Unione
Sarda
CENTROSINISTRA.
Il Pd tra
le elezioni regionali e le suppletive: oggi la direzione. Campo
progressista prepara le liste. Autodeterminatzione: via i Radicales
che dialogano con Zedda
Inizia oggi una settimana di lavoro
per il centrosinistra impegnato nella costruzione della coalizione che sosterrà
il candidato governatore Massimo Zedda. Questo pomeriggio il segretario del Partito
democratico, Emanuele Cani, riunisce a Oristano la direzione regionale per
cominciare a occuparsi delle liste e aprire il dibattito su un'eventuale
proposta alle suppletive di gennaio.
Un tema che occuperà anche gli altri
partiti, che potrebbero incontrarsi nei prossimi giorni. Anche perché, secondo
quanto riporta il regolamento elettorale, tra il 16 e il 17 dicembre si devono presentare
le candidature. Di questo argomento si parlerà anche in un'altra riunione, quella di Campo
progressista che riunirà il coordinamento provinciale a Nuoro. Visto l'esordio
alle elezioni regionali, l'obiettivo del movimento è «costruire in ogni
collegio le strutture politiche e le liste», come spiega il presidente Luciano Uras.
Caso Autodeterminatzione E sul
fronte della coalizione ci sono delle novità, perché dopo la spaccatura dei
Rossomori sul sostegno al sindaco di Cagliari la coalizione potrà contare
sull'appoggio dei Radicales Sardos, componente di Autodeterminatzione. Sono
stati proprio questi rapporti con Zedda a causare l'espulsione dei Radicales
dalla coalizione indipendentista. Fabrizio Palazzari e Bustianu Cumpustu,
presidente e segretario, hanno firmato il documento in cui si parla di «comportamento
incompatibile e nettamente in contrasto con Autodeterminatzione». (m. s.)
IL PD.
Mercoledì
la scadenza
Primarie,
i renziani non hanno il candidato
ROMA A pochi giorni dalla data
ultima per candidarsi alle primarie del
Pd, l'uomo, o la donna, della
compagine renziana non c'è ancora, e
anzi i disponibili alla corsa del 3
marzo sembrano essere molti meno
rispetto a quanti hanno già fatto un
passo indietro.
Sui nomi di Ettore Rosato e Lorenzo
Guerini, circolati dopo il ritiro
della candidatura di Marco Minniti,
non c'è ancora alcuna conferma e
il tempo è poco. Come se non
bastasse la retromarcia dell'ex ministro
dell'Interno ha riacceso i malumori
dem legati ha una presunto “piano
di fuoriuscita” dal Pd di Matteo
Renzi.
L'ex premier rassicura i suoi: «Non
mi ricandido, né faccio un nuovo
partito», ma anche su questo punto
il Pd traballa. Non a caso,
Maurizio Martina, segretario uscente
in corsa per il 3 marzo, in
ticket con Matteo Richetti sprona
all'unità: «Il partito democratico
rischia, e abbiamo bisogno di essere
uniti», sostiene l'ex ministro.
«Io considererei qualsiasi divisione
del nostro campo un grave errore
di fronte all'avanzata della destra,
dopodiché ciascuno giochi nel Pd
la parte che ritiene più utile».
E ancora: «Né nostalgia né cesura»
nei confronti di Renzi, anche se
«molto si è sbagliato». «Non abbiamo
capito che mentre il Paese risaliva
la china, le disuguaglianze
aumentavano», prosegue. Su una cosa
Martina è netto: «Il dialogo con
il Movimento cinque stelle oggi è
impossibile», e così risponde per le
rime all'altro candidato, Nicola
Zingaretti, più possibilista.
Entro mercoledì, alle 18, almeno la
prima fase dei giochi sarà chiusa,
da giovedì entrerà nel vivo la
campagna in vista del 3 marzo. E, a
giudicare dalle battute iniziali,
rischia di non essere per il partito
una “passeggiata di salute”
democratica.
