, e soprattutto un attimo prima che i dissidenti, assenti a Oristano, annunciassero invece una loro contro-manifestazione a Cagliari. E lui, alle due fazioni, ha detto perentorio: smettetela di fare scenate.

Il comunicato. «Prendo atto - ha scritto di suo pugno - che in Sardegna esistono diverse vedute, però non dovrebbero essere manifestate all'esterno ma essere oggetto solo di un dibattito democratico negli organismi del partito». Per aggiungere subito dopo: «Ho chiesto quindi al coordinatore Cappellacci (confermandogli così la fiducia) di organizzare al più presto le necessarie riunioni in cui, con la partecipazione di tutti, potranno essere superate le eventuali divergenze, per concentrarsi subito sulle idee e sui progetti da presentare al popolo sardo. Per poi procedere quindi uniti, verso il comune obiettivo: restituire alla Sardegna una guida e una squadra forte, coesa e capace di riaccendere le speranze».

Per concludere la mail prima con un paterno «auguro a tutti di buon lavoro» e poi «sono certo che grazie allo spirito di dialogo che sempre ha caratterizzato Forza Italia, il partito saprà presentarsi unito e con una forte carica ideale alle elezioni regionali». Dunque, per Berlusconi i panni sporchi dovranno essere centrifugati e smacchiati in casa.

La direzione. Alla convocazione di Oristano ha risposto solo chi la recente lettera anti-Cappellacci, inviata a Berlusconi, non l'aveva firmata. Quindi, il sindaco di Olbia Settimo Nizzi, i consiglieri regionali Oscar Cherchi, Giuseppe Fasolino, Alberto Randazzo, Edoardo Tocco, Stefano Tunis, oltre al vicecoordinatore Ivan Piras. Assente giustificato il senatore Emilio Floris. Per quasi tre ore, i sette hanno parlato fitto e cercato una via d'uscita all'evidente ed esplosiva crisi interna. Certo, rispetto agli avversari, hanno giocato una partita più facile, grazie al «tempestivo - dirà Cappellacci - comunicato del presidente».

La certezza. È stato Settimo Nizzi, in versione grande saggio, fra i primi a dire: «La prossima settimana convochiamo il Comitato regionale e lì, come ci chiede Berlusconi, semmai scontriamoci, ma ritroviamo l'unità». Non l'ha detto, ma s'è capito: sarà lui l'ufficiale di collegamento fra le due barricate. È un incarico delicato e di sicuro gli è stato affidato dal Cavaliere.

L'armistizio offerto. Dopo la riunione, Cappellacci ha detto: «Prima il Comitato, poi gli Stati generali, la strada deve essere per forza questa. Così ci ha suggerito Berlusconi e noi tutti, compresa quella che oggi si fa chiamare minoranza, dobbiamo ascoltarlo». Per poi insistere: «È la lettera del presidente che deve farci riflettere e riportarci al buon senso. Basta divisioni, Forza Italia ritorni a essere la casa di tutti».

Fino all'appello lanciato ai ribelli: «Non vogliamo perdere nessuno e dunque mi auguro che, al prossimo Comitato, partecipino anche loro». E la contro-riunione convocata dagli avversari? «Se saremo bravi e intelligenti, potrebbe essere invece proprio quell'evento a sancire la pace». Semmai con la benedizione in diretta del Cavaliere. Intanto, il Tavolo del centrodestra è stato riconvocato il 29 ottobre nel Nord Sardegna. Dove? In un Comune ancora segreto, ma dovrebbe essere Castelsardo.


Unione Sarda

LE TRATTATIVE.
Cani non chiude al Pds: «Progetto interessante»
Ma al leader del Pd sardo restano i dubbi sulle primarie

Il centrosinistra sposa la linea dell'attesa, un po' perché con
l'uscita di scena di Puddu i giochi sono riaperti e un po' perché la
base che dovrebbe sostenere Massimo Zedda nella corsa a Villa Devoto
non è ancora solida. I sindaci sono tanto, ma non tutto e quindi le
trattative con i partiti sono aperte. Si ragiona anche sul metodo di
incoronazione, probabilmente le primarie che, al momento, non
combaciano con quelle nazionali sarde lanciate dal segretario del
Partito dei sardi, Paolo Maninchedda.

