giovedì 17 ottobre 2019

Al Capone, il gangster di Chicago



(17 ottobre 1931) Il gangster italo-americano Al Capone viene condannato per frode fiscale. Soltanto in questo modo, la polizia di Chicago riesce ad arrestare uno dei più sanguinari gangster della criminalità organizzata americana degli anni ‘20. Potentissimo, padrone del commercio clandestino degli alcolici durante il proibizionismo, Al Capone, soprannominato “Scarface” per un’evidente cicatrice sul volto, fino ad allora era riuscito sempre a schivare la giustizia anche attraverso la corruzione di giudici e procuratori del sistema giudiziario U.S.A.

Alphonse Capone nacque a Brooklyn nel gennaio del 1899 da una famiglia italiana (ultimogenito dei nove figli nati da Gabriele Capone, 1865-1920, barbiere di Angri, e di Teresa Raiola, 1867-1952, sarta anch’essa di Angri, ambedue immigrati negli Stati Uniti alla fine dell'Ottocento). Poco più che ragazzino era già avviato sulla strada della criminalità al soldo di un’ambigua “fratellanza” che raccoglieva i lavoratori di origine italiana, dietro cui si celavano mafiosi come Johnny Torrio e Lucky Luciano. Al desiderio del padre che l’avrebbe voluto con sé nel negozio di barbiere, il giovane criminale preferì il futuro ben più remunerativo da gangster, facendosi precocemente notare dai boss locali per l’ambizione e la crudeltà.

Proprio al periodo di apprendistato criminale risale il leggendario soprannome Scarface, affibbiatogli in ragione di una vistosa ferita al lato sinistro del volto, dopo aver partecipato ad una furibonda rissa quando faceva il buttafuori nel locale Harvard Inn di Coney Island. Fu lo stesso boss Johnny Torrio a volerlo con sé nella nuova piazza mafiosa di Chicago nel 1920, dove Capone si trasferì con la moglie Mae e il figlio Albert Francis, ponendo le basi di un impero criminale con un giro d’affari da centinaia di milioni di dollari basato su contrabbando, prostituzione, racket, gioco d’azzardo e altre attività illecite.

Nel 1930 Capone fu dichiarato "nemico pubblico numero uno" dalla stampa statunitense e da J. Edgar Hoover (capo e creatore della struttura conosciuta col nome di FBI), che lo inserì nella lista dei criminali più pericolosi. Andrew Mellon, segretario del Dipartimento del Tesoro, guidò la battaglia del governo statunitense contro Capone e affidò il caso all'agente speciale Eliot Ness, che formò una squadra di funzionari esperti e incorruttibili, che si erano guadagnati il nomignolo di "intoccabili", i quali intercettarono le telefonate ed esaminarono tutte le transazioni finanziarie dei soci di Capone per incastrarlo, intraprendendo anche sequestri di carichi di alcolici.

Il 6 ottobre 1931 Capone si presentò in un tribunale federale per l'inizio del suo processo; i suoi sodali si erano procurati l'elenco dei potenziali giurati popolari e cominciarono a corromperli con ogni mezzo possibile, ma all'ultimo momento la giuria fu sostituita da una completamente nuova, che venne messa sotto protezione. Il 17 ottobre la nuova giuria giudicò Capone colpevole solo di una parte delle imputazioni per evasione fiscale, condannandolo comunque a undici anni di carcere e a una pesante multa di 50.000 dollari.

Dopo aver scontato anni di prigionia nella famigerata prigione di Alcatraz (oggi chiusa ed utilizzata come intrattenimento per i turisti) Capone, affetto da una demenza derivata dalla sifilide, venne fatto ricoverare dalla moglie Mae in un ospedale di Baltimora, dal quale venne dimesso nel marzo 1940. Dopo aver lasciato Baltimora, Capone si ritirò nella sua tenuta di Miami, dove continuò le cure; infine, il 25 gennaio 1947, venne colpito da un ictus e da una polmonite causati dalla malattia, che lo portarono alla morte all'età di 48 anni. Capone venne seppellito al Mount Carmel Cemetery di Chicago.

Tra i misteri che circondano la sua vita, anche una curiosità: sulla sua tomba a Chicago c’è sempre almeno un sigaro fresco; ignoto il “fan” che porta regolarmente l’omaggio.


Nessun commento:

Posta un commento