Forza
Italia va a pezzi Berlusconi: basta divisioni Il Cavaliere conferma la fiducia
a Cappellacci: «Ora lavoriamo per vincere». Il messaggio agli azzurri prima
della direzione a Oristano snobbata dai dissidenti, di Umberto Aime
ORISTANO
Silvio Berlusconi non smette mai di
stupire. Con Forza Italia ad appena un metro dal precipizio, è sceso in campo e
potrebbe averla salvata. Con tempismo perfetto, è stato lui a inviare da Roma
un comunicato in cui eccolo predicare, imporre, la pace fra chi sta con Cappellacci,
il coordinatore regionale, e quelli che sono contro Cappellacci.
Il messaggio. Al litigioso popolo
degli azzurri, il Cavaliere ha inviato una mail, negli stessi minuti in cui,
nella saletta di un albergo, cominciava la direzione del partito, convocata da
Cappellacci, e soprattutto un attimo prima che i dissidenti, assenti a
Oristano, annunciassero invece una loro contro-manifestazione a Cagliari. E
lui, alle due fazioni, ha detto perentorio: smettetela di fare scenate.
Il comunicato. «Prendo atto - ha
scritto di suo pugno - che in Sardegna esistono diverse vedute, però non
dovrebbero essere manifestate all'esterno ma essere oggetto solo di un
dibattito democratico negli organismi del partito». Per aggiungere subito dopo:
«Ho chiesto quindi al coordinatore Cappellacci (confermandogli così la fiducia)
di organizzare al più presto le necessarie riunioni in cui, con la
partecipazione di tutti, potranno essere superate le eventuali divergenze, per
concentrarsi subito sulle idee e sui progetti da presentare al
popolo sardo. Per poi procedere quindi uniti, verso il comune obiettivo:
restituire alla Sardegna una guida e una squadra forte, coesa e capace di
riaccendere le speranze».
Per concludere la mail prima con un
paterno «auguro a tutti di buon lavoro» e poi «sono certo che grazie allo
spirito di dialogo che sempre ha caratterizzato Forza Italia, il partito saprà
presentarsi unito e con una forte carica ideale alle elezioni regionali».
Dunque, per Berlusconi i panni sporchi dovranno essere centrifugati e smacchiati
in casa.
La direzione. Alla convocazione di
Oristano ha risposto solo chi la recente lettera anti-Cappellacci, inviata a
Berlusconi, non l'aveva firmata. Quindi, il sindaco di Olbia Settimo Nizzi, i
consiglieri regionali Oscar Cherchi, Giuseppe Fasolino, Alberto Randazzo,
Edoardo Tocco, Stefano Tunis, oltre al vicecoordinatore Ivan Piras. Assente
giustificato il senatore Emilio Floris. Per quasi tre ore, i sette hanno parlato
fitto e cercato una via d'uscita all'evidente ed esplosiva crisi interna.
Certo, rispetto agli avversari, hanno giocato una partita più facile, grazie al
«tempestivo - dirà Cappellacci - comunicato del presidente».
La certezza. È stato Settimo Nizzi,
in versione grande saggio, fra i primi a dire: «La prossima settimana
convochiamo il Comitato regionale e lì, come ci chiede Berlusconi, semmai
scontriamoci, ma ritroviamo l'unità». Non l'ha detto, ma s'è capito: sarà lui
l'ufficiale di collegamento fra le due barricate. È un incarico delicato e di
sicuro gli è stato affidato dal Cavaliere.
L'armistizio offerto. Dopo la riunione,
Cappellacci ha detto: «Prima il Comitato, poi gli Stati generali, la strada
deve essere per forza questa. Così ci ha suggerito Berlusconi e noi tutti,
compresa quella che oggi si fa chiamare minoranza, dobbiamo ascoltarlo». Per
poi insistere: «È la lettera del presidente che deve farci riflettere e
riportarci al buon senso. Basta divisioni, Forza Italia ritorni a essere la
casa di tutti».
Fino all'appello lanciato ai
ribelli: «Non vogliamo perdere nessuno e dunque mi auguro che, al prossimo
Comitato, partecipino anche loro». E la contro-riunione convocata dagli
avversari? «Se saremo bravi e intelligenti, potrebbe essere invece proprio
quell'evento a sancire la pace». Semmai con la benedizione in diretta del
Cavaliere. Intanto, il Tavolo del centrodestra è stato riconvocato il 29
ottobre nel Nord Sardegna. Dove? In un Comune ancora segreto, ma dovrebbe
essere Castelsardo.
