Le Vie, le Strade, le
Piazze e le Statue si dedicano a personaggi positivi, illustri, che
rappresentino la memoria storica e l’identità di una Comunità: per quello che
hanno realizzato e fatto per la stessa. Non si dedicano ai loro carnefici. Ai
loro oppressori.
Continuare a tenerci i
tiranni sabaudi nella nostra toponomastica, significa perpetuare il loro
dominio simbolico: riconoscere loro una permanente presenza storica, come fossero
stati nostri benefattori e non despoti, oppressori e sanguinari. Che in tal
modo continuerebbero a “segnare” e a “marchiare” il nostro territorio,
facendola, loro da padroni e dominus e noi da sudditi, vassalli subalterni e
servi.
Per 226 anni ci hanno
represso e sfruttato: “La Sardegna fu sempre trattata con modi indegni dal
Governo, sistematicamente negletta, poi calunniata, bisogna dirlo altamente”
(Mazzini). Ci hanno riempito di contumelie e insulti: “Popoli sardi nemici
della fatica, feroci e dediti al vizio” (Alessandro Doria del Maro, vice re
negli anni 1724-26).
Hanno tentato di
distruggere la nostra civiltà ed economia comunitaria (Legge
delle chiudende in primis e abolizione dei diritti ademprivili); di
estirpare la lingua sarda, disprezzata, proibita e criminalizzata (Carlo Baudi di Vesme
nell'opera Considerazioni politiche ed economiche sulla Sardegna, scrive che
era severamente proibito l’uso del dialetto (sic!) sardo e si prescriveva
quello della lingua italiana anche per incivilire alquanto quella nazione!).
E noi dovremmo
continuare a omaggiarli? Permettendo che continuino a campeggiare nelle nostre
Strade e Piazze? Come eroi?
Di
Francesco Casula
Storico
e saggista
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