La Nuova Sardegna
LA
VERTENZA. Oggi il Consorzio di tutela approva il piano di offerta
del
pecorino romano Falchi e Sanna: «Dopo mesi di lotte si rischia di finire peggio
di prima». Latte, patti a rischio: l'ira dei pastori
L'assessora
all'Agricoltura il suo parere negativo l'ha espresso un mese e mezzo fa, le
organizzazioni agricole e i pastori hanno fatto altrettanto. Eppure non sembra
che ci siano margini per modificare il Piano triennale di regolazione
dell'offerta di pecorino romano che oggi dovrebbe essere approvato
dall'assemblea dei soci del Consorzio di tutela.
«Lotte
inutili» Per questo ieri Gianuario Falchi e
Nenneddu Sanna, in rappresentanza dei pastori, hanno chiesto al ministro delle Politiche agricole di bloccare l'approvazione del piano «in
quanto certificherebbe il fallimento
dell'impegno da noi profuso in questi mesi di lotta. Gli allevatori sono scesi in piazza per
cambiare il sistema che non funziona, hanno buttato il loro latte, si sono presi una marea di denunce e tutto questo sembra
dimenticato da chi oggi vuole che tutto resti com'era o forse anche peggio», fanno sapere Falchi e Sanna, delegati al tavolo della vertenza latte
che ricordano: «La nostra lotta
finirà solo quando saranno raggiunti gli obiettivi».
Consorzio
«sordo» Finora il Consorzio è sembrato sordo alle richieste di Regione e organizzazioni.
Un mese e mezzo fa, all'indomani della pubblicazione della bozza del piano,
l'assessora Gabriella Murgia aveva espresso tutte le sue perplessità. «Il piano
va cambiato perché non sembra in grado di rappresentare lo strumento per
limitare l'oscillazione del prezzo del pecorino romano Dop, che determina il
prezzo del latte di pecora. Perché», ha spiegato, «non introduce, se non in
misura minima e comunque con meccanismi fortemente derogatori, nuovi limiti
alla produzione ed è necessario tutelare i produttori della materia prima, la
parte più esposta della filiera», ha chiarito Murgia
Le
proposte Due le modifiche proposte: in primis
consentire le deroghe entro un limite di sforamento del 10%, dal dieci al venti consentire una premialità, e oltre il venti applicare
una sanzione di 0,64 centesimi al chilo (circa il 10% del valore del prodotto); la seconda tesi non prevede limiti allo sforamento.
«Nessuna
modifica» «Indiscrezioni di stampa fanno
intendere che si sarebbe raggiunta una mediazione sul sistema di sanzioni per
gli sforamenti: manifestiamo tutta la nostra indignazione per la situazione
spiacevole nella quale ci troviamo», aggiungono i rappresentanti dei pastori. «Ad
oggi non abbiamo ricevuto alcun riscontro e anzi pare che si andrà all'approvazione
del nuovo Piano, privo di correzioni di rilievo, senza che ci siano ulteriori
tavoli dove poter approfondire discussioni preliminari come avevamo concordato»,
è il timore dei pastori che, a meno di miracoli dell'ultima ora non si
aspettano modifiche utili a rilanciare il prezzo del latte nel prossimo
triennio che, ricordiamo, non può stare al di sotto di un euro al litro come affermato
anche due settimane fa dal ministro Centinaio». (f. ma.)
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