mercoledì 2 ottobre 2019

La destra propone il cimitero dei feti, è bufera Cagliari,


Unione Sarda
02.10.2019

La destra propone il cimitero dei feti, è bufera Cagliari, centrosinistra e M5s contro la mozione di Fratelli d'Italia: vuole limitare le scelte delle donne

di Alessandro Pirina
CAGLIARI

Bufera a Cagliari per una mozione targata Fratelli d'Italia che punta a creare in città un cimitero dei feti, anche se i genitori non ne fanno richiesta. Ma non solo. La proposta della consigliera Stefania Loi - e appoggiata non solo dal suo partito ma anche da Lega e Psd'Az - vuole istituire un registro dei "bambini mai nati". Una sorta di schedatura delle donne che, volontariamente o meno, si trovano ad affrontare un aborto. La mozione non è stata ancora inserita all'ordine del giorno dei lavori del Consiglio comunale, ma, com'è facile immaginare, il documento ha sollevato numerose polemiche.

Con l'opposizione di centrosinistra sulle barricate. Pronti alla battaglia anche il Movimento 5 stelle e la Cgil. Tutti chiedono al centrodestra di fare un passo indietro. Che a Cagliari l'aria sia cambiata non è una novità. Massimo Zedda, leader dei Progressisti, è sempre stato in prima linea nelle battaglie per i diritti e per le donne: l'ex sindaco non ha mai mancato un appuntamento con il gay pride. Paolo Truzzu, esponente di Fratelli d'Italia, non ha mai nascosto le sue idee conservatrici nel campo dei diritti: durante la campagna elettorale circolava sui social una sua foto a un raduno di sentinelle in piedi.

Ma nonostante il cambio di maggioranza, e a di visione della società, la proposta del "giardino degli angeli" - com'è stato chiamato nella mozione - ha scosso il mondo politico. Sì, perché nel documento si chiede di istituire un registro dei bambini non nati, di sostituire la definizione di legge "prodotti abortivi" in "bambini non nati" e di creare un'area cimiteriale in cui seppellire gli embrioni anche al di sotto delle 20 settimane di gestazione anche senza richiesta dei genitori.

«Crediamo che tali proposte, oltre che essere contrarie alla legge vigente, costituiscano una inopportuna intromissione nelle scelte individuali, spesso sofferte e dolorose e dipendenti da condizioni economiche, sociali, sanitarie e comunque sempre personali e intime - sostengono in una nota congiunta i gruppi consiliari del centrosinistra -. "Riaffermare nella società civile il diritto-dovere del cittadino di sostenere e difendere la vita sin dal concepimento in tutte le sue esigenze", come si legge nella mozione, è un principio che mira a limitare la libertà di scelta delle donne in forte contrasto con quanto prevede la legge 194 sull'interruzione volontaria di gravidanza. Se questa mozione dovesse essere discussa e approvata le donne che scelgono per i più svariati motivi l'interruzione volontaria di gravidanza secondo le modalità previste dalla legge verrebbero stigmatizzate con una prassi che riconosce lo status e il nome di bambino a un embrione».

All'attacco del centrodestra anche il Movimento 5 stelle. «La maggioranza di Truzzu - dichiara il deputato Mario Perantoni - forse non avendo nessuna buona proposta per il futuro della città, vuole istituire un cimitero dei feti. Io sono scioccato da quest'assurda idea. L'interruzione volontaria della gravidanza è regolata da una buona legge dello Stato ed è un diritto delle donne». «Mi spoglio dalla mia appartenenza politica e scrivo da donna e madre - aggiunge Desirè Manca, capogruppo in Regione del M5s -. Capisco che perdere un figlio durante la gestazione, magari anche in fase avanzata, sia un trauma e comprendo il desiderio di avere un luogo dove poterlo seppellire e piangere. Ma in questa azione vedo il tentativo inquietante di gestione di questioni che appartengono a scelte decisive per la vita delle donne. E lo trovo inaccettabile».

La Cgil si dice sconcertata. «È una materia normata che finora ha garantito regole universali e diritti costituzionali e pertanto non si capisce proprio l'esigenza di minare, a meno che non si voglia mettere in discussione l'autodeterminazione delle persone, la libera scelta delle donne e imporre, tramite provvedimenti amministrativi, cosa si deve o non si deve fare per non urtare la presunta etica comune».

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Federico Marini
skype: federico1970ca



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