La
Nuova
Addio
centrosinistra, ecco i Progressisti di Sardegna Si fa sempre più largo il nome
di Zedda. Per il Pd un ruolo da comprimari Crescono le quotazioni dei sindaci,
ma resta il nodo del rapporto con il Pds
CAGLIARI Addio vecchio
centrosinistra. Cinque anni dopo l'ultima vittoria alle Regionali, la nuova
coalizione riformista, autonomista e ambientalista per il 2019 si chiamerà «I
progressisti di Sardegna». Per chi è sotto nei sondaggi, non sarà solo un
semplice cambio di nome e neanche l'ultima frettolosa rinfrescata alla
facciata. «Rispetto al 2014, sarà proprio un'altra cosa», fa sapere chi da
settimane è impegnato a costruire «una casa molto più ampia del passato».
Resta da decidere il nome del
candidato governatore, e quello di Massimo Zedda continua a essere al primo
posto nella rosa dei papabili. Oramai da giorni il sindaco di Cagliari è
impegnato in un giro vorticoso di consultazioni. Se già incontrato con partiti,
movimenti, associazioni di ogni tipo, e per oggi ha in agenda un faccia a
faccia con Emanuele Cani e Franco Sabatini, segretario e vicesegretario
regionale del Pd. Perché il Partito democratico farà parte di sicuro dei
«Progressisti di Sardegna», ma senza più avere il ruolo centrale del 2014. A
guidare il tutto, a fare da collante, sarà sempre e solo Massimo Zedda.
La riserva. Seppure a piccoli passi,
il sindaco di Cagliari comincia a muoversi come se fosse lui il portabandiera
dei progressisti. In questo fine settimana, ad esempio, è annunciata la sua
partecipazione a diverse manifestazioni fuori dai confini della Città
metropolitana, con missioni desinate a sondare gli umori delle piazze. È vero
che non ha sciolto ancora la riserva, ma tutti dicono che ormai il passaggio dal
suo diplomatico e impenetrabile «sarei onorato», finora ha sempre risposto così
alle domande su una sua candidatura alle Regionali, al «sono onorato di guidare
una coalizione progressista, riformista, autonomista e ambientalista» sarebbe
molto vicino. Anzi, superata questa settimana e l'inizio della prossima,
saranno giorni decisivi, l'accettazione della candidatura dovrebbe essere
ufficializzata in una manifestazione organizzata dai sindaci.
Sono quelli non solo del Pd e del
vecchio centrosinistra, la maggior parte preferisce definirsi dei «civici puri,
che un mese hanno firmato il «Manifesto dei 130», chiedendogli di diventare «il
futuro sindaco della Sardegna». Molti di loro si sono già sbilanciati: «Siamo
pronti, aspettiamo solo un suo sì».
Il confronto. Nel 2014 il
centrosinistra era una coalizione formata, oltre che dal Pd, dall'allora Sel,
da lì a poco si spaccherà in due tronconi, da una parte Liberi e uguali e
dall'altra Campo progressista. Poi dall'esordiente per l'epoca Partito dei
sardi, dall'Upc, Socialisti italiani, Irs, Rossomori, La Base, Centro democratico,
Italia dei valori, ora scomparsa dai radar, e Sinistra sarda, che era
l'alleanza fra Rifondazione e Comunisti italiani ma non esiste più.
Cinque anni dopo, in diversi hanno
preso altre strade: Rossomori e Irs, ad esempio, sono usciti dalla maggioranza
e oggi fanno parte di Autodeterminatzione. È il cartello indipendentista che alle
prossime elezioni regionali presenterà un proprio candidato governatore, l'ex
Pd Andrea Murgia. C'è stata poi la svolta del Partito dei sardi di Paolo
Maninchedda e Franciscu Sedda, che da mesi ha scelto la strada delle primarias.
Sono quelle online del 16 dicembre, organizzate per andare oltre i «classici
schieramenti di centrodestra e centrosinistra» ma a cui - almeno stando alla situazione
attuale - non dovrebbero partecipare candidati del gruppo dei Progressisti di
Sardegna. Se così fosse, è difficile anche ipotizzare, a febbraio, la
partecipazione del Pds al raggruppamento progressista.
