lunedì 9 dicembre 2019

Cagliari. Città gruviera tra crolli e cedimenti. Allarme spazzatura




L'ultimo episodio è di tre giorni fa: un'auto è finita con una ruota dentro una grossa buca a Su Siccu mentre era in corso un temporale. Di recente si sono registrati problemi simili in via Cadello, via Is Mirrionis, via Cinquini, viale Diaz, sull'Asse mediano e a San Michele. Per tacere di piazza D'Armi, storicamente soggetta a un rischio crollo ben più esteso vista la conformazione del sottosuolo. La città sembra una gruviera pronta a cedere al primo scrosciar di pioggia. Cinque anni fa l'Istituto superiore per la protezione e ricerca sull'ambiente aveva piazzato il capoluogo al terzo posto in Italia per possibili sprofondamenti. Sotto Cagliari ci sono cavità. Ma spesso ciò che accade è conseguenza dell'intervento umano.

Piazza D'Armi Sono essenzialmente due le cause dei cedimenti. «La vetustà della rete idrica e gli allagamenti di alcune zone nelle quali si raccoglie l'acqua piovana», sottolinea Alessio Mereu, assessore comunale alla Mobilità, «mentre piazza D'Armi è un caso a parte». Come l'adiacente quadrilatero formato dalle vie Peschiera, Marengo, Pastrengo e Castelfidardo, dove nell'agosto 2008 si era creato un enorme buco nel quale era caduta un'auto. Il cedimento più eclatante risale al 1993: nel mezzo della strada si creò una voragine profonda 4 metri e lunga 13. Lì sotto c'è uno “sinkhole”, una dolina: l'erosione delle rocce calcaree e le infiltrazioni d'acqua provocano smottamenti e crolli.

L'area di via Peschiera poggia su ex cave di pietra dalle quali, nei secoli, è stato estratto il materiale utilizzato per costruire. Il sottosuolo, svuotato, era stato poi riempito «con materiale inadatto» sul quale poi erano state poggiate le fondazioni delle abitazioni. «Il basamento precario e il lavorio dell'acqua hanno fatto il resto». Gli interventi di ripristino sono quasi conclusi, manca il terzo lotto.

Lì sotto sono stati realizzati tre tunnel ad altezza d'uomo che contengono gli impianti tecnologici e gli allacci alle abitazioni, le reti idrica, per le acque bianche e nere, dell'illuminazione, della telefonia e della fibra ottica. Per riempire la cavità di piazza d'Armi invece saranno utilizzati 5 mila metri cubi di argilla espansa. Poi arriverà la rotatoria. I lavori sono stati aggiudicati, si attende l'ok della Regione allo studio geotecnico del Comune.

Materiale inadatto Tutti gli altri episodi, o quasi, secondo l'assessore Mereu derivano dal «rischio idrogeologico» e dal «materiale inadeguato» utilizzato nella costruzione di strade e marciapiedi. In viale Europa lo scorso febbraio «la strada si è aperta per alcune lesioni nelle quali l'acqua piovana è entrata allargando la breccia. Al momento della sua realizzazione non era stato creato un sottofondo adeguato al peso da sostenere». I lavori di ripristino cominceranno «entro dicembre». Poi ci sono le decine di buche e avvallamenti provocati dalle perdite nelle reti idriche. Così è accaduto a Su Siccu e, qualche settimana va, davanti alla basilica di Bonaria. «Le tubature sono vecchie, per sostituirle serve un impegno economico elevato».

Depressioni e collettori Il rischio idrogeologico, con conseguenti allagamenti, coinvolge viale Diaz, l'Asse mediano, via Dell'Agricoltura e del Fangario, la zona di Terramaini, via Campeda e, principalmente, Pirri. Qui con «30 milioni di euro» arriveranno «due collettori per intercettare l'acqua che inonda piazza Italia» e un terzo «nella zona di via Donori e via Dolianova». Nell'Asse mediano i problemi per la gran parte «sono stati risolti». In via Campeda, più bassa rispetto al territorio circostante, sarà realizzata «una vasca di raccolta dell'acqua
piovana».

Nella zona artigianale servono accordi col Comune di Elmas. Sono disponibili gli 8 milioni stanziati per tre anni (sino al febbraio 2022) col Global service, il servizio di pronto intervento e prevenzione per la sicurezza stradale. Il problema di viale Diaz, sotto quota, sarà risolto «con due piastre di laminazione» da sistemare «coi lavori della metropolitana leggera».

Andrea Manunza
Articolo tratto da L’unione Sarda del 08.12.2019
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Federico Marini
skype: federico1970ca

Ci sono rifiuti un po' dappertutto, ma in particolare nelle zone periferiche. L'epicentro dell'emergenza è sempre nel quartiere San Michele. «Non facciamo in tempo a pulire e tutto torna come prima, ovvero riprendono ad abbandonare di tutto», dice un operaio della Devizia mentre rimuove con due suoi colleghi una montagna di rifiuti nella piazzetta all'angolo tra via Abruzzi e via Emilia.

San Michele
La raccolta differenziata non decolla a San Michele. Sono tantissimi i cittadini che pagano le tasse e conferiscono i rifiuti nei cassonetti, ma sono di gran lunga di più i cafoni dell'indifferenziato. Nel quartiere ci sono tantissime discariche. Muore e rinasce a tempo di record quella di via Bosco Cappuccio, dove il marciapiede da tempo è stato trasformato in immondezzaio. Stesse scene in via Podgora e via Abruzzi, ma anche davanti alla chiesa della Medaglia Miracolosa.

Nel centro le cose vanno un po' meglio, almeno durante la mattinata. Ma i maleducati non mancano di certo in via Garibaldi e vicino alla stazione di piazza Matteotti. Bustoni neri fanno brutta mostra in viale Trieste accanto a una vecchia carrozzina e in viale Poetto.

Via Vasco De Gama
Il quartiere Sant'Elia ieri mattina si presentava tutto sommato bene con qualche scatolone sui marciapiedi in piazza Boi e via Alziator. Poca cosa rispetto ad alcuni rifiuti ingombranti depositati insieme a decine di scatole e buste nella piazzetta all'ingresso di via Vasco De Gama. «Quasi tutti fanno la raccolta differenziata - dice un signore che deposita l'umido in un cassonetto - ma anche qui ci sono i maleducati». Già, i maleducati. Che non mancano nemmeno dall'altra parte della città, per la precisione nell'area verde tra il colle San Michele e l'ospedale Microcitemico, dove ci sono tre discariche gigantesche con tutto il campionario possibile e immaginabile in materia di rifiuti: vecchi elettrodomestici poltrone, materassi, bottiglie di vetro, plastica in tutte le sue declinazioni, giocattoli e televisori.


Francesco Pintore
Articolo tratto da “L’Unione Sarda” del 06 Dicembre 2019




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