Erano ragazzi di venti e trent’anni, come tanti che ne
conosci. O come te. Erano ragazzi che volevano solo vivere tranquilli,
lavorare, crescere felici una famiglia. Non avevano nessuna voglia di lottare,
di patire la fame e il freddo, di sparare addosso a qualcuno, di morire. Ma
venne lo straniero, occupò il loro Paese accolto dai traditori, e davanti alla
tirannia non poterono fare altro che ribellarsi.
Presero i fucili e combatterono, braccando l’invasore senza tregua, colpo su colpo. Fecero solo il loro dovere, fecero solo ciò che furono costretti a fare, niente di più, niente di meno.
Gli occupanti reagirono con la rabbia dell’ingiustizia, con le rappresaglie sui civili innocenti, con stupri, torture, impiccagioni e fucilazioni sommarie, distruggendo interi paesi e seminando il terrore più nero tra la povera gente.
Alcuni dicono che ribellarsi non sia servito, che i tiranni alla fine sono rimasti lì, al loro posto. Altri dicono che ribellarsi sia stato un esempio immortale, per sempre e per tutti. Forse ti ho raccontato dell’Italia degli anni ’40. O forse della Sardegna di fine ‘700.
Decidi tu. Quando il tuo Paese è occupato da uno Stato straniero, o stai dalla parte della lotta di liberazione o stai dalla parte dell’occupazione.
Ancora oggi, come ieri, come sempre.
Lunga vita ai partigiani!
Lunga vita ai patrioti!
Pier
Franco Devias
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