Mentre il resto dei partiti
sopravvissuti della vecchia coalizione dovrebbero tutti confluire in quella
nuova. Le new entry invece dovrebbero essere tre: «Italia in Comune», la lista
ufficiale dei sindaci che si riconoscono nel movimento dell'ex Cinque stelle Federico
Pizzarotti, poi una seconda civica trasversale con in testa alcuni fedelissimi
di Zedda. Infine, la terza novità sarebbe il ritorno in campo degli
ambientalisti, con un raggruppamento che si starebbe formando in queste
settimane. (ua)
Cappellacci
- «Forza Italia resta leader E avremo un candidato»
Il
coordinatore azzurro rivendica il primato del suo partito nel centrodestra:
«La Lega
vive la luna di miele con gli elettori, ma noi recupereremo i consensi»
di Luca Rojch
SASSARI
Il cielo è di nuovo azzurro. Almeno
dentro Forza Italia. La tempesta
sembra essere alle spalle, ma resta
ancora una forte incertezza sul
futuro del partito. Ugo Cappellacci
indossa di nuovo con autorevolezza
gli abiti da coordinatore regionale
del partito. Nessuno spazio per
risse o provocazioni. E nessuno
strascico, almeno apparente, del forte
strappo delle scorse settimane.
Nelle sue parole la convinzione di
poter esprimere un candidato
governatore. E anche la certezza che
Forza Italia sarà ancora il partito
leader nel centrodestra.
Cappellacci parla anche del governo
nazionale.
E non nasconde la sua
convinzione che il governo nazionale
sia destinato in breve tempo a
cadere. L'ex governatore mette in
evidenza le grandi contraddizioni
della maggioranza giallo-verde. E
punta il dito anche contro il
centrosinistra che si trova sospeso
sull'ipotesi di una candidatura di
Zedda. Critica anche i 5 Stelle
sardi, accusati da Cappellacci di
ipocrisia. Ma nella sua analisi
parte per prima cosa dalla sua Forza
Italia. Onorevole, avete ritrovato
l'unità all'interno del partito
dopo i dissidi delle scorse
settimane?«In realtà, se parliamo dei
grandi temi, Forza Italia non si è
mai divisa. Penso alla zona franca,
alla questione insulare, ai
trasporti, alla vertenze aperte con lo
Stato.
Non siamo il Pd, che prima ha ceduto
i soldi dei sardi al
governo Renzi, ha rinnegato
l'autonomia durante il referendum del 2017
e poi pretende di apparire
combattivo a pochi mesi dalle elezioni. Il
nostro partito ha dimostrato
coerenza, coraggio e capacità di
proposte. Ci sono state
incomprensioni, ma queste non hanno preso e
non possono prendere il sopravvento.
Sulle battaglie che contano Forza
Italia c'è ed è unita. Tutto il
resto è superato o
superabile».
Presenterete un vostro nome, uno di
Forza Italia, come
candidato governatore del
centrodestra per le Regionali?«Certo. Siamo
consapevoli che il primo passo
spetta alla Lega, ma in Sardegna il 4
marzo Forza Italia ha ottenuto più
consensi e abbiamo una ricchezza di
nomi che possono dare un contributo
di idee, di valori e di coraggio
per uscire da cinque anni in cui un
centro-sinistra snob e incapace ha
bloccato la Sardegna».A proposito
avete già individuato qualcuno. Si
parla dell'europarlamentare
Salvatore Cicu, è così? E lei che ne
pensa?«Sulla rosa di aspi
ranti di Forza Italia le dirò tutto
il bene
possibile. Convintamente.
Poi è naturale che ci sia una
pluralità di
idee e posizioni all'interno del
partito. Queste posizioni devono
essere liberamente espresse nelle
riunioni di partito nelle quali le
aspirazioni, tutte legittime, devono
essere discusse con la
partecipazione della intera classe
dirigente per poi essere ricondotte
ad una sintesi».Si dice di un
possibile nuovo accordo nel centrodestra
a livello nazionale perché la scelta
del candidato governatore in
Sardegna spetti a Forza Italia e non
alla Lega è vero?«Se così fosse,
non ci faremmo cogliere certo
impreparati.
