venerdì 13 marzo 2020

LEU e Caminera Noa: la bassa speculazione politica nella fase dell’emergenza. Di Liberu – Lìberos Rispetados Uguales




Riteniamo doveroso prendere le distanze e stigmatizzare le gravi posizioni assunte da Leu Sardegna e da Caminera Noa in merito alla gestione dell’emergenza sanitaria per il Covid-19, riprese sia dalla stampa sarda che da quella italiana.

Pensiamo che sia incredibile che due gruppi che asseriscono di essere di sinistra si rendano protagonisti di operazioni di caccia alle streghe di tipo etnico, approfittando della paura e dell’insicurezza dei cittadini e cercando di cavalcare un populismo razzista già fin troppo rappresentato in altri ambienti.

La richiesta di rispedire nel nord Italia le persone residenti, che si trovano attualmente in Sardegna, è una posizione di volgare demagogia prima ancora che rischiosa e tecnicamente impossibile, e in quanto indipendentisti di sinistra riteniamo opportuno sottolineare che noi non abbiamo niente a che fare con sedicenti indipendentisti e sedicenti gruppi di sinistra che professano simili aberrazioni.


Innanzitutto consideriamo ingiusto e contrario ai nostri principi qualsiasi ipotesi di espulsione delle persone su base etnica.
Il documento di Caminera Noa (correlato da una incredibile vignetta che raffigura un omino che prende a calci un altro omino) non chiede l’espulsione di tutte le persone che sono arrivate in Sardegna dal nord Italia, quindi non pone al centro il problema sanitario, dal momento che i virus non chiedono la residenza a nessuno.


Chiede invece che vengano espulsi solo i “non residenti”, dimostrando che il problema sarebbero solo i residenti italiani, non le persone che possono aver contratto il virus. Trascura invece di ricordare che tra quelli arrivati dal nord Italia ci sono anche tanti sardi che lavorano, studiano o sono domiciliati nel nord Italia, ma stranamente “graziati” dallo status di “pericolosi”, evidentemente in quanto titolari di residenza sarda.

Noi pensiamo inoltre che deportare gente in zone in cui da parecchio tempo gli ospedali sono al collasso, non solo contribuisce al collasso ma è anche inumano in quanto moltiplica il problema e espone solo le persone a ulteriori rischi.


Pensiamo altresì che spostare migliaia di persone durante una quarantena metta in pericolo tutti, spostati e residenti, per cui anche tecnicamente questa proposta oltre ad avere costi e difficoltà inimmaginabili non risolve il problema nemmeno dal punto di vista sanitario, ma lo accentua soltanto.


Va per l’appunto specificato, proprio per depotenziare l’azione tesa a soffiare sulla paura di posti letto insufficienti, che chi attualmente si trova in Sardegna (di qualsiasi nazionalità sia) è comunque tenuto a rispettare le prescrizioni come tutti e se non è malato non grava in alcun modo sul sistema sanitario sardo, quindi si stanno solo alimentando paure infondate per basse operazioni di sciacallaggio politico.


In ultimo, i provvedimenti di "contenimento sanitario" (e dunque non di tipo etnico) si sarebbero dovuti prendere prima dello spostamento delle persone, non ora: ora siamo sulla stessa barca e tutti – ma a quanto pare non tutti – dovrebbero sapere che meno persone si spostano più in fretta si riesce a debellare il virus.
Perciò consigliamo a questi due gruppi non solo di studiare correttamente le regole elementari della convivenza civile ma anche quelle del corretto contenimento sanitario.


Liberu – Lìberos Rispetados Uguales


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