La mia ex moglie, quando non eravamo
ancora sposati, mi convinse a visitare la basilica si S.Croce, a Firenze.
Eravamo una quindicina di amici, e l'obbiettivo era arrivare sino alla punta
più alta. Dopo numerosi scalini, una porta si apriva all'interno della cupola,
dove c'erano numerosi affreschi riguardanti Inferno, Purgatorio e Paradiso. Uno
stretto passaggio circolare permetteva di vedere da vicino l'affresco, ma la
situazione era piuttosto strana, ed invitava alla riflessione. Nella parte
riservata al paradiso c'erano uomini e donne che passeggiavano sulle nuvole, a
volte con le mani giunte, a volte con le braccia aperte, come se stessero
attendendo un amico invisibile. Certo, dava un senso di profonda armonia e pace,
come se ognuno di loro avesse, parafrasando Ax, avviato la cura Bob Marley, con
l’aggiunta di una buona dose di tranquillanti.
Nel purgatorio gente più o meno
normale, un po' infastidita, che guardava verso l'alto, invidiosa dei beati che
si trovavano già nella tranquilla pace del Paradiso. Nella parte inferiore,
naturalmente, l'Inferno. Eh... un casino assoluto, gente che ballava, che faceva
l'amore, un tizio aveva anche un flauto nel culo, e poi petardi, sorrisi
sdentati stile mercato di Via Quirra, gente bevendo vino e mangiando a quattro
ganasce, prostitute di ogni colore, gente che si faceva scherzi, gente che
rotolava, qualcuno si staccava un pezzo di braccio e lo offriva, generosamente,
ad un diavolo affamato, donne e uomini nudi. Forse quei personaggi facevano
parte della Firenze di un tempo, ma coi ragazzi della compagnia ci trovammo
tutti d'accordo.
Cioè, il Paradiso, raffigurato in quel
modo, era insopportabile. Gente che passeggiava sulle nuvole con la faccia
beata, senza parlare, senza guardarsi in faccia, Nell'Inferno era tutta
un'altra storia, divertimento puro, sembrava di trovarsi ad una festa in
maschera ben organizzata, stravizi a non finire... Se l'affresco fosse stato
fatto ai nostri giorni, ci sarebbe stata gente pippando di brutto, varie
droghe, popper, e poi bonghi, capelli rasta, pusher elargendo pastiglie di ogni
genere. Insomma, io non eccedo, faccio un vita abbastanza modesta, massimo sigarette.
ma l'autore ha sbagliato tutto, perché se le cose stanno davvero così, mille,
mille volte meglio l'Inferno. Almeno poteva dipingere qualche tortura, gente
soffrendo, ringhiando, bruciando, invece, niente, c'erano anche diavoli tirando
mortaretti. Nel Paradiso, almeno, in quello raffigurato in quel modo, una noia
mortale, a passeggiare tra le nuvole con quell'aria trasognata, Paolo Brosio, maxi conferenze di Giovanardi sulla famiglia tradizionale... aiuto!
Cioè, se quel bellissimo affresco
voleva invitare le persone a non peccare, l'artista non ha proprio capito una
mazza... Poi, diciamoci la verità, a conti fatti all'Inferno troviamo gente più
interessante. Rock band, poeti maledetti, anticristo di tutte le razze, donne
peccaminose, uomini dagli atteggiamenti discutibili, libertini ed a tratti
masochisti. Poi l'Inferno, ne sono sicuro, è a netta maggioranza comunista. In
paradiso chi trovo? Le mie catechiste, Santa Maria Goretti, qualche papa,
aiuto, le pastorelle di Fatima. Mi dispiacerebbe solo non poter parlare con S.
Francesco e sopratutto Gesù Cristo. Poi, se le cose stanno in questo modo, non
incontrerei mia mamma, e la cosa mi dispiacerebbe assai.
Non so se tra Paradiso ed Inferno si
possa comunicare, oppure siano comparti a tenuta stagna. Nel primo caso, mia
madre sarebbe contenta nel vedere che mi diverto, certo, quando mi darei agli
stravizi ed alle donnacce mi nasconderei, ma dopo ritornerei col sorriso beato,
e la saluterei, e le manderei baci, tanti baci... E lei che mi urla:
"mangia figlio mio, mangia, e mi raccomando la flanella!" Ed io le
direi di rimando "tranquilla mà, qui c'è un caldo boia, e poi tra poco ci
mettono sulla graticola." E questo per l'eternità, vedere mia mamma
tranquilla e serena, che parla con le amiche della Chiesa, ed io che ballo con
le più belle ed affascinanti zoccole della storia. Insomma, non sarebbe poi
tanto male, e poi ci sono sempre i dittatori schizzati, che sanno sempre come
riempire i tempi morti...
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