Credo però che i sardi non
vogliano sentire una politica che
parla di sé stessa, ma di famiglia,
impresa, di risposte alla grande
questione dello spopolamento. Sa chi
sarebbe il mio presidente della
Regione ideale? Uno che azzera l'Irap,
si batte per la zona franca, sbatte
i pugni a Roma e Bruxelles per la
continuità territoriale».Si parla
anche di sondaggi fatti nell'isola
nelle scorse settimane e di un boom
della accoppiata Lega-Psd'Az anche
in Sardegna a discapito di Forza
Italia. Si aspetta davvero un
rovesciamento dei valori in
campo?«La Lega oggi gode della "luna di
miele" governativa, ma
preferisco non guardare in casa d'altri. Sono
convito che Forza Italia con idee,
persone credibili e capaci di
andare con umiltà via per via,
piazza per piazza, casa per casa, possa
recuperare molti consensi».
Le piace come ipotetico candidato
del
centrodestra il senatore Christian
Solinas?«Nessuna obiezione sulla
persona, ma anche noi abbiamo i
nostri nomi».Secondo lei il governo
giallo-verde andrà avanti e porterà
a termine il mandato?«Difficile
credere che possa durare a lungo
anche perché pesano come macigni le
contraddizioni del Movimento cinque
stelle, che ora non possono più
rappresentare tutto e il contrario
di tutto perché sono al Governo.
Quale sarebbe la linea? Quella
dell'esecutivo o quella del
'boldrinesco' Fico, 'no Tap' con Di
Battista o 'sì Tap' con Di Maio e
Lezzi.
Questi dicono una cosa la mattina e
fanno l'esatto contrario la
notte: prima votano una manovra e
poi minacciano di andare a
denunciare fantomatiche manine».Teme
che le scelte del governo possano
erodere il tesoretto di consensi che
ora ha il centrodestra
nell'isola?«Il centro-destra è
dinanzi a una sfida duplice e
appassionante, presentare un
progetto innovativo che consenta alla
Sardegna di riconquistare il
presente e restituire un futuro alle
nuove generazioni.
Il centro-sinistra tenterà di
mascherare cinque
anni di disastri nascondendo tutta
la sua nomenclatura dietro i
manifesti di Massimo Zedda e i
cinque stelle stanno vivendo proprio in
Sardegna, che considerano un loro
feudo, l'esplosione di tutta la loro
ipocrisia e delle loro
contraddizioni. Se saremo uniti e se daremo
dimostrazione di umiltà e
concretezza, dalla Sardegna potrà partire un
forte messaggio politico e ideale».
@LucaRojch
Piano
urbanistico, l'ex sindaco e altri 7 a giudizio per abuso d'ufficio e falso
Reati
prescritti ma «sulla tentata concussione il fatto non sussiste»
L'inchiesta
Tanit-Puc
il pm:
Ganau va assolto
di Nadia CossuwSASSARIDopo una lunga
requisitoria che ha impegnato il
pubblico ministero Giovanni
Porcheddu per l'intera mattinata, la
conclusione della altrettanto lunga
vicenda giudiziaria "Tanit-Puc" di
Sassari (che tra gli altri coinvolge
nelle vesti di imputato il
presidente del consiglio regionale
Gianfranco Ganau, all'epoca sindaco
di Sassari) va in una direzione ben
precisa: i reati contestati agli
otto imputati (abuso d'ufficio,
falso ideologico, tentata estorsione)
sono prescritti e il pm ha
sollecitato al collegio presieduto da
Salvatore Marinaro una sentenza di
non doversi procedere.
Solo per la
tentata concussione (a carico di tre
imputati, tra cui Ganau) la
Procura ha chiesto l'assoluzione nel
merito «perché il fatto non
sussiste». La storia. Nel 2006 il
costruttore Nicolino Brotzu voleva
chiudere l'affare Carrefour. Il
colosso francese aveva mostrato un
forte interesse imprenditoriale
sull'area dell'ex consorzio agrario.
