Unione
Sarda
Orgoglio
a cinque stelle, parla l’ex
Sindaco di Assemini
Puddu:
«Un ritardo imbarazzante, il centrodestra è solo un'ammucchiata»
Il ritardo nella nomina della Giunta
non è una sorpresa per Mario Puddu, leader del Movimento 5 Stelle: «Il
risultato è davanti agli occhi di tutti, imbarazzante e vergognoso». Conferma
la distanza con la Lega, «siamo molto diversi da loro» e non risparmia stoccate
al coordinatore regionale del Carroccio Eugenio Zoffili ricordando che «non è
Di Maio a essere nervoso, ma i sardi visto che loro non sanno risolvere i
problemi».
Puddu è stato il grande assente alle
Regionali, avendo rinunciato alla candidatura dopo la condanna a un anno per
abuso d'ufficio. È stato il primo sindaco penstastellato in Sardegna, ad
Assemini (unico Comune, con Pomezia, in cui i grillini hanno ottenuto il
secondo mandato), e coordinato la campagna elettorale per le Politiche quando
il M5S ha superato il 40%.
L'affondo
di Di Maio è una presa di distanza dalla Lega?
«Lo chiede alla persona giusta che,
pur condividendo in pieno la scelta di giugno (non avevamo alternative), non ha
mai risparmiato dissenso dai modi e toni del ministro Salvini. Non dimentico le
parole poco simpatiche su sardi e meridionali. Ora ci sono gli immigrati ma penso
che la filosofia del ministro sia la stessa e a me non piace».
Sempre
più distanti?
«Il Movimento era e rimane molto
diverso dalla Lega. Nasce con altre motivazioni. Ora c'è il contratto, l'unica
via praticabile, ma questo non ci impedirà di cercare di portare a casa il
maggior numero di risultati per gli italiani».
Il
coordinatore della Lega in Sardegna sostiene che Di Maio sia
nervoso
per la sconfitta alle Regionali.
«Di Maio è tranquillo e si preoccupa
per i sardi che iniziano a essere nervosi. I problemi che dovevano essere
risolti in 48 ore da una Giunta pronta in 15 minuti sono ancora tutti lì. Sui
trasporti la Lega dovrebbe chiedere conto al presidente Solinas, che qualche responsabilità
per lo stato catastrofico dei collegamenti ce l'ha».
Che
messaggio vorrebbe mandargli?
«Il momento dell'esultanza è finito:
un politico qualunque e mediocre si accontenta di vincere e si crogiola nella
poltrona appena conquistata. Io amo i politici che godono della vittoria
portando benefici ai cittadini».
Cosa
pensa del ritardo per la Giunta?
«Lo abbiamo detto chiaramente in campagna
elettorale: conoscendo il centrodestra sardo era scontato che avvenisse ciò che
abbiamo ogni giorno sotto gli occhi. Avevamo messo in guardia contro le ammucchiate».
Magari
serve tempo per valutare i nomi.
«No. Il centrodestra si rivela per
quello che è: solo un'operazione machiavellica per la vittoria numerica senza
portare beneficio alla comunità».
L'attesa
che cosa può causare?
«Il ritardo lo pagano i sardi e la
nostra terra. Le emergenze sono ancora lì, che gridano vendetta. E chi aveva
promesso ai sardi di risolverle sta litigando per le poltrone. Il paradosso è
che, quando inizieranno, le cose non potranno che peggiorare».
Che idea
si è fatto del Consiglio regionale?
«Non hanno ancora iniziato. Sono
ovviamente felice per il nostro ingresso. Conosco i nostri neo consiglieri, son
pieni di entusiasmo e sono convinto che difenderanno le istanze dei sardi e
lotteranno in tutti i modi, dai banchi dell'opposizione, per denunciare ogni manovra
volta a favorire interessi privati a discapito dei collettivi».
Superato
il rammarico per non essersi candidato?
«Il colpo è stato molto duro, ma se
nella vita ho imparato che le difficoltà ci rafforzano, allora non posso che
augurarmi che accada anche in questo caso».
Siete
pronti per la prova delle Europee?
«Certo che lo siamo e in questi mesi
di governo ho capito ancora di più che siamo l'unica forza politica in grado di
cambiare la nostra società».
A
Bruxelles si può incidere?
«È un luogo fondamentale. In questi
cinque anni l'operato degli europarlamentari dei Cinquestelle è stato giudicato
il migliore, ma c'è ancora tantissimo da fare».
Poi ci
saranno le amministrative. Proverete a prendervi Cagliari?
«Non esiste una città più importante
di altre in Sardegna. Ma se devo citarne una (esclusa Assemini) questa è
proprio Cagliari, il nostro capoluogo. Certo, sarebbe bella una città a 5
Stelle, ma non abbiamo l'assillo della poltrona».
Vuol dire
che prima bisogna superare eventuali attriti?
«Il Movimento c'è quando ha la consapevolezza
di poter contribuire a migliorare la qualità di vita dei cittadini: altrimenti
non siamo costretti a presentarci, come alle Regionali del 2014».
Matteo Sau
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