Riteniamo doveroso prendere le distanze e stigmatizzare le gravi
posizioni assunte da Leu Sardegna e da Caminera Noa in merito alla gestione
dell’emergenza sanitaria per il Covid-19, riprese sia dalla stampa sarda che da
quella italiana.
Pensiamo che sia
incredibile che due gruppi che asseriscono di essere di sinistra si rendano
protagonisti di operazioni di caccia alle streghe di tipo etnico, approfittando
della paura e dell’insicurezza dei cittadini e cercando di cavalcare un populismo
razzista già fin troppo rappresentato in altri ambienti.
La richiesta di rispedire nel nord Italia le persone residenti, che
si trovano attualmente in Sardegna, è una posizione di volgare demagogia prima
ancora che rischiosa e tecnicamente impossibile, e in quanto indipendentisti di sinistra riteniamo
opportuno sottolineare che noi non abbiamo niente a che fare con sedicenti
indipendentisti e sedicenti gruppi di sinistra che professano simili
aberrazioni.
Innanzitutto
consideriamo ingiusto e contrario ai nostri principi qualsiasi ipotesi di
espulsione delle persone su base etnica.
Il documento di Caminera Noa (correlato da una incredibile vignetta che raffigura un
omino che prende a calci un altro omino) non chiede l’espulsione di tutte le
persone che sono arrivate in Sardegna dal nord Italia, quindi non pone al
centro il problema sanitario, dal momento che i virus non chiedono la residenza
a nessuno.
Chiede invece che vengano espulsi solo i “non residenti”,
dimostrando che il problema sarebbero solo i residenti italiani, non le persone
che possono aver contratto il virus. Trascura invece di ricordare che tra quelli arrivati dal
nord Italia ci sono anche tanti sardi che lavorano, studiano o sono domiciliati
nel nord Italia, ma stranamente “graziati” dallo status di “pericolosi”,
evidentemente in quanto titolari di residenza sarda.
Noi pensiamo inoltre che deportare gente in zone in cui da parecchio
tempo gli ospedali sono al collasso, non solo contribuisce al collasso ma è
anche inumano in quanto moltiplica
il problema e espone solo le persone a ulteriori rischi.
Pensiamo altresì che spostare migliaia di persone durante una quarantena metta
in pericolo tutti, spostati e residenti, per cui anche tecnicamente questa
proposta oltre ad avere costi e difficoltà inimmaginabili non risolve il
problema nemmeno dal punto di vista sanitario, ma lo accentua soltanto.
Va per l’appunto specificato, proprio per depotenziare l’azione tesa a soffiare
sulla paura di posti letto insufficienti, che chi attualmente si trova in
Sardegna (di qualsiasi nazionalità sia) è comunque tenuto a rispettare le
prescrizioni come tutti e se non è malato non grava in alcun modo sul sistema
sanitario sardo, quindi si stanno solo alimentando paure infondate per basse
operazioni di sciacallaggio politico.
In ultimo, i provvedimenti di "contenimento sanitario" (e
dunque non di tipo etnico) si sarebbero dovuti prendere prima dello spostamento
delle persone, non ora: ora siamo sulla
stessa barca e tutti – ma a quanto pare non tutti – dovrebbero sapere che meno
persone si spostano più in fretta si riesce a debellare il virus.
Perciò consigliamo a questi due gruppi non solo di studiare correttamente le
regole elementari della convivenza civile ma anche quelle del corretto
contenimento sanitario.
Liberu – Lìberos
Rispetados Uguales
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