Voleva che lì nascesse un mega
centro commerciale. Però c'era un
problema: la struttura in via di
realizzazione era divisa in tre
diversi locali. Quindi il 29 giugno
2006 la Vibrocementi (ossia
l'impresa di Brotzu) presentò al
Comune di Sassari delle varianti in
corso d'opera per riorganizzare gli
spazi all'interno dello
stabilimento. Nessun aumento di
volumetria, solo "ridistribuzione
funzionale" delle superfici in
modo da renderle un corpo unico.
Cioè un centro commerciale. Ma la
pratica incontrò mille difficoltà a tutti
i livelli, dal Comune alla Regione.
Ostacoli di natura urbanistica e
autorizzativi sotto il profilo
commerciale. La compravendita alla fine
si arenò e per Brotzu cominciò il
tracollo. La denuncia. Siccome uno
degli impedimenti urbanistici era
costituito proprio dal Puc del 2008,
il costruttore denunciò in Procura
una serie di presunte illegittimità
nell'approvazione, come
l'incompatibilità di Ganau a partecipare al
voto (i terreni delle zie del
sindaco cambiavano destinazione d'uso
diventando edificabili) e altri
presunti interessi dell'ex consigliera
Dolores Lai.
Ma non ottenne l'annullamento del
Puc e neanche la
variante.Il processo. E proprio
dalla controversa pratica edilizia del
centro commerciale Tanit è nato il
processo che vede imputati
Gianfranco Ganau per concorso in
tentata concussione e in abuso
d'ufficio aggravato e falsità
ideologica aggravata, Gianfranco Masia
(all'epoca dei fatti dirigente dello
Sportello unico attività
produttive, sempre per la tentata
concussione e concorso in abuso
d'ufficio), Valerio Meloni
(assessore all'Urbanistica, tentata
concussione e tentato abuso
d'ufficio), Bruno Virginio Gabrielli,
Pietro Cozzani, Francesco Luigi
Dettori (tecnici convenzionati
incaricati della predisposizione del
Puc, tutti a processo per tentato
abuso d'ufficio), Alberto Cossu
(presidente della Confcommercio, per
tentata estorsione. Accusa,
quest'ultima, ampiamente "ridimensionata"
ieri dal pm Porcheddu).
E, sempre per tentato abuso
d'ufficio,
l'allora consigliera comunale
Dolores Lai. Il Tar. Quando Brotzu, a
progetto approvato, si vide bloccare
l'iniziativa imprenditoriale dal
Comune e dalla Regione decise di
ricorrere al Tar (che alla fine tra
l'altro bocciò il suo ricorso). E in
questa fase si sarebbe
configurato uno dei reati contestati
a Ganau: la tentata concussione
per aver, secondo il pubblico
ministero, cercato di convincere il
costruttore a ritirare il ricorso.
Ma l'imprenditore,
contemporaneamente, aveva anche
presentato un esposto in Procura per
denunciare, tra le altre cose, una
serie di incompatibilità che
inficiavano la votazione del Piano
urbanistico. Le conclusioni del pm.
Ieri mattina il sostituto
procuratore Porcheddu ha chiesto di non
doversi procedere nei confronti di
tutti gli imputati per intervenuta
prescrizione. Dalle parole del pm è
però emerso che l'orientamento
della Procura - nel caso in cui non
fossero maturati i tempi per la
prescrizione - sarebbe stato quello
di una richiesta di assoluzione ai
sensi dell'articolo 530 comma 2 del
codice di procedura penale per
insufficienza/contradditorietà della
prova. Subito dopo, la parola è
passata alle parti civili che hanno
sostenuto la responsabilità degli
imputati difesi dagli avvocati
Giuseppe Conti, Gianluigi Poddighe,
Giuseppe Masala, Toto Porcu, Luca
Accardo, Francesco Ruju.
Unione
Sarda
CENTROSINISTRA.
Passo avanti di Zedda, nascono i Progressisti di Sardegna
Oggi il
sindaco di Cagliari incontra il segretario del Pd Cani,
candidatura
ufficiale imminente
“Progressisti di Sardegna”: potrebbe
chiamarsi così la coalizione di
centrosinistra che si presenterà
alle regionali di febbraio 2019.