Unione
Sarda
LE
TRATTATIVE.
Cani non
chiude al Pds: «Progetto interessante»
Ma al
leader del Pd sardo restano i dubbi sulle primarie
Il centrosinistra sposa la linea
dell'attesa, un po' perché con
l'uscita di scena di Puddu i giochi
sono riaperti e un po' perché la
base che dovrebbe sostenere Massimo
Zedda nella corsa a Villa Devoto
non è ancora solida. I sindaci sono
tanto, ma non tutto e quindi le
trattative con i partiti sono
aperte. Si ragiona anche sul metodo di
incoronazione, probabilmente le
primarie che, al momento, non
combaciano con quelle nazionali
sarde lanciate dal segretario del
Partito dei sardi, Paolo
Maninchedda.
Ci sono ancora dubbi politici,
perché nonostante il concetto di
Sardegna come nazione sia contenuto
in una sorta di referendum, non fa
parte del Dna di alcuni partiti del
centrosinistra.
Il segretario regionale del Pd,
Emanuele Cani, ha ammesso che «il
progetto è interessante e vale la
pena prenderlo in considerazione»,
ma per ora nessun passo avanti. Il
presidente di Campo progressista,
Luciano Uras, prende tempo e dice:
«Guardiamo con interesse a tutto
ciò che avviene attorno a noi e
questo merita una riflessione
approfondita». Il segretario del
Partito socialista, Gianfranco Lecca,
richiama all'unità delle forze del
centrosinistra: «Devono trovare le
ragioni per essere un'unica
coalizione».
Per l'esponente socialista è
necessario «il senso di
responsabilità che superi i personalismi e i
tatticismi di corrente». (m. s.)
FI divisa,
Berlusconi prova a mettere pace Ma il solco s'allarga
Cappellacci
convoca la direzione a Oristano La minoranza: convention a
metà
novembre
Le parole del Cavaliere arrivano
quando sembra che tutto vada a
rotoli. «In Sardegna ci attende una
sfida importante, che deve vedere
Forza Italia unita e determinata.
Prendo atto che esistono diverse
vedute, che non dovrebbero essere
manifestate all'esterno ma
dovrebbero prima essere oggetto di
un dibattito proficuo e
democratico, all'interno degli
organi statutari del partito».
Partito spaccato
Il messaggio di unità capita a
fagiolo: a Oristano è in corso una
direzione regionale convocata dal
coordinatore Ugo Cappellacci ma
disertata dai sei che lunedì hanno
chiesto proprio a Silvio Berlusconi
una nuova guida per Fi Sardegna al
posto di quella attuale che «sta
letteralmente svendendo la storia e
il percorso del partito a scapito
di tutti». Sono gli stessi che,
quasi in contemporanea con il
comunicato del presidente, ne fanno
partire uno dove annunciano un
grande raduno di Forza Italia in
programma per sabato 17 novembre alle
10.30 negli spazi della Fiera di
Cagliari.
«Dobbiamo riaffermare il
nostro ruolo guida all'interno del
centrodestra», scrivono nella nota
l'europarlamentare Salvatore Cicu,
il deputato Pietro Pittalis, la
capogruppo in Consiglio regionale,
Alessandra Zedda, e gli altri tre
consiglieri Antonello Peru, Marco
Tedde e Stefano Coinu.
La direzione. A Oristano, intanto,
c'è il resto del gruppo: Stefano Tunis, Oscar
Cherchi, Giuseppe Fasolino, Edoardo
Tocco, Alberto Randazzo, e poi il
sindaco di Olbia Settimo Nizzi e il
vice coordinatore di FI, Ivan
Piras. E la posizione di Cappellacci
si rafforza. «Accettiamo l'invito
del presidente Berlusconi all'unità
e andiamo in quella direzione -
dice dopo la direzione - Forza
Italia deve ritornare ad essere la casa
di tutti, un partito dove ci si
confronta e magari ci si scontra, ma
dove poi si arriva a una sintesi».
Nel suo comunicato il Cavaliere
dice anche un'altra cosa: «Ho
chiesto al coordinatore Cappellacci di
programmare al più presto le
necessarie riunioni degli organi
statutari nelle quali, con la
partecipazione di tutti, si potranno
superare le eventuali divergenze,
per concentrarsi sulle idee e sui
progetti verso il comune obiettivo:
restituire alla Sardegna una guida
e una squadra forte, capace di
riaccendere le speranze».
