"Ogni comunista deve afferrare la verità: il
potere politico nasce dalla canna di un fucile.” (Mao tse Tung)
(09 Settembre 1976)
Muore Mao Tse Tung, presidente della Repubblica Popolare Cinese dal 1949.
Reinterprete del marxismo-leninismo alla luce dell’esperienza cinese, compie
una imponente riforma agraria, nota come il "Grande Balzo in
avanti" avviando un'imponente collettivizzazione della terra. A Mao
viene attribuita la creazione di una Cina unificata e libera dalla dominazione
straniera, ma anche una gestione del potere basata sul culto della personalità.
Nato da media famiglia
contadina, trascorse la propria giovinezza nello Hunan, dove svolse diversi
mestieri e dove poté compiere studi irregolari. Dal 1912 al 1918, nella scuola
normale di Changsha, conobbe la cultura occidentale (Darwin, A. Smith,
Rousseau, ecc.) e approfondì nel contempo la conoscenza delle tradizioni
filosofiche e letterarie della Cina. Nel 1918 si trasferì a Pechino e lavorò
all'università come aiuto bibliotecario; a contatto con Li Dazhao, direttore
della biblioteca, e con le correnti radicali e rivoluzionarie avvenne la sua
maturazione politica, aderendo nel 1920 al marxismo. Oggetto
di studio diventa l'individuo e la sua realizzazione personale, svincolato
dalle rigide strutture gerarchiche tradizionali della società cinese, dove la
ribellione all'autorità non era in alcun modo contemplate.
In questo senso, la vera "rivoluzione" fu la conoscenza
della dottrina marxista.
Dall'esperienza di quegli
anni, infatti, Mao trovò l'ispirazione per formulare una nuova visione del
marxismo. A differenza di quanto era accaduto in Inghilterra, in Cina la
rivoluzione industriale non aveva cambiato la società. Il paese era ancora
fortemente legato all'agricoltura, in cui i ricchi proprietari terrieri,
sfruttavano il lavoro dei braccianti: Mao vide proprio nelle
agitazioni contadine la fonte da cui attingere per la rivoluzione.
I contadini cinesi non erano come gli operai di Marx, motivati da precise
scelte ideologiche. La loro ribellione era molto più vicina alle imprese epiche
dei banditi/eroi delle insurrezioni popolari della storia cinese. La capacità
di Mao fu proprio quella di saper indirizzare la disperazione dei poveri
agricoltori e tradurla in potenziale rivoluzionario, tanto che nel
1928 il VI congresso comunista appoggiò la nascita in Cina di veri e propri Soviet
rurali.
Sotto la sua guida il
partito comunista salì al governo cinese vincendo la guerra civile e fondando
la Repubblica Popolare Cinese, di cui dal 1949 fu presidente.
Da presidente fu promotore di un'alleanza (rotta in seguito) con l'Unione
Sovietica e lanciò la cosiddetta grande rivoluzione culturale. A Mao sono
attribuiti la creazione di una Cina unificata e libera dalla dominazione
straniera, l'intervento cinese in Corea, l'invasione del Tibet e il conflitto
sino-indiano del 1962, l'uso della repressione e dei lavori forzati, la grande
carestia cinese la violenza della rivoluzione culturale. Come
conseguenza dell'incremento dell'aspettativa di vita la popolazione cinese è
cresciuta da circa 550 milioni a 900 milioni sotto la sua guida politica.
Inoltre il tasso di alfabetizzazione è cresciuto dal 20% nel 1949 a
oltre il 65% trent'anni dopo.
Nessun commento:
Posta un commento