Uno schieramento che comprende il
Partito democratico e gli alleati di
LeU e di Campo Progressista, ma che,
come sempre affermato dal
segretario dem Emanuele Cani, punta
ad abbracciare il mondo delle
forze autonomiste,
dell'associazionismo e dei sindaci, compresi quelli
non allineati con il Pd.
Il progetto e i sindaci
Il collante, colui che consentirà di
realizzare tutto il progetto, è
Massimo Zedda. Sono 130 i sindaci
che gli hanno chiesto di scendere in
campo, e la benedizione di tutte le
forze politiche del perimetro non
è minimamente in discussione. Il
sindaco di Cagliari non ha ancora
sciolto le riserve sulla sua
disponibilità a diventare il candidato
governatore, ma di fatto si comporta
come se avesse già accettato.
Nelle ultime settimane la sua
attività si è spinta ben oltre il
confine della Città metropolitana.
Due strade
Il primo cittadino ha due strade
davanti: dire che accetterà di
guidare i Progressisti di Sardegna
nella “sua” Cagliari, o anche in un
Comune del centro-nord dell'Isola,
proprio per dare un segnale di
vicinanza della politica in aree più
colpite dalla crisi. Proseguono
anche i suoi incontri con
associazioni, sindacati, imprese,
rappresentanti dei partiti, già in
coalizione o meno. Se nei giorni
scorsi aveva tentato un approccio
con Autodeterminatzione, oggi
dovrebbe rivedere il segretario dem
Emanuele Cani.
Il ruolo del Pd
Il sindaco mira al sostegno di tutto
il Pd, compresa la corrente Soru
che non fa parte della segreteria, e
per questo avrebbe già cercato un
contatto con l'europarlamentare.
Oggi, inevitabilmente, sarà
affrontata la questione delle
primarie e il rapporto con quelle
fissate dal Partito dei Sardi per il
16 dicembre. Decisiva sarà in
ogni caso la decisione di Zedda dei
prossimi giorni. Il Pd si occuperà
del problema con una direzione regionale
convocata ad hoc.
Tempi stretti
Potrebbe avvenire nel corso di una
manifestazione organizzata dai 130
primi cittadini che l'hanno invitato
a candidarsi. Sicuramente entro
il 23 novembre, data in cui è
prevista la partecipazione di Matteo
Salvini al congresso del Psd'Az, e
l'indicazione del senatore
Christian Solinas come candidato del
centrodestra.
Roberto Murgia
Sabatini:
pronti all'accordo col Pds Coalizione forte
Il
presidente della commissione Bilancio: centrosinistra sfavorito? Ci
saranno
sorprese
«Credo che, all'interno di una
coalizione ampia, riformista,
progressista e identitaria, ci sia
tutto lo spazio per un accordo con
il Partito dei Sardi. Sulle
primarie, vale quanto abbiamo già detto
più volte: pronti a concordare
insieme data e modalità».
A circa una settimana dalla scadenza
per la presentazione delle
candidature per le Primarias, Franco
Sabatini, 56 anni, esponente del
Pd e presidente della commissione
Programmazione, bilancio e politiche
europee del consiglio regionale, ribadisce
il sì a un'intesa col Pds e
ritiene che, nonostante i sondaggi e
la consuetudine dell'alternanza
alla guida della Regione, «il
centrosinistra sorprenderà».
I sondaggi dicono che non andrete
lontano.
«Io non so a quali sondaggi si
riferisca, ho la sensazione che ci
potranno essere delle sorprese. Mio
padre mi diceva sempre che i voti
si contano dopo le elezioni e si
ricontano una seconda volta per
essere sicuri dei numeri».
Sarà la forza dei sindaci il vostro
asso nella manica?
«Siamo orgogliosi dell'iniziativa
dei sindaci e della loro voglia di
protagonismo, certamente non
possiamo non tener conto delle loro
proposte. Sono convinto del fatto
che le nostre comunità locali
debbano tornare al centro della
politica sarda e di ogni azione
programmatica».
Quanto valore aggiunto vi darà
Massimo Zedda ?