Ci sono ancora dubbi politici,
perché nonostante il concetto di Sardegna come nazione sia contenuto
in una sorta di referendum, non fa parte del Dna di alcuni partiti del
centrosinistra.

Il segretario regionale del Pd, Emanuele Cani, ha ammesso che «il
progetto è interessante e vale la pena prenderlo in considerazione»,
ma per ora nessun passo avanti. Il presidente di Campo progressista,
Luciano Uras, prende tempo e dice: «Guardiamo con interesse a tutto
ciò che avviene attorno a noi e questo merita una riflessione
approfondita». Il segretario del Partito socialista, Gianfranco Lecca,
richiama all'unità delle forze del centrosinistra: «Devono trovare le
ragioni per essere un'unica coalizione».

Per l'esponente socialista è
necessario «il senso di responsabilità che superi i personalismi e i
tatticismi di corrente». (m. s.)

FI divisa, Berlusconi prova a mettere pace Ma il solco s'allarga
Cappellacci convoca la direzione a Oristano La minoranza: convention a
metà novembre

Le parole del Cavaliere arrivano quando sembra che tutto vada a
rotoli. «In Sardegna ci attende una sfida importante, che deve vedere
Forza Italia unita e determinata. Prendo atto che esistono diverse
vedute, che non dovrebbero essere manifestate all'esterno ma
dovrebbero prima essere oggetto di un dibattito proficuo e
democratico, all'interno degli organi statutari del partito».
Partito spaccato

Il messaggio di unità capita a fagiolo: a Oristano è in corso una
direzione regionale convocata dal coordinatore Ugo Cappellacci ma
disertata dai sei che lunedì hanno chiesto proprio a Silvio Berlusconi
una nuova guida per Fi Sardegna al posto di quella attuale che «sta
letteralmente svendendo la storia e il percorso del partito a scapito
di tutti». Sono gli stessi che, quasi in contemporanea con il
comunicato del presidente, ne fanno partire uno dove annunciano un
grande raduno di Forza Italia in programma per sabato 17 novembre alle
10.30 negli spazi della Fiera di Cagliari.

«Dobbiamo riaffermare il
nostro ruolo guida all'interno del centrodestra», scrivono nella nota
l'europarlamentare Salvatore Cicu, il deputato Pietro Pittalis, la
capogruppo in Consiglio regionale, Alessandra Zedda, e gli altri tre
consiglieri Antonello Peru, Marco Tedde e Stefano Coinu.

La direzione. A Oristano, intanto, c'è il resto del gruppo: Stefano Tunis, Oscar
Cherchi, Giuseppe Fasolino, Edoardo Tocco, Alberto Randazzo, e poi il
sindaco di Olbia Settimo Nizzi e il vice coordinatore di FI, Ivan
Piras. E la posizione di Cappellacci si rafforza. «Accettiamo l'invito
del presidente Berlusconi all'unità e andiamo in quella direzione -
dice dopo la direzione - Forza Italia deve ritornare ad essere la casa
di tutti, un partito dove ci si confronta e magari ci si scontra, ma
dove poi si arriva a una sintesi».

Nel suo comunicato il Cavaliere
dice anche un'altra cosa: «Ho chiesto al coordinatore Cappellacci di
programmare al più presto le necessarie riunioni degli organi
statutari nelle quali, con la partecipazione di tutti, si potranno
superare le eventuali divergenze, per concentrarsi sulle idee e sui
progetti verso il comune obiettivo: restituire alla Sardegna una guida
e una squadra forte, capace di riaccendere le speranze».

L'ex governatore è pronto: «Già dalla settimana prossima riuniremo il
comitato regionale di Fi che dovrà stabilire la linea politica e le
azioni da assumere in vista delle regionali, l'animazione
territoriale, i criteri per la composizione delle liste, sempre in
nome dell'unità e della coesione». E per finire apre anche ai
“ribelli”: «Vorremmo riportare dentro tutti, non vogliamo perdere
nessun valore».