Cicu:
«Candidato, giochi aperti»
L'eurodeputato:
niente di ufficiale. E invita al confronto con Pisano
E invece no, il discorso non è
chiuso. Non per Salvatore Cicu: «Il
centrodestra sardo ha proposto la
candidatura di Christian Solinas, ma
serve l'ok del tavolo nazionale»,
ragiona l'eurodeputato di FI
confermando la linea di Pietro
Pittalis, «la Sardegna non è fuori da
quel discorso».
Il nome di Solinas sembrava una
scelta, non una proposta.
«Guardi, anche Giorgia Meloni dice
che devono riunirsi i tre leader
nazionali per avere certezze sui
candidati».
Zoffili ha detto che il discorso è
chiuso. Non le basta?
«Basta per la parte che riguarda il
commissario della Lega in
Sardegna. Però occorre l'ufficialità
data da Berlusconi, Salvini e
Meloni».
E non è scontato che
ufficializzeranno il leader del Psd'Az?
«Credo che in questa fase non ci sia
niente di scontato».
Zoffili dice anche che Cappellacci
ha indicato Solinas, il resto sono
problemi interni a FI.
«Il nostro coordinatore ha condiviso
il nome di Lega e Psd'Az, non ha
fatto una proposta di FI. Ha agito
correttamente, le divergenze non
riguardano questo aspetto».
Ma scusi, Solinas non va bene?
«Sì, anzi: io spero che il tavolo
nazionale confermi l'indicazione. È
una figura autorevole. Ma è un
passaggio delicato, con criticità che
richiedono una riflessione attenta».
Criticità? Che cosa intende?
«Beh, mi risulta che sia in atto una
verifica per capire quali siano i
candidati migliori, regione per
regione».
Cioè i più vincenti?
«Esatto».
Solinas non lo è? E chi altri lo
sarebbe?
«Per carità, nessuno pensa a
contrapporsi o a soluzioni diverse. Il
quadro nazionale deve però capire se
sia la figura più opportuna e
pronta per guidare il centrodestra».
Ma avete sondaggi favorevoli.
«I sondaggi sono cosa diversa dai
voti. Io non sottovaluto gli
avversari. La scelta del leader non
si basa solo su caratteristiche
personali, ma anche sulla massima
condivisione. Per esempio dovremmo
lavorare per unire aree del
centrodestra che stanno facendo scelte
diverse».
Auspica una confluenza con la
candidatura di Ines Pisano?
«È doveroso provarci. Non liquiderei
facilmente quella candidatura,
ricordiamoci delle passate divisioni
che hanno fatto vincere chi non
lo meritava. Ritengo utile aprire un
confronto».
Comunque, se la Sardegna spetta alla
Lega e la Lega indica Solinas...
«Vede, è inevitabile - e anche
giusto - che ogni forza politica voglia
concorrere a fare la scelta
migliore. Non è pensabile che, in ciascuna
regione, decida un partito da solo».
Se per caso non fosse confermato il
nome scelto a Barumini, ci sono
alternative valide?
«Credo che ce ne possano essere di
pari dignità. In diversi partiti:
per esempio Fratelli d'Italia aveva
proposto Paolo Truzzu. E non
escluderei le alternative
femminili».
Pensa a Ines Pisano?
«Penso soprattutto alla capogruppo
regionale del mio partito, Alessandra Zedda».
Può rispuntare il nome di Cicu?
«No. Avevo dato una disponibilità
qualora l'indicazione spettasse a
FI, ma ora non mi considero più in
corsa».
E per le suppletive di Cagliari?
«Anche questo è un discorso legato
al tavolo nazionale. Io non
rincorro ogni incarico, il mio
obiettivo è essere ricandidato alle
Europee».
Giuseppe Meloni
La
Nuova
Il
centrosinistra compatto Tutti promuovono Zedda
Dal
segretario Pd Cani al sindaco di Nuoro Soddu: «È la strada giusta»
SASSARI
Va già al Massimo. L'intervista di
Zedda alla Nuova sembra essere
riuscita a compiere il miracolo di
avere messo d'accordo il
centrosinistra. Con diverse sfumature
tutti promuovono le linee guida
proposte dal candidato governatore.
