La Repubblica delle parate militari, delle marcette ridicole, delle Brigate ricostituite e spacciate per originali, del Sardo fedele e coraggioso solo quando muore per le guerre non sue, delle patacche eroiche appese alla giacca di chi la guerra l'ha vista solo nei film, dei prosciutti e parmigiani rubati alle mense, degli anfibi e le divise rubati per mioccuggino, della cuccagna dei furbi alla faccia dei fessi, delle frecce tricolori sulla testa dei poveracci.
La Repubblica del malaffare, della tangente e dei repulisti, dei perdonati, dei riciclati e dei santi subito, dei piagni e fotti e dei tengo famiglia. La Repubblica di un popolo inesistente che chiama minoranze i popoli esistenti, della lingua inventata che chiama dialetti le lingue reali, della storia inventata che nasconde quella vera, dei delinquenti che si fanno chiamare eroi e chiamano delinquenti gli eroi.
La Repubblica, straniera, invasora, che da settant'anni tiene il mio Paese sotto occupazione militare, prostituendolo ai porci comodi di tutti gli eserciti più sanguinari e affittandolo alle aziende più disumane della storia. No signori, non è la mia Repubblica, né mai lo sarà. La mia, la nostra Repubblica, la Libera Repubrica de Sardigna, un giorno nascerà.
Di Pier Franco Devias
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