(13 novembre 1998) A Roma
viene arrestato il leader del PKK Abdullah Ocalan, arrivato a
Roma il 12 novembre 1998 ed accompagnato da Ramon Mantovani, deputato di
Rifondazione Comunista. Il leader del PKK si consegnò spontaneamente alla
polizia italiana, sperando di ottenere asilo politico, ma la minaccia di
boicottaggio verso le aziende italiane spinse il governo D'Alema a ripensarci,
attirando su di sé critiche per la sua mancanza di coraggio.
Il governo decise di far
partire Abdullah Ocalan, ufficialmente, con la formula di un “allontanamento
volontario”: il giorno prima di partire Ocalan scrisse una lettera in cui
sosteneva di aver deciso spontaneamente di lasciare l’Italia, anche se molti
pensarono che fosse stato costretto a farlo. Gli furono proposte diverse
destinazioni, principalmente in Africa (Guinea, Guinea Bissau, Mali,
Sudafrica), ma Ocalan le rifiutò, ritenendole poco sicure. Si
fecero numerose ipotesi, ma non era facile trovare un paese disposto ad
accogliere il capo del PKK. Dopo 65 giorni in Italia, il 16 gennaio 1999,
Ocalan fu convinto a partire per Nairobi, in Kenya.
Proprio a Nairobi Ocalan fu
condannato a morte il 29 giugno del 1999 per attività separatista armata, considerata
terrorismo da Turchia, Stati Uniti ed Unione europea. La pena è stata commutata
in ergastolo nel 2002, allorché la Turchia abolì la pena di morte (anche per
far parte dell'Unione Europea). Da allora è l'unico detenuto
dell'isola-prigione di Imrali, un carcere di massima sicurezza.
Il suo arresto provocò
immediatamente una serie di massicce proteste di Curdi e non, che in vari Stati
presero d'assalto le sedi diplomatiche greche. Essi ritenevano
che il loro capo fosse stato tradito proprio dai Greci e che proprio questi lo
avessero consegnato al nemico. Anche in Italia, a causa dell'arresto, vi furono
manifestazioni di protesta: a Roma sfociarono in scontri che portarono a
perquisizioni ed arresti. Perché Ocalan è considerato un eroe dal popolo curdo
della Turchia? Perché dal 1923, ovvero da quando esiste la Repubblica Turca, i
curdi non hanno mai avuto il diritto di esprimersi nella loro lingua, di avere
libri e giornali nella loro lingua, di avere loro partiti politici.
Ocalan a partire del 1978,
cioè dalla fondazione del PKK, il partito dei lavoratori curdi, ha fatto della
liberazione del Kurdistan turco una priorità per il popolo curdo,
servendosi anche di metodi terroristici: attacchi alle caserme turche, ai
politici turchi ma anche agli stessi curdi ritenuti collaborazionisti del
governo.
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