mercoledì 7 agosto 2019

QUANDO LA STORIA SI RIPETE. Gramsci su L’unità d’Italia e “I dolori della Sardegna* Testo proposto da Francesco Casula.



Perché deve essere proibito all'«Avanti!» ricordare che a Torino hanno la sede i consigli d'amministrazione delle Ferrovie sarde e di qualche società mineraria sarda? Perché deve essere proibito ricordare che gli azionisti delle Ferrovie sarde, i quali si dividono lautissimi dividendi, i quali riscuotono dallo Stato lautissime indennità per ogni chilometro di strada ferrata, fanno viaggiare i pastori e i contadini sardi in vetture bestiame, fanno pagare ai pastori e ai contadini sardi tariffe altissime, fanno viaggiare i contadini e i pastori sardi in convogli trainati da locomotive riscaldate a legna invece che a carbon fossile, provocando ogni anno centinaia di migliaia di lire di danni con gli incendi determinati da questo combustibile?

Perché non si può ricordare che i minatori sardi sono pagati con salari da fame, mentre gli azionisti torinesi impinguano i loro portafogli coi dividendi cristallizzati col sangue dei minatori sardi, che spesso si riducono a mangiare le radici per non morire di fame? Perché deve essere proibito ricordare che due terzi degli abitanti della Sardegna (specialmente le donne e i bambini) vanno scalzi d'inverno e d'estate, tra le spine e i letti di torrente che tengono posto di strade, perché il prezzo delle pelli è portato  ad altezze proibitive dai dazi protettori che arricchiscono gli industriali torinesi del cuoio, uno dei quali è presidente della Camera di Commercio di Torino?

Perché è proibito ricordare ciò che ha detto, nell'ultimo congresso sardo tenuto a Roma, un generale sardo: che cioè, nel cinquantennio 1860-1910, lo Stato italiano, nel quale hanno sempre predominato la borghesia e la nobiltà piemontese, ha prelevato dai contadini e pastori sardi 500 milioni di lire che ha regalato alla classe dirigente italiana non sarda? Perché è proibito ricordare che nello Stato italiano, la Sardegna dei contadini, dei pastori e degli artigiani è trattata peggio della colonia eritrea, in quanto lo Stato «spende» per l'Eritrea, mentre sfrutta la Sardegna, prelevandovi un tributo imperiale? […]

* I dolori della Sardegna, non firmato, in «Avanti!», (ed. piemontese), 16 aprile 1919, ora in Scritti 1915-1921. Nuovi contributi a cura di S. Caprioglio, Milano, 1968, pp. 103•104.

P.S Per non appesantire il testo ho tralasciato le note.

Di Francesco Casula
Storico e saggista, autore de “Carlo Felice e i tiranni sabaudi”

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