L'ex governatore è pronto: «Già
dalla settimana prossima riuniremo il
comitato regionale di Fi che dovrà
stabilire la linea politica e le
azioni da assumere in vista delle
regionali, l'animazione
territoriale, i criteri per la
composizione delle liste, sempre in
nome dell'unità e della coesione». E
per finire apre anche ai
“ribelli”: «Vorremmo riportare
dentro tutti, non vogliamo perdere
nessun valore».
Ma ciò che i sei mettono nero su
bianco non fa ben sperare: «Bisogna
uscire dal concetto vuoto e sterile
che tutto, le sorti della nostra
Sardegna, si possa decidere in
solitudine dentro una stanza ristretta
a pochi perché Forza Italia è, nel
dna, un movimento che parte dal
basso».
Candidato a novembre
Intanto la Lega - che ha un'opzione
sul candidato governatore (il
segretario Psd'Az Christian Solinas
è in pole, ma sarà Matteo Salvini
a comunicare il nome quando verrà in
Sardegna entro il 15 novembre) -
guarda al voto senza distrazioni.
Ieri sera c'era il vertice regionale
del Carroccio a Nuoro. La prossima
riunione dello schieramento: sarà
il 29 ottobre.
Roberto Murgia
LA
MAGISTRATA. Ines Pisano ha incontrato i suoi sostenitori a Sassari
«Ho avuto
tanto, ora sono pronta a candidarmi»
È arrivata a Sassari «in veste di
cittadina che ama la Sardegna, che
ci crede e che è pronta a impegnarsi
a fondo in prima persona per la
sua Isola». Ad accogliere Ines
Pisano, magistrata di Bosa che punta a
candidarsi alla presidenza della
Regione, nel centro “Il vialetto”
c'era una sala strapiena.
Sostenitori, curiosi, tanta società
civile, esponenti del centro
destra non tutti organici. «Sono
emozionata - ha affermato - ma
pronta. Anzi prontissima, se la mia
gente lo vorrà. Dopo vent'anni in
cui ho avuto tanto, per merito mio e
della mia terra, è venuto il
momento che io dia agli altri». La
serata faceva parte di un ciclo di
incontri intitolato “Sette calci
alla crisi”, organizzato
dall'associazione Crst.
Ines Pisano ha intervistato la
presidente
Selene Desole, «giovane e donna in
una associazione di cui fanno parte
molti giovani». Previste sette
serate a tema, nella prima si parlato
di trasporti, «scelta non casuale,
perché solo attraverso i trasporti
potremo avere un rilancio
dell'economia. Io li metto allo stesso
livello della zona franca. Basta,
abbiamo aspettato anche troppo».
Tra il pubblico, il vicepresidente
del Consiglio Regionale Antonello
Peru, il consigliere comunale
sassarese Gian Carlo Carta e poi
rappresentanti di Confcommercio,
Camera di Commercio. (fr. fe.)
Il
difficile piano “B”
M5S,
ricomincia la corsa: per ora nessuno dietro Puddu
Un'uscita di scena improvvisa e un
futuro tutto da costruire. Per il
Movimento 5 Stelle l'addio di Mario
Puddu è una batosta. Il candidato
naturale dei pentastellati passa la
mano e la corsa alle regionali ora
è in salita. Serve un nome forte
come quello dell'ex sindaco di
Assemini, considerato un leader in
Sardegna e il candidato naturale
per Villa Devoto.
I portavoce puntano sul programma,
ma le regionali
prevedono l'elezione diretta del
presidente e avere un nome forte è un
vantaggio sul quale adesso i pentastellati
non possono contare.
L'agenda è ancora vuota e la scelta
di trovare un sostituto attraverso
le regionarie chiude la porta a
numerose ipotesi, a causa delle regole
stringenti.
Ancora in corsa
Puddu rompe il silenzio e lo fa
dalla sua pagina Facebook: «Ho e sento
la mia terra scorrere nel mio sangue
e desideravo fare qualcosa per
lei. Così dicevo e così farò in un
modo o nell'altro». L'ex sindaco,
poi, ringrazia per i numerosi
attestati di stima e affetto: «Non
potete capire quanta forza e conforto
mi stanno dando».
