(19 settembre 1952) Mentre l'attore Charlie Chaplin è in
visita in Gran Bretagna, gli Stati Uniti aprono un'inchiesta sulle sue presunte
simpatie comuniste. In seguito si dovrà stabilire se il popolare attore possa
rientrare nel paese in base delle disposizioni predisposte dal maniacale
senatore Joseph McCarthy, famoso per lo spirito antidemocratico con cui svolse la propria attività
(chiamata “caccia alle streghe”, proprio per evidenziare l’esasperata ricerca
di qualcosa che non esisteva) finalizzata alla repressione di ogni
presunta influenza comunista nel mondo politico, culturale ed economico degli
USA.
Fortemente criticato per
l'arbitrarietà dei metodi adottati, nel 1954 McCarthy ricevette un voto di
censura da parte del senato. In ragione della sua attività, molti attori e registi videro la propria
carriera rovinata, alcuni decisero di denunciare i propri collaboratori (come
fece il regista Elias Kazan, autore di “Fronte del Porto”), altri scelsero di
suicidarsi, anche perché tra le misure era prevista quella dell’allontanamento
dai propri figli.
La personalità e l'opera di McCarthy sono state e continuano
a essere in patria oggetto di valutazioni contrapposte, dall'apologia del suo ex assistente
Cohn, che lo definiva "uomo coraggioso che aveva combattuto un male
smisurato" al giudizio severo di chi, come F.J. Cook, lo riteneva il
principale responsabile della diffusione di una pericolosa paranoia, per cui
"il più grande paese del mondo sprecava le sue energie cercando comunisti
nascosti sotto ogni letto". Lo stesso Hoover, anticomunista ed “ideatore”
dell’FBI, lo definì come un pericoloso arrivista paranoico.
Sostenuto dalle frange oltranziste del suo partito e, per
tutte le sue campagne, dalle alte sfere della Chiesa cattolica americana,
McCarthy, subì un rapido crollo quando il suo assistente Cohn esercitò pressioni sulle alte
sfere militari per ottenere licenze a pioggia e condizioni di favore per un suo
giovane collaboratore.
L'ambiente di Hollywood, dove lavoravano molti europei
simpatizzanti per le sinistre e costretti a emigrare dopo l'avvento del
nazismo, fu particolarmente colpito, ma furono colpiti anche elementi liberali.
Charlie Chaplin fu una delle persone accusate di attività antiamericane e la sua carriera
cinematografica negli USA finì nonostante egli non fosse stato dichiarato
colpevole per alcun reato.
Walt Disney (un vero e proprio agente
della CIA) testimoniò il 24 ottobre 1947 davanti alla Commissione per le
attività antiamericane; nell'interrogatorio
parlò dello sciopero avvenuto durante la lavorazione del film Dumbo. Tra l’altro
Disney era fortemente legato ad Hoover, che favoriva l’attività imprenditoriale
del re del cartone animato in cambio di soffiate, delazioni e denunce. Furono
interrogati anche Robert Taylor, Louis B. Mayer, Adolphe Menjou e Gary Cooper.
Questi artisti parteciparono a riunioni del partito socialista prima della
guerra mondiale, altri avevano avuta la “colpa” di raccogliere vestiti per i
russi, durante l’avanzata delle armate naziste.
Il compositore di colonne
sonore Elmer Bernstein fu messo nella condizione di non lavorare più alle
produzioni di primo livello. Anche Arthur Miller finì sotto inchiesta, e come conseguenza Marilyn
Monroe, moglie dello scrittore, chiese aiuto a John Fitzgerald Kennedy, il cui
fratello Robert era il braccio destro di McCarthy. Lo
sceneggiatore Dalton Trumbo fu condannato per essere affiliato al Partito
Comunista e costretto a trasferirsi in Messico, dove continuò il suo lavoro
sotto falso nome.
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