lunedì 11 novembre 2019

Perché sloggiare i Savoia. Di Francesco Casula




Le Vie, le Strade, le Piazze e le Statue si dedicano a personaggi positivi, illustri, che rappresentino la memoria storica e l’identità di una Comunità: per quello che hanno realizzato e fatto per la stessa. Non si dedicano ai loro carnefici. Ai loro oppressori.

Continuare a tenerci i tiranni sabaudi nella nostra toponomastica, significa perpetuare il loro dominio simbolico: riconoscere loro una permanente presenza storica, come fossero stati nostri benefattori e non despoti, oppressori e sanguinari. Che in tal modo continuerebbero a “segnare” e a “marchiare” il nostro territorio, facendola, loro da padroni e dominus e noi da sudditi, vassalli subalterni e servi.

Per 226 anni ci hanno represso e sfruttato: “La Sardegna fu sempre trattata con modi indegni dal Governo, sistematicamente negletta, poi calunniata, bisogna dirlo altamente” (Mazzini). Ci hanno riempito di contumelie e insulti: “Popoli sardi nemici della fatica, feroci e dediti al vizio” (Alessandro Doria del Maro, vice re negli anni 1724-26).

Hanno tentato di distruggere la nostra civiltà ed economia comunitaria (Legge delle chiudende in primis e abolizione dei diritti ademprivili); di estirpare la lingua sarda, disprezzata, proibita e criminalizzata (Carlo Baudi di Vesme nell'opera Considerazioni politiche ed economiche sulla Sardegna, scrive che era severamente proibito l’uso del dialetto (sic!) sardo e si prescriveva quello della lingua italiana anche per incivilire alquanto quella nazione!).

E noi dovremmo continuare a omaggiarli? Permettendo che continuino a campeggiare nelle nostre Strade e Piazze? Come eroi?

Di Francesco Casula
Storico e saggista

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