La tegola improvvisa
Trasformare l'uscita di scena di
Mario Puddu in una dote è il primo
passo del Movimento per attutire il
colpo. Non esiste un piano “B” a
un epilogo forse inaspettato, tanto
che le regionarie sono state fatte
a fine luglio, con larghissimo
anticipo rispetto all'avvio della
campagna elettorale.
Puddu era il candidato naturale dei
pentastellati, forte
dell'investitura di Luigi Di Maio che lo ha
scelto per guidare la campagna
elettorale sarda. La vittoria alle
politiche e la riconferma dei Cinque
stelle ad Assemini hanno
rappresentato la rampa di lancio
perfetta. «Perdiamo un candidato
forte», ammette il deputato, Alberto
Manca, «la sua scelta, però,
conferma la nostra linea di onestà e
trasparenza».
Le regole non si toccano
Alle elezioni regionali il candidato
presidente fa la differenza.
Spesso ottiene più voti delle liste
e ha il compito di incarnare un
progetto. Chi avrà questo compito
alle prossime regionali nel
Movimento 5 Stelle non si sa, perché
sarà la rete a deciderlo con una
consultazione tra gli attivisti.
Nessun cedimento da parte dei
portavoce, nemmeno lontanamente
accarezzati dall'idea di scegliere un
“big” facendo un'eccezione.
«Le scelte le faremo attraverso i
nostri
canali democratici», spiega la
deputata Emanuela Corda, «saremo
assolutamente rispettosi delle
regole e chi ricopre una carica
elettiva non si potrà candidare».
Anche davanti al rischio di mettere
in campo persone magari capaci ma
poco note all'elettorato, i Cinque
stelle non fanno passi indietro. «Le
regole sono stringenti - continua
la deputata - ma le rispettiamo.
Prima vengono le idee e poi le
persone».
Il progetto vincente
I portavoce contano sulla forza del
progetto e del programma da
presentare agli elettori. Le regole
impongono che chiunque abbia un
ruolo elettivo non possa
interrompere il suo mandato. Non lo possono
fare i consiglieri comunali e
nemmeno i parlamentari: «Non sarebbe
corretto», sottolinea Alberto Manca,
«ci vuole rispetto per il mandato
dei cittadini».
Nemmeno una situazione d'emergenza
fa ipotizzare una
soluzione alternativa al decalogo
delle regionarie. Manca, però, non
parla di «restrizione, perché non si
deve pensare al parlamentare o
consigliere regionale come un ruolo
a vita».
Futuro da riscrivere
La capogruppo dell'M5S al Comune di
Cagliari, Maria Antonietta
Martinez, apprezza la scelta di
Puddu e spera che «il candidato abbia
le sue stesse capacità». Nessun
dubbio, però, sul fatto che sia
«giusto evitare la rincorsa
all'opportunità personale». Il senatore,
Emiliano Fenu, giustifica la
mancanza di un piano alternativo perché
«ci sono delle regole che noi
seguiamo con serenità e che ci danno
anche la certezza».
Matteo Sau
LA
Nuova
Il
giudice Pisano: il mio programma per l'isola
A Sassari
prima uscita pubblica per il magistrato: «Io candidata? A
disposizione
di tutti i partiti»
SASSARI
Debutto a Sassari per Ines Pisano,
il magistrato del Tar del Lazio
che, secondo voci che si rincorrono
da settimane, sarebbe in corsa per
la poltrona di governatore della
Sardegna, in quota Lega. Nata a Bosa,
legatissima alla Sardegna, il
giudice si è presentata per la prima
volta in pubblico. Affollatissima la
sala congressi del Vialetto che
ha ospitato la sua "discesa in
campo". Ad applaudirla esponenti del
mondo accademico, imprenditori e
politici.
Compreso Antonello Peru, il
vicepresidente del Consiglio
regionale, che ieri ha disertato la
direzione di Forza Italia a Oristano
convocata da Ugo Cappellacci, per
conoscere il magistrato. Ines Pisano
ha presentato il suo programma
dal titolo eloquente, "7 calci
per costruire la nuova Sardegna",
elaborato insieme all'associazione
culturale Centro regionale studi
sul turismo. Ieri si è discusso di
trasporti, nei prossimi incontri in
giro per l'isola si parlerà di zona
franca, di istruzione, di
agricoltura, di tutela per i più
deboli.
