sono tra le centinaia di migliaia di persone che in questi
mesi è scesa in piazza per ridare alla difesa dell’ambiente e alla lotta
ai cambiamenti climatici la
centralità assoluta che merita nel dibattito pubblico e nell’agenda politica
del mondo. Ha ragione Papa Francesco, quando
ci invita alla cura verso la nostra casa comune e di conseguenza alla critica
di un modello di sviluppo predatorio che offende l’ecosistema e mette a rischio
la sopravvivenza della Terra e dell’uomo.
Sono convintissimo che
tutelare l’ambiente e mettere in discussione il modo di produzione
capitalistico siano obiettivi e pratiche inscindibili. Non c’è ecologismo senza lotta agli
attuali meccanismi di produzione e sviluppo, non c’è critica al presente senza
riconversione ecologica dell’economia.
E sono tra quelli che -
così concludiamo le presentazioni -, all’interno dei polverosi organismi
dirigenti della sinistra italiana, sostiene si debbano aprire porte e finestre
alla tua generazione, ai sogni, ai
desideri, all’entusiasmo di quelle centinaia di migliaia di ragazze e ragazzi che,
come te, non si arrendono. Sarà per vicinanza anagrafica, sarà per la
convinzione che senza una rivoluzione di linguaggi, pratiche e facce (gruppi
dirigenti, biografie individuali e collettive) non c’è futuro né per la
sinistra né per il nostro continente.
Mi rivolgo a te e, tramite te, a tutte loro e tutti loro. Se
è vero che la lotta per l’ambiente è una lotta per un sistema economico più
giusto, per un altro modo di intendere il rapporto tra l’uomo, la natura e la
società, allora è vero che la lotta per l’ambiente che tu e voi
state animando è in primo luogo una lotta per un presente e un avvenire di
pace, libertà e democrazia.
Gli stessi governi, lo stesso sistema economico che “ferisce
e uccide la Terra e il cuore dell’uomo” (uso ancora le parole di Francesco)
calpestano quotidianamente la libertà dei popoli e i loro diritti.
In questi giorni, come
sai e sapete, la Turchia di Erdogan ha
dichiarato guerra - con il sostegno implicito degli Stati Uniti - al popolo
curdo. Un popolo senza
patria e perseguitato e che in questi anni ha guidato la lotta vittoriosa
contro i terroristi dell’Isis e ha dato vita, proprio nel nord della Siria, a
un’esperienza politica e sociale straordinaria, il confederalismo
democratico, fondato sull’uguaglianza e sulla parità di genere. Un avamposto di democrazia e
libertà in un Medio Oriente martoriato e preda di disegni teocratici e
autoritari è oggi sotto le bombe di Erdogan. L’invasione via terra e i
bombardamenti hanno già rafforzato l’Isis, liberandone migliaia di prigionieri,
e ridato fiato al suo progetto criminale. Erdogan è oggettivamente alleato
dell’Isis, con la copertura di Trump.
L’Unione Europea, nel
frattempo, continua a consentire la vendita di armi alla Turchia e a guardare
imbelle compiersi questa immane tragedia. Sarebbe un gesto politico straordinario che tu, Greta, e il movimento che rappresenti vi
faceste promotori di una grande mobilitazione contro la guerra e in solidarietà
con il popolo curdo. Una grande mobilitazione che chiedesse il blocco della
vendita delle armi alla Turchia e la nascita di forme di solidarietà e
interposizione pacifica a sostegno del popolo curdo e degli alleati che in
queste ore si stanno schierando dalla loro parte.
Mi piacerebbe vedere animate queste manifestazioni dalla tua
generazione, dalle sue parole d’ordine, da quella straordinaria capacità di
convincimento che può incidere ben più dei nostri comizi e dei nostri
comunicati stampa. Come vedi non vogliamo mettere nessun cappello al vostro
impegno, come talvolta maldestramente a sinistra facciamo, ma spingervi a
proseguire sulla strada che avete tracciato.
Oltre che un gesto politico straordinario, sarebbe la
risposta migliore alle accuse, alle offese, alle denigrazioni che hai e avete
subito in questi mesi e in queste settimane. Organizziamoci, noi ci siamo,
mettendo a disposizione tutto quel che abbiamo, a partire dalla nostra
passione.
Simone Oggioni
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