Zedda traccia i binari che la
coalizione deve seguire. Parte dal
basso, dall'alleanza tra i piccoli
comuni e le grandi città. Propone un
modello di sanità calato sul
territorio, punta a un potenziamento
dei trasporti e a una politica di
forti investimenti per contrastare
lo spopolamento. La road map piace
al segretario Pd Emanuele Cani.
«Zedda ha proposto un elemento
importante - afferma -. Ha elaborato
un modello di sviluppo della
Sardegna per i prossimi anni.
Ha idee precise su quale è il futuro
dell'isola. Fa leva su un altro
elemento fondamentale. Il suo essere
sindaco è un valore aggiunto. Lo
mette a contatto ogni giorno con le
emergenze dell'isola. Ecco perché il
progetto che vuole scrivere per
la Sardegna ha un'impostazione che
condivido». Sostegno anche dall'ex
senatore Pd, Silvio Lai. «Zedda
porta un'idea di speranza - dice Lai
-. Non ha scelto la linea dei
proclami. Quando parla mette in prima
linea la sua esperienza sul campo da
sindaco.
E proprio il fatto che
si proponga un sindaco come
presidente della Regione è un fatto
rivoluzionario. Credo che si a la
prima volta che succede in Sardegna.
E questa novità si innesta con le
grandi capacità di Zedda che in
questi anni ha guidato un territorio
vasto, la città metropolitana.
Lui è il candidato ideale anche
perché ha il giusto mix tra esperienza
e novità. Con lui si realizza il
distacco generazionale necessario per
far crescere l'isola. Zedda
rappresenta la generazione cresciuta negli
anni Ottanta che ora ha tra i 30 e i
40 anni.
È la generazione che ha
subito in modo maggiore la crisi,
molti di loro non hanno trovato
lavoro, altri ci sono entrati dopo
10 anni di attesa e hanno impieghi
saltuari e sottopagati. Zedda è un
candidato che va oltre le
ideologie. È un uomo di sinistra e
in questo momento c'è grande
necessità di riequilibrare a
sinistra, di condividere le difficoltà e
il dolore delle persone». Andrea
Soddu, sindaco di Nuoro apprezza le
parole di Zedda. «Gli ho anche
mandato un sms - dice -. Massimo coglie
nel segno, si vede che è un politico
di esperienza. Il suo messaggio
deve essere ascoltato.
Ha ragione quando dice che bisogna
puntare sui
Comuni, soprattutto i più piccoli,
per rilanciare la Sardegna. Il
compito della prossima consiliatura
deve essere smontare la Regione
come elefante burocratico. Sono i
territori che devono decidere, la
Regione deve avere il ruolo di
coordinatore». Soddu promuove anche
l'apertura di Zedda al Pds. «Ottima
cosa. Io ho votato proprio oggi
(ieri, ndr) sia per la Nazione,
perché dobbiamo credere in noi stessi,
che per il candidato». Non è un
sindaco, ma è stato uno dei primi a
credere nelle potenzialità degli
amministratori Maurizio Sirca,
responsabile regionale di Italia in
Comune.
«L'ho detto dall'inizio.
Era necessario mettere insieme
esperienze amministrative trasversali e
Massimo non è nuovo a laboratori
politici carichi di civismo. Dal
sabato di Milis in cui ha annunciato
la candidatura è l'unico che
traccia un binario dritto, gli altri
iniziano a barcollare». Da
sinistra plausi a Zedda anche da
Thomas Castangia, leader sardo di
Possibile. «Il suo è un progetto
credibile per la Sardegna, Massimo
sta lavorando bene.
Noi stiamo costruendo liste che
esaltino il lato
amministrativo e civico di questa
candidatura, mettendo insieme le
migliori esperienze amministrative.
Non solo una somma di partiti».