Ma ciò che i sei mettono nero su bianco non fa ben sperare: «Bisogna
uscire dal concetto vuoto e sterile che tutto, le sorti della nostra
Sardegna, si possa decidere in solitudine dentro una stanza ristretta
a pochi perché Forza Italia è, nel dna, un movimento che parte dal
basso».

Candidato a novembre
Intanto la Lega - che ha un'opzione sul candidato governatore (il
segretario Psd'Az Christian Solinas è in pole, ma sarà Matteo Salvini
a comunicare il nome quando verrà in Sardegna entro il 15 novembre) -
guarda al voto senza distrazioni. Ieri sera c'era il vertice regionale
del Carroccio a Nuoro. La prossima riunione dello schieramento: sarà
il 29 ottobre.
Roberto Murgia

LA MAGISTRATA. Ines Pisano ha incontrato i suoi sostenitori a Sassari
«Ho avuto tanto, ora sono pronta a candidarmi»

È arrivata a Sassari «in veste di cittadina che ama la Sardegna, che
ci crede e che è pronta a impegnarsi a fondo in prima persona per la
sua Isola». Ad accogliere Ines Pisano, magistrata di Bosa che punta a
candidarsi alla presidenza della Regione, nel centro “Il vialetto”
c'era una sala strapiena.

Sostenitori, curiosi, tanta società civile, esponenti del centro
destra non tutti organici. «Sono emozionata - ha affermato - ma
pronta. Anzi prontissima, se la mia gente lo vorrà. Dopo vent'anni in
cui ho avuto tanto, per merito mio e della mia terra, è venuto il
momento che io dia agli altri». La serata faceva parte di un ciclo di
incontri intitolato “Sette calci alla crisi”, organizzato
dall'associazione Crst.

Ines Pisano ha intervistato la presidente
Selene Desole, «giovane e donna in una associazione di cui fanno parte
molti giovani». Previste sette serate a tema, nella prima si parlato
di trasporti, «scelta non casuale, perché solo attraverso i trasporti
potremo avere un rilancio dell'economia. Io li metto allo stesso
livello della zona franca. Basta, abbiamo aspettato anche troppo».
Tra il pubblico, il vicepresidente del Consiglio Regionale Antonello
Peru, il consigliere comunale sassarese Gian Carlo Carta e poi
rappresentanti di Confcommercio, Camera di Commercio. (fr. fe.)

Il difficile piano “B”
M5S, ricomincia la corsa: per ora nessuno dietro Puddu

Un'uscita di scena improvvisa e un futuro tutto da costruire. Per il
Movimento 5 Stelle l'addio di Mario Puddu è una batosta. Il candidato
naturale dei pentastellati passa la mano e la corsa alle regionali ora
è in salita. Serve un nome forte come quello dell'ex sindaco di
Assemini, considerato un leader in Sardegna e il candidato naturale
per Villa Devoto.

I portavoce puntano sul programma, ma le regionali
prevedono l'elezione diretta del presidente e avere un nome forte è un
vantaggio sul quale adesso i pentastellati non possono contare.
L'agenda è ancora vuota e la scelta di trovare un sostituto attraverso
le regionarie chiude la porta a numerose ipotesi, a causa delle regole
stringenti.

Ancora in corsa
Puddu rompe il silenzio e lo fa dalla sua pagina Facebook: «Ho e sento
la mia terra scorrere nel mio sangue e desideravo fare qualcosa per
lei. Così dicevo e così farò in un modo o nell'altro». L'ex sindaco,
poi, ringrazia per i numerosi attestati di stima e affetto: «Non
potete capire quanta forza e conforto mi stanno dando».
La tegola improvvisa

Trasformare l'uscita di scena di Mario Puddu in una dote è il primo
passo del Movimento per attutire il colpo. Non esiste un piano “B” a
un epilogo forse inaspettato, tanto che le regionarie sono state fatte
a fine luglio, con larghissimo anticipo rispetto all'avvio della
campagna elettorale.