«Non è possibile che per fare
i biglietti dei traghetti dobbiamo
fare un mutuo - ha detto il giudice
- Se si vuole fare turismo bisogna
risolvere il nodo dei trasporti. Se
i turisti non riescono ad arrivare
in Sardegna, è inutile parlare di
politiche per il turismo». Accanto a
lei il presidente di
Federalberghi Paolo Manca convinto
che «la Sardegna può diventare
autosufficiente grazie al turismo».
Bisogna impegnarsi, però. «Ci
vogliono i collegamenti,
innanzitutto. Se faccio fatica ad arrivare in
un posto, allora faccio altre
scelte.
Ecco perché il tema dei
trasporti è così importante, ed ecco
perché è molto grave la decisione
di Ryanair di abbandonare la base di
Alghero». «Bisogna cercare in
tutti modi di fermare la fuga di
Ryanair», ha fatto eco Ines Pisano,
tra gli applausi.Il magistrato, 48
anni, in magistratura da 20, sembra
avere le idee chiare sul futuro
della Sardegna. «Bisogna fermare lo
spopolamento, puntare su turismo e
agricoltura, migliorare il sistema
dell'istruzione che, in Sardegna, è
in condizioni critiche».
Un sogno?
«Certo. Sogno una Sardegna che torni
ad essere la terra di tutti i
suoi figli, non solo di una
ristretta elite di privilegiati. Per
realizzare questo sogno metto la mia
professionalità a disposizione di
tutti i partiti». E se nessuno
decidesse di sostenere la sua
candidatura a governatore della
Regione? «Se sono pronta a correre
anche da sola, magari con l'appoggio
di liste civiche? Perché no».
(g.z.)
Ma i
ribelli convocano il partito
Convention
a Cagliari il 17 novembre: ci saremo tutti, stop alle
decisioni
di pochi
ORISTANO
Assenti sì, muti mai. Come avevano
annunciato, i sei dissidenti di
Forza Italia, gli anti-Cappellacci,
hanno disertato la direzione
convocata dal coordinatore regionale
che contestano. Però alle 15.40,
sette minuti dopo l'avvio
dell'altrui conclave, hanno lanciato il loro
contro-evento: gli stati generali,
sabato 17 novembre, alla Fiera di
Cagliari.Il comunicato. Salvatore
Cicu, Pietro Pittalis, Alessandra
Zedda, Antonello Peru, Marco Tedde e
Stefano Coinu, i dissidenti,
hanno scritto in una mail: «Quel
giorno riuniremo tutto il partito», e
proprio quel tutto è il guanto di
sfida lanciato verso chi era riunito
a Oristano.
Chissà però se i sei sapevano (pare
di no) del comunicato
del Cavaliere, spedito appena pochi
minuti prima da Roma, con cui nei
fatti è stata confermata la fiducia
a Cappellacci. Può averli
spiazzati, ma sono andati comunque
dritti come un treno. La
convention. Secondo loro, a
Cagliari, quel giorno, finirà
l'individualismo di Cagliari, perché
- hanno scritto - «apriremo un
confronto con il territorio e con le
voci della comunità, per ribadire
il radicamento che ha sempre
contraddistinto Forza Italia in Sardegna.
Partito che anche oggi, deve
risvegliare e mettere in prima linea la
partecipazione della nostra gente a
un progetto politico nuovo,
alternativo al fallimento e ai danni
prodotti dal centrosinistra».
Alla Fiera «saranno presenti sindaci
e consiglieri comunali» e
soprattutto «ci sarà il popolo di
Forza Italia». Anche questa è una
sfida, perché dall'altra, sempre
secondo loro, c'è «invece un
coordinatore da solo e isolato».
L'attacco. Confermate le accuse, i
ribelli hanno scritto: «Oggi invece
è indispensabile che tutti si
sentano coinvolti e protagonisti»,
per permettere «al partito di
riaffermare quel ruolo guida che ha
sempre avuto nel centrodestra». È
arrivato quindi «il momento di uscire
dal pensiero vuoto e sterile che
le sorti dell'Isola possano essere
decise in una stanza ristretta a
pochi». Il programma.
Infine i sei hanno lanciato una
strategia
elettorale: «La Sardegna, i sardi,
chiedono risposte concrete. Lo
chiedono nei trasporti, nello
sviluppo. Lo chiedono nel lavoro,
priorità assoluta per i giovani».
Fino ad arrivare a questa
conclusione: «Per questo dobbiamo
richiamare tutto il partito a una
sfida comune, riaffermando quel
ruolo guida che ci spetta». (ua)
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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