«Ciò che è importante sono i
percorsi condivisi che si costruiscono
intorno ai programmi. Massimo Zedda
ha dimostrato di essere un ottimo
sindaco, apprezzato comunemente.
Credo che possa essere un
rappresentante autorevole per una
coalizione rinnovata».
Anche lei disconosce la sua firma
sulla proposta di legge sui
contributi pensionistici?
«La proposta può senz'altro essere
oggetto di miglioramenti ma vorrei
ricordare che l'obiettivo rimane
quello di applicare in Sardegna ciò
che è stato deciso a Roma alle
Camera e al Senato. Si applichi in
Sardegna lo stesso sistema
contributivo da loro approvato».
La legge sul governo del Territorio
è naufragata e la riforma della
Sanità non ha ancora prodotto i suoi
effetti. I vostri elettori
potrebbero non perdonarvelo.
«Amministrare è sempre molto
difficile e iniziano a capirlo anche la
Lega e i Cinquestelle, infatti non
fanno altro che litigare.
Spiegheremo ai nostri elettori il
perché del ritiro del provvedimento
sull'urbanistica. Per quanto
riguarda il sistema sanitario nessuno ha
ricette magiche, quello che mi
auguro è che non si giochi sulla salute
dei cittadini».
Teme di più il centrodestra a
trazione leghista o il Movimento Cinquestelle?
«Bisogna avere rispetto di tutti e
paura di nessuno, sappiamo di
essere competitivi e sono sicuro che
più passeranno i giorni e più
dovranno preoccuparsi della nostra
coalizione».
La fine del bipolarismo può
obbligare al dialogo e al compromesso con
forze culturalmente differenti.
Siete pronti?
«Da noi la governabilità è garantita
dalla legge elettorale perché chi
vince avrà la maggioranza dei seggi
e potrà governare. Questo
costringerà i poli a confrontarsi
sempre più sui programmi».
Si ricandiderà?
«Non mi ricandiderò. Da sempre ho
affermato pubblicamente che questa
sarebbe stata la mia ultima
Legislatura. Così sarà anche in rispetto
allo statuto del Partito a cui mi
onoro di essere iscritto».
Fabio Manca
Credo che, all'interno di una
coalizione ampia, riformista,
progressista e identitaria, ci sia
tutto lo spazio per un accordo con
il Partito dei Sardi di Paolo
Maninchedda. Sulle primarie, vale quanto
abbiamo già detto più volte: pronti
a concordare insieme data e
modalità - Franco Sabatini
LE TRATTATIVE.
Il M5S: cerchiamo una figura stimata, vicina alle
nostre
battaglie
Sempre
più lontana l'ipotesi delle regionarie, prende forma
l'identikit
per la corsa verso Villa Devoto
Una persona vicina alle battaglie
del Movimento, non catapultata
dall'esterno, molto stimata e in
grado di guidare l'esercito
pentastellato alle regionali.
Comincia a prendere forma l'identikit
del candidato che dovrà prendere il
posto di Mario Puddu nella corsa
per Villa Devoto dei Cinque stelle.
Le caratteristiche necessarie ci
sono ma ancora prima di
ufficializzare il nome, servono alcuni
passaggi. Tra questi, quasi
certamente non ci saranno le regionarie:
la situazione è eccezionale e sia il
tempo che il rischio di una
frammentazione nel risultato
rischiano di indebolire i pentastellati
alle regionali.
Un problema
Non passare attraverso le
regionarie, però, potrebbe rappresentare un
problema con gli attivisti. Il
compito più difficile è riuscire ad
attutire un'eventuale ondata di
protesta e trovare un metodo efficace
e indolore. L'ipotesi è proporre il
nome e aprire una discussione tra
gli iscritti alla piattaforma, ma
senza effettuare la votazione on
line.
Soluzione obbligata
Tra i promotori di questa soluzione
fa leva non solo il tempo che sta
trascorrendo nello stallo, ma anche
la necessità di sostituire Puddu
che rappresentava una guida forte e
il candidato naturale per le
regionali, vista la sua esperienza
amministrativa e i risultati
ottenuti come coordinatore della campagna
elettorale delle politiche.