Puddu era il candidato naturale dei
pentastellati, forte dell'investitura di Luigi Di Maio che lo ha
scelto per guidare la campagna elettorale sarda. La vittoria alle
politiche e la riconferma dei Cinque stelle ad Assemini hanno
rappresentato la rampa di lancio perfetta. «Perdiamo un candidato
forte», ammette il deputato, Alberto Manca, «la sua scelta, però,
conferma la nostra linea di onestà e trasparenza».

Le regole non si toccano
Alle elezioni regionali il candidato presidente fa la differenza.
Spesso ottiene più voti delle liste e ha il compito di incarnare un
progetto. Chi avrà questo compito alle prossime regionali nel
Movimento 5 Stelle non si sa, perché sarà la rete a deciderlo con una
consultazione tra gli attivisti. Nessun cedimento da parte dei
portavoce, nemmeno lontanamente accarezzati dall'idea di scegliere un
“big” facendo un'eccezione.

«Le scelte le faremo attraverso i nostri
canali democratici», spiega la deputata Emanuela Corda, «saremo
assolutamente rispettosi delle regole e chi ricopre una carica
elettiva non si potrà candidare». Anche davanti al rischio di mettere
in campo persone magari capaci ma poco note all'elettorato, i Cinque
stelle non fanno passi indietro. «Le regole sono stringenti - continua
la deputata - ma le rispettiamo. Prima vengono le idee e poi le
persone».

Il progetto vincente
I portavoce contano sulla forza del progetto e del programma da
presentare agli elettori. Le regole impongono che chiunque abbia un
ruolo elettivo non possa interrompere il suo mandato. Non lo possono
fare i consiglieri comunali e nemmeno i parlamentari: «Non sarebbe
corretto», sottolinea Alberto Manca, «ci vuole rispetto per il mandato
dei cittadini».

Nemmeno una situazione d'emergenza fa ipotizzare una
soluzione alternativa al decalogo delle regionarie. Manca, però, non
parla di «restrizione, perché non si deve pensare al parlamentare o
consigliere regionale come un ruolo a vita».
Futuro da riscrivere

La capogruppo dell'M5S al Comune di Cagliari, Maria Antonietta
Martinez, apprezza la scelta di Puddu e spera che «il candidato abbia
le sue stesse capacità». Nessun dubbio, però, sul fatto che sia
«giusto evitare la rincorsa all'opportunità personale». Il senatore,
Emiliano Fenu, giustifica la mancanza di un piano alternativo perché
«ci sono delle regole che noi seguiamo con serenità e che ci danno
anche la certezza».

Matteo Sau

LA Nuova

Il giudice Pisano: il mio programma per l'isola
A Sassari prima uscita pubblica per il magistrato: «Io candidata? A
disposizione di tutti i partiti»

SASSARI
Debutto a Sassari per Ines Pisano, il magistrato del Tar del Lazio
che, secondo voci che si rincorrono da settimane, sarebbe in corsa per
la poltrona di governatore della Sardegna, in quota Lega. Nata a Bosa,
legatissima alla Sardegna, il giudice si è presentata per la prima
volta in pubblico. Affollatissima la sala congressi del Vialetto che
ha ospitato la sua "discesa in campo". Ad applaudirla esponenti del
mondo accademico, imprenditori e politici.

Compreso Antonello Peru, il
vicepresidente del Consiglio regionale, che ieri ha disertato la
direzione di Forza Italia a Oristano convocata da Ugo Cappellacci, per
conoscere il magistrato. Ines Pisano ha presentato il suo programma
dal titolo eloquente, "7 calci per costruire la nuova Sardegna",
elaborato insieme all'associazione culturale Centro regionale studi
sul turismo. Ieri si è discusso di trasporti, nei prossimi incontri in
giro per l'isola si parlerà di zona franca, di istruzione, di
agricoltura, di tutela per i più deboli.

«Non è possibile che per fare
i biglietti dei traghetti dobbiamo fare un mutuo - ha detto il giudice
- Se si vuole fare turismo bisogna risolvere il nodo dei trasporti. Se
i turisti non riescono ad arrivare in Sardegna, è inutile parlare di
politiche per il turismo». Accanto a lei il presidente di
Federalberghi Paolo Manca convinto che «la Sardegna può diventare
autosufficiente grazie al turismo». Bisogna impegnarsi, però. «Ci
vogliono i collegamenti, innanzitutto. Se faccio fatica ad arrivare in
un posto, allora faccio altre scelte.

