La Nuova
Sardegna
Italia
Viva prepara i nuovi gruppi. Il segretario del Pd convoca la direzione. L'appello
ai primi cittadini: dovete essere i protagonisti della nuova stagione. Le
truppe di Renzi in Aula. Zingaretti rilancia i sindaci
di
Giovanni Innamorati
L'accelerazione
impressa da Matteo Renzi al varo del nuovo partito, provoca un analogo colpo di
acceleratore da parte di Nicola Zingaretti sul cammino di ridefinizione del
profilo del Pd: il segretario Dem ha incontrato tutti i sindaci Pd, tra cui tutti
quelli renziani rimasti nel partito, e li ha indicati come «protagonisti» del
rilancio. Renzi ha lanciato i gruppi parlamentari alla Camera e al Senato, ed
ha inviato segnali di distensione sia all'ex partito che al governo, garantendo l'impegno per la tenuta della legislatura.
Zingaretti
in una intervista al Corriere della Sera ha ribadito il suo «dispiacere» per la
scissione di Renzi, ma ha anche ammesso: «Un po' me lo aspettavo». Insomma per certi versi se il dente doveva essere estratto, meglio farlo subito che andare avanti con logoranti annunci fino alla Leopolda.
Qui, ha confermato Renzi, Italia Viva presenterà il simbolo e la sua struttura. L'ex premier ha spiegato che ci sarà un «segretario» che
parteciperà agli eventuali vertici di maggioranza al posto suo, se gli alleati lo considereranno «ingombrante».
Intanto
sono stati resi noti i numeri dei gruppi di Italia Viva in Senato (al momento
14 con la ex Fi Donatella Conzatti) e 23 alla Camera. Questi numeri potrebbero crescere con l'adesione di parlamentari provenienti da altri
gruppi. La volontà di entrambi di non esacerbare i rapporti è dimostrata dalle parole misurate di Zingaretti e dalle promesse di Renzi:
«Non mi tireranno fuori mezza parola contro Nicola che è un amico. Non esco dal Pd con rancore, odio e antipatia».
In
giornata sono girate su Whatsapp delle fake news miranti a avvelenare il clima, smentite subito, così come post su siti di
gossip. L'intento di Renzi, d'altra parte è divenire il frontman della
battaglia contro Salvini, così da guadagnare la leadership del fronte
democratico anti-sovranista. La polemica con il Pd è quindi esclusa.
L'operazione di Renzi viene bocciata da padre Bartolomeo Sorge mentre padre Padre Francesco Occhetta di Civiltà Cattolica lascia il beneficio dell'inventario: «Se Renzi innoverà temi, metodo, linguaggi e volti, sarà valore e argine
per tutta l'area democratica liberale e riformista».
Zingaretti
non è stato con le mani in mano. Da una parte ha ribadito l'intenzione di
dialogare anche a livello regionale con M5s, compreso il Lazio. Dall'altro ha dato segnali al Partito, convocando lunedì prossimo la Direzione, di cui fanno parte molti dirigenti locali. Qui esporrà il
suo piano per il rilancio del Pd, che passa per un'azione di governo innovativa, ma anche attraverso una profonda ridefinizione del partito.
Le sedi dei circoli dovranno essere a disposizione anche di associazioni e iniziative esterne presenti sul territorio. In più verranno
promosse forme di partecipazione
tramite il web, per esempio su singole campagne che il Pd promuoverà o appoggerà.
L'obiettivo
è superare il partito delle correnti e al
contempo creare una nuova base sociale partecipata del Pd. L'altra gamba del rilancio sono i
sindaci, incontrati ieri pomeriggio:
tra essi tutti i renziani rimasti nel Pd, come Dario Nardella, Giorgio Gori o Matteo Ricci. A
loro ha chiesto di essere «i protagonisti della nuova stagione». Significativa
la conferma a capogruppo in Senato di Andrea Marcucci, uno dei renziani rimasti
che ha ribadito di credere al progetto del Pd («Penso
che il progetto originario
sia ancora valido. Ho detto al mio amico Renzi che ha fatto un errore»). Marcucci ha messo a
disposizione l'incarico venendo però confermato dai senatori Dem con l'assenso di Zingaretti.
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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