Su “La Nuova Sardegna” si legge oggi a pag.2 che i circa
300mila pensionati sardi saranno colpiti dalla manovra di bilancio perché «la
loro pensione per tre anni sarà bloccata e non avranno l'adeguamento all'inflazione.
Stop agli scatti che aggiornano la pensione al costo della vita».
Non è affatto così. L’adeguamento all’inflazione ci sarà e non c’è «rischio svalutazione per gli assegni di 300mila sardi», come viene urlato. In dettaglio, tutte le pensioni fino a 1.522,26 euro lordi, pari al 41% del totale, saranno adeguate al 100% rispetto all’aumento dei prezzi.
E chi invece percepisce
dalle 3 alle 4 volte la pensione minima (cioè dai 1.522 ai 2.029 euro lordi
mensili) vedrà un adeguamento all’inflazione pari al 97%. E qui si possono fare comparazioni:
negli ultimi quattro anni l’adeguamento era stato del 95%, e se il governo non
avesse battagliato per ottenere di più sarebbe precipitato al 90% nel corrente
anno.
L’inflazione del 2019 è stimata all’1,1%. Chi percepisce una pensione da € 1.523 euro al mese, con le regole che c’erano prima della manovra avrebbe avuto un aumento di 15 euro, laddove ora l’aumento sarà di 16,25 euro.
Aumenti modestissimi ma aumenti, mentre invece le minime – per chi avrà i requisiti - saliranno a 780 euro. Mi pare che il termine “rischio svalutazione” fosse parecchio esagerato.
Di
Pino Cabras
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