Fuori dal coro, ma non sarebbe
potuto essere altrimenti, Antonio Moro,
presidente del Psd'Az. «Per dirla
con una battuta: in attesa del tonfo
di febbraio il sindaco di Cagliari
ci fa sentire il vuoto della sua
proposta. Per dire una cosa seria mi
chiedo perché se della giunta
Pigliaru non è tutto da buttare ha
messo il veto sulla candidatura
sugli assessori della giunta
attuale?» . (l.roj)
Liberi e
uguali si schiera col sindaco di Cagliari
In campo
col simbolo ufficiale insieme a Mdp. Il gruppo Boldrini-Piras
tratta
con Italia in Comune
CAGLIARI
Da avversari, nelle elezioni
politiche di marzo, e ora di nuovo
alleati a febbraio, alle Regionali.
«Liberi e uguali» sarà una delle
forze che sosterrà Massimo Zedda, il
candidato governatore di un
prossimo centrosinistra allargato.
Leu lo farà con il suo simbolo
ufficiale, perché è questo l'accordo
che è stato raggiunto, a
Cagliari, fra la componente sarda
del partito e quella nazionale.
L'accordo è stato sottoscritto anche
dai quattro consiglieri regionali
di Mpd-Articolo 1, Daniele Cocco,
Eugenio Lai, Luca Pizzuto e Paolo
Zedda, che per la verità dal 2014 in
poi hanno sostenuto sempre la
giunta Pigliaru. Lo hanno fatto dopo
che si è sbriciolata Sel, l'ex
partito di Vendola, ma anche dopo la
spaccatura, dentro Leu, fra il
gruppo dell'ex presidente della
Camera Laura Boldrini e quello guidato
dall'ex presidente del Senato Pietro
Grasso.
Comunque, Liberi e uguali
si presenterà compatta al fianco di
Zedda e lo farà non solo con Mdp,
ma anche con i «Comitati per
Grasso», che avrebbero preso il posto del
movimento Possibile degli ex
civatiani, e quella parte di Sinistra
italiana che ha deciso di non far
parte della Rete della sinistra. È
molto possibile che per le
Regionali, al simbolo nazionale di Leu sia
aggiunto l'aggettivo sarda.
Rete Futura. Intanto, il movimento
Rete
futura, che fa capo a Laura Boldrini
e in Sardegna all'ex deputato
Michele Piras, avrebbe in corso una
trattativa con i vertici di
«Italia in Comune», è il partito dei
sindaci fondato da Federico
Pizzarotti, sindaco di Parma, per
presentare una sola lista alle
Regionali. . Campo progressista.
Anche Campo progressista continua i
suoi incontri nell'isola per
lanciare la candidatura di Massimo Zedda,
esponente del partito. Oggi l'ex
senatore Luciano Uras, presidente e
portavoce di Cp, sarà a Nuoro alle
18.30 nella saletta dell'ExMe per
la riunione del coordinamento
provinciale. Saranno presenti diversi
amministratori del Nuorese e anche
Massimo Zedda.
La Zedda
frena su Solinas: la candidatura può saltare
La
consigliera di Fi: «Il tavolo nazionale può ribaltare la decisione
presa
nell'isola
Ho un mio
progetto e sogno di guidare il centrodestra. Non corro per la Camera»
di Alessandro Pirina
SASSARI
Il suo sogno era candidarsi alla
guida della Regione. Alessandra
Zedda, consigliera di Forza Italia,
lo ammette senza giri di parole.
«Ho un mio progetto di Sardegna». Ma
la coalizione, o meglio la Lega,
ha scelto il segretario sardista
Christian Solinas. «Ne prendo atto»,
dice lei, salvo però aggiungere che
la decisione finale sulla
leadership non è stata ancora presa.
Zedda, qual è la situazione nel
centrodestra sardo? Solinas è il
candidato?«Dobbiamo distinguere i due
piani. Da un lato c'è una
indicazione da parte della Lega e di
Salvini, che sono andati a
valorizzare il ruolo di un partito, il
Psd'Az, di una persona, appunto
Solinas, un collega esperto che
sicuramente ha in questo momento il
sostegno dei sardisti in
particolare modo e del tavolo
regionale. Io prendo atto di questo. Ma
c'è un secondo piano...».
