Venerdì 30
Dicembre, dalle ore 18:00 alle ore 21:00
Museo Ciusa,
Piazza Santa Margherita della neve, Nuoro
Secondo appuntamento della rassegna
"I misteri di un'anima - Espressionismo tedesco nel cinema", a cura
di Francesco Pirisi, per il CINEMAN, piattaforma per il cinema d’autore
concepita come un laboratorio permanente per la conoscenza ed il confronto.
ORE 18: proiezione del film di Fritz Lang, "M - Il mostro di Dusseldorf", 1931, introdotto dal critico cinematografico Alessandro Stellino. A seguire degustazione Colle Nivera, Cantina Colle Nivera.
ORE 18: proiezione del film di Fritz Lang, "M - Il mostro di Dusseldorf", 1931, introdotto dal critico cinematografico Alessandro Stellino. A seguire degustazione Colle Nivera, Cantina Colle Nivera.
Ingresso gratuito fino ad
esaurimento posti
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I Misteri di un'Anima - Espressionismo
Tedesco nel Cinema
La rassegna si articola in quattro proiezioni. Le prime tre sono dedicate ai classici del cinema espressionista tedesco: "Nosferatu" di Friedrich W. Murnau, "M-Il mostro di Dusseldorf" di Fritz Lang, "Il gabinetto del Dottor Caligari" di Robert Wiene, film che trasformano radicalmente l’immaginario cinematografico ripensando il set come luogo di visioni allucinate, come territorio in cui si realizzano incubi e paure e l’uomo deve fare i conti col proprio inconscio. La deformazione scenografica, l'uso di prospettive alterate, la tendenza ad attribuire tratti biomorfi all'inanimato, sono il risultato del trasferimento di moduli desunti dalla pittura, così come il forte contrasto di luce e ombra, di bianco e nero, trova fonti di riferimento nelle esperienze figurative, in particolare nel campo della grafica. Interni angusti e opprimenti, l'universo delle macchine, la strada - temi e soggetti indagati in pittura - trovano una diffusione così ampia da costituirsi quasi a 'icone' del cinema espressionista tedesco.
La ricerca condotta a partire dai primi del Novecento da artisti come Ernst Ludwig Kirchner, Otto Müeller, Emil Nolde, Franz Marc e Alexej von Jawlensky – le cui opere sono visibili al MAN fino al 05.02.2017 - aveva infatti cambiato profondamente il modo di fare arte,influenzando anche le altre discipline, dalla letteratura al teatro alla musica e trovando una grande corrispondenza nel cinema degli albori. La realtà oggettiva non esiste più ma esiste solo il modo soggettivo e visionario con cui è percepita.
La rassegna si articola in quattro proiezioni. Le prime tre sono dedicate ai classici del cinema espressionista tedesco: "Nosferatu" di Friedrich W. Murnau, "M-Il mostro di Dusseldorf" di Fritz Lang, "Il gabinetto del Dottor Caligari" di Robert Wiene, film che trasformano radicalmente l’immaginario cinematografico ripensando il set come luogo di visioni allucinate, come territorio in cui si realizzano incubi e paure e l’uomo deve fare i conti col proprio inconscio. La deformazione scenografica, l'uso di prospettive alterate, la tendenza ad attribuire tratti biomorfi all'inanimato, sono il risultato del trasferimento di moduli desunti dalla pittura, così come il forte contrasto di luce e ombra, di bianco e nero, trova fonti di riferimento nelle esperienze figurative, in particolare nel campo della grafica. Interni angusti e opprimenti, l'universo delle macchine, la strada - temi e soggetti indagati in pittura - trovano una diffusione così ampia da costituirsi quasi a 'icone' del cinema espressionista tedesco.
La ricerca condotta a partire dai primi del Novecento da artisti come Ernst Ludwig Kirchner, Otto Müeller, Emil Nolde, Franz Marc e Alexej von Jawlensky – le cui opere sono visibili al MAN fino al 05.02.2017 - aveva infatti cambiato profondamente il modo di fare arte,influenzando anche le altre discipline, dalla letteratura al teatro alla musica e trovando una grande corrispondenza nel cinema degli albori. La realtà oggettiva non esiste più ma esiste solo il modo soggettivo e visionario con cui è percepita.
Un singolo
dettaglio può corrispondere all’insieme, le gerarchie e le proporzioni non sono
rispettate, i colori sono antinaturalistici. L’uomo acquista una centralità che
risponde alla precisa esigenza di manifestare le proprie pulsioni interiori,
liberandole dai condizionamenti della cultura di massa, affrontando i limiti
dello sviluppo individuale sotto le pressioni di una società frammentata.
Queste tematiche, rese nei primi film in rassegna con mezzi pioneristici, sono
ancora oggi di estrema attualità. Proprio in virtù di questa consapevolezza il
quarto appuntamento prevede la proiezione di un film recente che indaga gli
stessi temi: "Il cigno nero" di Darren Aronofsky.
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