Con i giovani, con gli studenti di
tutto il mondo, in sciopero per il clima e per l’ambiente, manomesso e
devastato da uno “sviluppo” dissennato e criminale. Il filosofo Eraclito di
Efeso, gran teorico del πάντα ῥεῖ (tutto
scorre), ovvero dell’incessante fluire e divenire delle cose, nella sua concezione
relativistica, salvava un unico valore, considerato assoluto, stabile e
perenne: l’ambiente.
A più di 2.500 anni di distanza,
l’intuizione del filosofo greco non pare abbia il consenso, in Sardegna come
nell’intero Pianeta. Non capendo, fra l’altro, che modificando il clima,
devastando la natura, dissestando e consumando il territorio, con un tipo di
sviluppo dissennato, si producono danni profondi agli ecosistemi e alla salute
della popolazione.
Un tipo di sviluppo tutto giocato
sullo sfruttamento spietato della natura, del territorio, delle materie prime e
delle risorse naturali, teso esclusivamente a produrre merci finalizzate alla
realizzazione di un profitto e di un consumo immediato.
Occorre essere consapevoli che
l’ambiente è una risorsa, limitata e irriproducibile. Di qui la necessità di
difenderlo con le unghie e con i denti e di conservarlo, valorizzandolo e non
semplicemente sfruttandolo e divorandolo. Esso è l’habitat la cui qualità non è
un lusso ma la necessità stessa per sopravvivere.
Ed il territorio deve essere certo
utilizzato anche come supporto di attività turistiche, economiche e produttive
ma nel rigoroso rispetto e della salvaguardia del nostro complesso sistema di
identità ambientali, paesaggistiche, geografiche, etno-storiche, culturali e
linguistiche.
Francesco
Casula
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