E cioè?«Un po' in tutte le regioni
che
andranno al voto, che fanno parte di
un tavolo nazionale, si stanno
continuando a cambiare i nomi dei
candidati. A dirlo non sono io né
Forza Italia. Io prendo atto di
quello che è avvenuto in Sardegna, ma
le decisioni finali non sono state
ancora assunte. Certamente mi
sarebbe piaciuto avere un ruolo
diverso».Si sarebbe voluta candidare
come governatrice?«Non ho mai negato
di avere un progetto per la
Sardegna che considerava la mia
candidatura alla presidenza. Ma nel
frattempo sono successe altre cose,
cioè la volontà di Lega e Psd'Az
di indicare Solinas.
Se non ci saranno cambiamenti il
candidato sarà
lui. Io continuerò a battermi per il
mio progetto di Sardegna».Le sue
idee per l'isola?«Innanzitutto,
serve una totale rottura col passato.
Ovviamente il mio progetto passa per
tutti quei temi di cui dibattiamo
da sempre: trasporti, sanità,
rapporti col governo centrale, lavoro,
turismo, fiscalità di vantaggio.
Serve una regionalizzazione
dell'istruzione senza escludere
università tutte sarde. Dobbiamo
ripensare al modello di sviluppo
partendo da un concetto: creare
valore direttamente nell'isola.
I redditi reali non devono essere
costruiti dall'esterno». Un
programma di governo, insomma. «Io vorrei
avere il ruolo per governare la
Sardegna insieme al centrodestra
affinché possa diventare un giorno
fortemente autonoma e speciale.
Guardi, se oggi mi facesse una
domanda secca rinuncerei a qualsiasi
collegio per la Camera. Io sono
concentrata sulla mia Sardegna, prima
di tutto per me ci sono le
Regionali».
Ines Pisano, che ha annunciato
la sua discesa in campo fuori dal
centrodestra, ha avuto parole di
stima per lei.«La ringrazio e
ricambio. Anche io ho stima di Ines,
perché credo che sia spinta anche
lei dall'amore per la Sardegna. Ma
io credo nella vittoria del
centrodestra unito. Qualsiasi formula alla
Pili sarà dannosa per la Sardegna.
Questo i disturbatori del
centrodestra lo devono sapere. In
questo momento il centrodestra ha
tutte le carte per vincere e fare un
cambio di passo. L'esperienza di
10 anni fa e quella degli ultimi 5
anni devono portare tutti a fare un
passo indietro per il bene della
Sardegna.
Se noi la riconsegniamo al
centrosinistra continuerà la
devastazione, se dovessero vincere i 5
stelle finiremmo nel baratro».Forza
Italia ha messo da parte le
divisioni degli ultimi mesi?«Ci sono
state diverse visioni su come si
devono affrontare le sfide
elettorali, oggi per il bene della Sardegna
bisogna fare prevalere la saggezza.
Al di là di tutto siamo talmente
animati dopo 5 anni di opposizione
che sono certo saremo la sorpresa
di queste elezioni».
Il suo giudizio sul governo?«La
parte della Lega
la apprezzo, sono battaglie comuni
del centrodestra. E sono contenta
che Salvini abbia detto che metterà
l'isola al centro dell'agenda. Da
parte del M5s, invece, promesse e
annunci irrealizzabili, incapacità e
improvvisazione». Il governo
temporeggia sul metano nell'isola. E
anche Solinas si è detto
contrario.«Io ritengo che la metanizzazione
dell'isola sia importante nella
misura in cui si riesce a organizzare
il collegamento con i bacini del gas
già presenti.
È importante che
dal governo ci sia la presa d'atto
che siamo l'unica regione che non
ha metano né fonti alternative se
non le rinnovabili che hanno però un
uso limitato che non garantisce
l'essenzialità».Se avessero scelto lei
per guidare il centrodestra sarebbe
stato Zedda contro Zedda.«Ma i
cittadini non si sarebbero confusi,
siamo diversi e non solo per il
sesso. Per me Massimo Zedda è un
candidato da rispettare, ma il suo
nome vuole dire centrosinistra, vuole
dire Pd. Nessuna discontinuità
tra lui e la giunta Pigliaru»
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