Ecco perché il tema dei
trasporti è così importante, ed ecco perché è molto grave la decisione
di Ryanair di abbandonare la base di Alghero». «Bisogna cercare in
tutti modi di fermare la fuga di Ryanair», ha fatto eco Ines Pisano,
tra gli applausi.Il magistrato, 48 anni, in magistratura da 20, sembra
avere le idee chiare sul futuro della Sardegna. «Bisogna fermare lo
spopolamento, puntare su turismo e agricoltura, migliorare il sistema
dell'istruzione che, in Sardegna, è in condizioni critiche».

Un sogno?
«Certo. Sogno una Sardegna che torni ad essere la terra di tutti i
suoi figli, non solo di una ristretta elite di privilegiati. Per
realizzare questo sogno metto la mia professionalità a disposizione di
tutti i partiti». E se nessuno decidesse di sostenere la sua
candidatura a governatore della Regione? «Se sono pronta a correre
anche da sola, magari con l'appoggio di liste civiche? Perché no».
(g.z.)


Ma i ribelli convocano il partito
Convention a Cagliari il 17 novembre: ci saremo tutti, stop alle
decisioni di pochi

ORISTANO
Assenti sì, muti mai. Come avevano annunciato, i sei dissidenti di
Forza Italia, gli anti-Cappellacci, hanno disertato la direzione
convocata dal coordinatore regionale che contestano. Però alle 15.40,
sette minuti dopo l'avvio dell'altrui conclave, hanno lanciato il loro
contro-evento: gli stati generali, sabato 17 novembre, alla Fiera di
Cagliari.Il comunicato. Salvatore Cicu, Pietro Pittalis, Alessandra
Zedda, Antonello Peru, Marco Tedde e Stefano Coinu, i dissidenti,
hanno scritto in una mail: «Quel giorno riuniremo tutto il partito», e
proprio quel tutto è il guanto di sfida lanciato verso chi era riunito
a Oristano.

Chissà però se i sei sapevano (pare di no) del comunicato
del Cavaliere, spedito appena pochi minuti prima da Roma, con cui nei
fatti è stata confermata la fiducia a Cappellacci. Può averli
spiazzati, ma sono andati comunque dritti come un treno. La
convention. Secondo loro, a Cagliari, quel giorno, finirà
l'individualismo di Cagliari, perché - hanno scritto - «apriremo un
confronto con il territorio e con le voci della comunità, per ribadire
il radicamento che ha sempre contraddistinto Forza Italia in Sardegna.

Partito che anche oggi, deve risvegliare e mettere in prima linea la
partecipazione della nostra gente a un progetto politico nuovo,
alternativo al fallimento e ai danni prodotti dal centrosinistra».
Alla Fiera «saranno presenti sindaci e consiglieri comunali» e
soprattutto «ci sarà il popolo di Forza Italia». Anche questa è una
sfida, perché dall'altra, sempre secondo loro, c'è «invece un
coordinatore da solo e isolato».

L'attacco. Confermate le accuse, i
ribelli hanno scritto: «Oggi invece è indispensabile che tutti si
sentano coinvolti e protagonisti», per permettere «al partito di
riaffermare quel ruolo guida che ha sempre avuto nel centrodestra». È
arrivato quindi «il momento di uscire dal pensiero vuoto e sterile che
le sorti dell'Isola possano essere decise in una stanza ristretta a
pochi». Il programma.

Infine i sei hanno lanciato una strategia
elettorale: «La Sardegna, i sardi, chiedono risposte concrete. Lo
chiedono nei trasporti, nello sviluppo. Lo chiedono nel lavoro,
priorità assoluta per i giovani». Fino ad arrivare a questa
conclusione: «Per questo dobbiamo richiamare tutto il partito a una
sfida comune, riaffermando quel ruolo guida che ci spetta». (ua)

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Federico Marini
skype: federico1970ca


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