L'ultimo
episodio è di tre giorni fa: un'auto è finita con una ruota dentro una grossa
buca a Su Siccu mentre era in corso un temporale. Di recente
si sono registrati problemi simili in via Cadello, via Is Mirrionis, via Cinquini, viale Diaz,
sull'Asse mediano e a San Michele.
Per tacere di piazza D'Armi, storicamente soggetta a un rischio crollo ben più esteso vista la
conformazione del sottosuolo. La
città sembra una gruviera pronta a cedere al primo scrosciar di pioggia. Cinque
anni fa l'Istituto superiore per la protezione e ricerca sull'ambiente aveva
piazzato il capoluogo al terzo posto in Italia per possibili sprofondamenti. Sotto Cagliari ci sono cavità. Ma spesso
ciò che accade è conseguenza dell'intervento umano.
Piazza
D'Armi Sono essenzialmente due le cause dei
cedimenti. «La vetustà della rete idrica e gli allagamenti di alcune zone nelle quali si raccoglie l'acqua piovana», sottolinea Alessio
Mereu, assessore comunale alla Mobilità, «mentre piazza D'Armi è un caso a parte». Come l'adiacente quadrilatero formato dalle vie
Peschiera, Marengo, Pastrengo e Castelfidardo, dove nell'agosto 2008 si era creato un enorme buco nel quale era caduta un'auto. Il cedimento più eclatante risale al 1993: nel mezzo della strada si creò
una voragine profonda 4 metri e lunga 13. Lì
sotto c'è uno “sinkhole”, una dolina: l'erosione delle rocce calcaree e le infiltrazioni d'acqua
provocano smottamenti e crolli.
L'area di
via Peschiera poggia su ex cave di pietra dalle quali, nei secoli, è stato
estratto il materiale utilizzato per costruire. Il sottosuolo, svuotato, era stato poi
riempito «con materiale inadatto» sul quale poi erano state poggiate le fondazioni delle abitazioni. «Il basamento precario e il lavorio
dell'acqua hanno fatto il resto». Gli interventi di ripristino sono quasi conclusi, manca il terzo lotto.
Lì sotto
sono stati realizzati tre tunnel ad altezza d'uomo che contengono gli impianti
tecnologici e gli allacci alle abitazioni, le reti idrica, per le acque bianche
e nere, dell'illuminazione, della telefonia e della fibra ottica. Per riempire
la cavità di piazza d'Armi invece saranno utilizzati 5 mila metri cubi di
argilla espansa. Poi arriverà la rotatoria. I lavori sono stati aggiudicati, si
attende l'ok della Regione allo studio geotecnico del Comune.
Materiale
inadatto Tutti gli altri episodi, o quasi, secondo l'assessore Mereu derivano dal
«rischio idrogeologico» e dal «materiale inadeguato» utilizzato nella costruzione
di strade e marciapiedi. In viale Europa lo scorso febbraio «la strada si è aperta per
alcune lesioni nelle quali l'acqua piovana è entrata allargando la breccia. Al momento della sua realizzazione non era stato creato un
sottofondo adeguato al peso da sostenere». I lavori di ripristino cominceranno «entro
dicembre». Poi ci sono le decine di buche e avvallamenti provocati dalle
perdite nelle reti idriche. Così
è accaduto a Su Siccu e, qualche settimana va, davanti alla basilica di Bonaria. «Le tubature sono vecchie, per sostituirle serve un impegno economico
elevato».
Depressioni
e collettori Il rischio idrogeologico, con conseguenti allagamenti, coinvolge
viale Diaz, l'Asse mediano, via Dell'Agricoltura e del Fangario, la zona di Terramaini,
via Campeda e, principalmente, Pirri. Qui
con «30 milioni di
euro» arriveranno «due collettori per intercettare l'acqua che inonda piazza Italia» e un terzo «nella
zona di via Donori e via Dolianova».
Nell'Asse mediano i problemi per la gran parte «sono stati risolti». In via Campeda, più bassa
rispetto al territorio circostante,
sarà realizzata «una vasca di raccolta dell'acqua
piovana».
Nella
zona artigianale servono accordi col Comune di Elmas. Sono disponibili gli 8
milioni stanziati per tre anni (sino al febbraio 2022) col Global service, il
servizio di pronto intervento e prevenzione per la sicurezza stradale. Il
problema di viale Diaz, sotto quota, sarà risolto «con due piastre di
laminazione» da sistemare «coi lavori della metropolitana leggera».
Andrea Manunza
Articolo
tratto da L’unione Sarda del 08.12.2019
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
Ci sono
rifiuti un po' dappertutto, ma in particolare nelle zone periferiche.
L'epicentro dell'emergenza è sempre nel quartiere San Michele. «Non facciamo in
tempo a pulire e tutto torna come prima, ovvero riprendono ad abbandonare di
tutto», dice un operaio della Devizia mentre rimuove con due suoi colleghi una
montagna di rifiuti nella piazzetta all'angolo tra via Abruzzi e via Emilia.
San Michele
La raccolta
differenziata non decolla a San Michele. Sono tantissimi i cittadini che pagano
le tasse e conferiscono i rifiuti nei cassonetti, ma sono di gran lunga di più
i cafoni dell'indifferenziato. Nel quartiere ci sono tantissime discariche.
Muore e rinasce a tempo di record quella di via Bosco Cappuccio, dove il
marciapiede da tempo è stato trasformato in immondezzaio. Stesse scene in via
Podgora e via Abruzzi, ma anche davanti alla chiesa della Medaglia Miracolosa.
Nel centro le
cose vanno un po' meglio, almeno durante la mattinata. Ma i maleducati non
mancano di certo in via Garibaldi e vicino alla stazione di piazza Matteotti.
Bustoni neri fanno brutta mostra in viale Trieste accanto a una vecchia
carrozzina e in viale Poetto.
Via Vasco De Gama
Il quartiere
Sant'Elia ieri mattina si presentava tutto sommato bene con qualche scatolone
sui marciapiedi in piazza Boi e via Alziator. Poca cosa rispetto ad alcuni
rifiuti ingombranti depositati insieme a decine di scatole e buste nella
piazzetta all'ingresso di via Vasco De Gama. «Quasi tutti fanno la raccolta
differenziata - dice un signore che deposita l'umido in un cassonetto - ma
anche qui ci sono i maleducati». Già, i maleducati. Che non mancano nemmeno
dall'altra parte della città, per la precisione nell'area verde tra il colle
San Michele e l'ospedale Microcitemico, dove ci sono tre discariche gigantesche
con tutto il campionario possibile e immaginabile in materia di rifiuti: vecchi
elettrodomestici poltrone, materassi, bottiglie di vetro, plastica in tutte le
sue declinazioni, giocattoli e televisori.
Francesco Pintore
Articolo
tratto da “L’Unione Sarda” del 06 Dicembre 2019
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