(m. s.)
Zoffili:
sarà la Lega a indicare il candidato
Il
coordinatore e il centrodestra: «Salvini sentirà i sardi, non ci
saranno
imposizioni dall'alto»
Il candidato governatore «spetta
alla Lega». Eugenio Zoffili,
coordinatore del Carroccio
nell'Isola, chiude la porta ad altre
ipotesi. La Lega, intanto, continua
il tour sardo per ascoltare i
problemi della gente, uno tra questi
è la sanità tanto che «se
dovessimo vincere le elezioni
chiederemo di avere quell'assessorato».
La scelta del candidato è sempre
vostra?
«Assolutamente sì. Le altre voci
sono illazioni».
I partiti del centrodestra, però,
rivendicano una propria decisione.
«È normale e trovo sia anche giusto,
ma questa è una logica legata al
passato. Io ho la responsabilità di
guidare la Lega in Sardegna e
cercare di portarla alla vittoria
con un presidente che governi bene e
faccia meglio di Pigliaru».
Sarà Salvini a indicare il
candidato?
«Non lo so ancora. Ha confermato la
sua presenza in Sardegna e lo
incontrerò a breve per definire il
programma di una visita che non
sarà sicuramente l'ultima».
Tutti gli indizi portano a Christian
Solinas. Sarà lui?
«Rispondo come aveva detto Salvini
nell'intervista al vostro giornale.
Una persona molto in gamba ed
esperta, una delle possibilità, non
l'unica ma sicuramente una risorsa».
Come sono i rapporti con gli
alleati?
«Sono buoni, stiamo lavorando per il
programma e presto ci
incontreremo a Illorai per una nuova
riunione».
Perché questa scelta?
«Ci sono stato da poco, ho parlato
con tante persone al bar e mi hanno
raccontato i problemi che hanno
dallo spopolamento all'agricoltura. Mi
sembra un bel segnale non solo per
la Lega ma anche per la
coalizione».
Lei ha lanciato il tour tra la
gente. Siete già in campagna elettorale?
«No, perché è una cosa che abbiamo
sempre fatto. Pensiamo che la
politica si faccia, non solo nei
palazzi, ma anche e soprattutto nei
territori. Quindi, a prescindere
dagli appuntamenti elettorali, noi ci
siamo; poi è naturale che questo si
intensifichi a ridosso delle
elezioni».
Serve realmente a risolvere i
problemi?
«Mi piace, da deputato, rendere
pubblico il mio lavoro a Roma, poi
cercare di capire dalla gente le
criticità e impegnarsi per
risolverle. Abbiamo avuto incontri
per risolvere il problema del ponte
di Oloè e in queste ore incontrerò
il capo segreteria del ministro
Grillo per l'ospedale di Tempio».
Vi accusano di essere “quelli del
nord” che vengono a decidere le
sorti dell'Isola.
«La Lega in Sardegna è fatta dai
sardi. Penso al deputato Guido De
Martini e il mio vice, Dario
Giagoni, che fanno un grande lavoro per
questa terra. Io vengo da Erba e
rispetto moltissimo le priorità e
l'orgoglio dei sardi e di questa
terra».
Però, arriva Salvini a indicare il
candidato per la competizione sarda.
«Lo farà dopo aver parlato con la
gente che incontrerà. In questo
periodo ha molti contatti con
l'Isola per capire quale sia la scelta
migliore».
Possibile un asse con l'M5S?
«Non ho indicazioni a riguardo. Nei
territori siamo su due piani diversi».
Presenterete la lista unica insieme
al Psd'Az?
«Sono valutazioni che stiamo
facendo. Di sicuro parteciperò con
colleghi e amici al loro congresso
di partito».
A che punto siete con le liste?
«Stiamo lavorando. Ci saranno
Pierluigi Saiu capolista a Nuoro,
Annalisa Mele a Oristano. Poi,
proporrò il nome di Andrea Piras,
coordinatore dei giovani, per la
lista di Cagliari. Vogliamo giovani,
non tirannosauri della vecchia
politica».
Matteo Sau
-----------------
Federico Marini
skype: federico1970ca
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