La mia posizione sulle vicende venezuelane è lontanissima dal considerare
Maduro un modello. Ma una parte della stampa italiana ragiona così: se
non ritieni auspicabile spalleggiare la riuscita di un golpe istituzionale come
quello di Gaidò, sei automaticamente un “fan entusiasta” del presidente.
Nientemeno che Aldo Grasso mi cita in un articolo intitolato
“I fedelissimi di Maduro”. Cartalibera invece mi inserisce nella lista “Ecco
chi fa il tifo per Maduro e chi per Guaidò”. Ragionamenti articolati? Ma
quando mai?
Siccome loro sono tifosi,
ai loro occhi tutti non possono che essere tifosi. Dove si suggeriscono
mediazioni, prudenze negoziali, tenute in conto degli interessi in gioco, i
polarizzatori bruciano ogni terreno d’intesa. E anche se hanno leccato i piedi di certi emiri con il cuore
di un piranha e steso tappeti rossi a ogni sorta di distruttore di diritti
umani, si presentano come appassionati difensori delle libertà.
Dobbiamo difendere la verità delle nostre reali posizioni contro le manipolazioni, rivendicare il realismo, denunciare la subalternità della grande corrente dei media all’agenda venezuelana oggi saldamente in mano a Elliot Abrams, storico patron di ogni forma di golpismo e di ogni sorta di violazione massiccia dei diritti umani in America Latina.
Un vecchio arnese neocon,
un nome centrale di questa crisi che non osano disturbare con qualche seria
inchiesta. Invito come sempre a
leggere le mie vere posizioni, non le “idee ricevute” di tutti i megafoni di
luoghi comuni. Manca qualche nome per completare il trenino dei tromboni. Ma
vedrete che interverranno tutti.
Di Pino Cabras
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