venerdì 26 gennaio 2018

Rassegna stampa 26 Gennaio 2018

Liberi e Uguali, il deputato sarà ricandidato a Nuoro e attacca le ingerenze romane Piras a Grasso: l'isola è in rivolta.

Michele Piras c'è nella controlista che «Liberi e Uguali» ha inviato alla direzione nazionale, per bloccare l'arrivo in Sardegna di un capolista forestiero. C'è stata una correzione volante nell'elenco dei candidati, col deputato uscente (eletto nel 2013 con Sel) proposto nel collegio uninominale di Nuoro per la Camera al posto dell'ex sindaco Mario Zidda, che potrebbe essere dirottato al Senato al proporzionale. Ma al di là degli aggiustamenti in corsa LeU Sardegna è sempre più decisa a non subire le imposizioni annunciate da Roma.

A dare l'ennesimo segnale che quell'operazione «non può essere accettata» è proprio Michele Piras, con una lettera aperta inviata a Pietro Grasso, il candidato premier di LeU. «I territori sono in rivolta in tutto il Paese - scrive il deputato - e le liste sono deboli, contrastate, escludenti, chiuse all'innovazione. Nonostante gli appelli, non sembra fermarsi l'imposizione di candidature estranee e non condivise, e sono esercitati irricevibili e sgradevoli veti su tantissimi deputati e senatori uscenti. Con questo risultato: si sta mortificando la partecipazione collegiale, abusando ovunque dello strumento delle pluricandidature».

Se avant'ieri la Sinistra giovanile era stata decisa nel prospettare un suo possibile «disimpegno di fronte a questi atti d'arroganza», Piras lancia lo stesso allarme ma ancora più forte: «Se si va avanti così si rompe tutto. Mi auguro che possa esserci una composizione che rassereni quanti dovranno partecipare alla campagna elettorale e che eviti l'omicidio in culla del neonato, il nostro movimento». Ed è davvero questione di ore: oggi la direzione nazionale è stata convocata d Bersani e più per completare le liste e il caso Sardegna sarà uno tra i primi a essere affrontato. (ua)

Unione Sarda
 
CANDIDATURE.  Le correnti del Pd separate in casa M5S, Di Maio
nell'Isola a febbraio
Centrodestra vicino all'intesa sui collegi, ma c'è lo strappo coi Riformatori
 
Il centrodestra mette il sigillo sulla geografia dei collegi
uninominali e si prepara a chiudere le liste. Scoppia, però, la
protesta dei Riformatori che annunciano di non partecipare alle
elezioni. Ancora in alto mare, invece, la situazione del Partito
democratico, sempre più a un passo dalla spaccatura. Ieri sera si è
autoconvocata a Oristano una parte della direzione regionale (soriani
e Popolari-Riformisti) che ha scritto un documento per rivendicare il
ruolo autonomo nella scelta dei candidati. ll segretario, Giuseppe
Luigi Cucca, a Roma per discutere con i vertici nazionali, però
attacca: «Non è la direzione regionale, ma una riunione di due
correnti».
 
DI MAIO Intanto è ufficiale l'arrivo del candidato premier del M5S,
Luigi Di Maio, il 4 e 5 febbraio in Sardegna. Probabile che il leader
pentastellato decida di fare un'altra giornata a fine febbraio, ma
l'ipotesi è ancora da confermare.
 
SPACCATURA E LETTERE Sono 44 le firme sul documento del malessere. Si
critica lo scarso coinvolgimento di tutte le sensibilità con il
segretario a svolgere una funzione di garanzia: «Sino a questo momento
questa garanzia è mancata, a favore della rappresentanza di una sola
parte, peraltro minoritaria, del partito in Sardegna». I 44 dem
contestano la mancata «apertura e attenzione», che ha impedito «per la
prima volta di non poter fare una proposta regionale delle liste per
Camera e Senato». Critiche anche sulla commissione visto che un terzo
di questa «si è rifiutato di riconoscere a ogni sensibilità la
possibilità di essere rappresentata tra i tre capilista».
 
Cucca, però, non ci sta e precisa: «Non si è riunita la direzione
regionale, anche perché il documento non è firmato. È stata una
riunione di due correnti». Intanto proseguono le ipotesi sui nomi:
Marco Meloni insidia il posto di capolista allo stesso Cucca, per
avere la quota soriana tra i tre blindati. Al nord per la Camera
rimane salda la posizione di Gavino Manca, mentre al sud a questo
punto la decisione sarebbe tra i Popolari-riformisti.
 
GIOCHI FATTI Il centrodestra chiude il cerchio sui collegi uninominali
e su buona parte delle liste, ma scoppia la grana dei Riformatori. Lo
schema prevede tre seggi a Forza Italia, due a Fratelli d'Italia e
Lega-Psd'Az e due ai centristi. Per gli azzurri, confermato il
collegio uninominale di Olbia per Giuseppe Fasolino e di Cagliari per
Ugo Cappellacci che sarà anche capolista nel listino sud. Forza Italia
avrà anche l'uninominale di Carbonia, sul quale avrebbe chiuso per una
donna. Non ci sarà Alessandra Zedda, mentre Pietro Pittalis sarà il
numero uno nel listino Camera nord. Il senatore uscente Emilio Floris
sarà capolista nel listino unico per Palazzo Madama. Fratelli d'Italia
avrà gli uninominali di Oristano e Nuoro. Tra i centristi di Noi per
l'Italia, l'Udc avrà il collegio sud del Senato (Cagliari e Carbonia)
 
PROTESTA Ai centristi dovrebbe andare un solo collegio, quello di
Sassari per la Camera. I Riformatori, però, non ci stanno e annunciano
che non parteciperanno alle elezioni: «Non ci sono le condizioni»,
spiega il coordinatore Pietrino Fois, «è stato trascurato il peso a
livello regionale». Solo un cambio di rotta potrà far ricredere il
partito che, per ora, è sull'Aventino.
Matteo Sau
 
Il leader Pd
Liste: tour de force di Renzi al Nazareno
 
ROMA Riunioni a oltranza, al Nazareno, sulle liste elettorali. Un
lavoro proseguito per tutta la notte di ieri, fino alla Direzione
convocata per questa mattina alle 10.30. L'agenda di Matteo Renzi è
tanto piena che il segretario (ha rinunciato a Porta a Porta) e il
team delle candidature (Lotti, Guerini, Martina, Rosato) hanno
preventivato di far slittare anche a domattina presto gli ultimi
incontri con le delegazioni.
 
Anche gli alleati vengono “rimbalzati” più volte al Nazareno: Insieme,
per esempio, alla fine ha visto slittare il suo appuntamento a dopo le
21. Con +Europa alla fine si sarebbe chiuso per la Bonino il collegio
a Roma al Senato. La Lorenzin, oggetti di diversi traslochi
nell'ultima settimana, potrebbe accasarsi a Lucca alla Camera.
Ma il vero nodo da sciogliere per Renzi, una volta composto il puzzle
di governo e dei big (Gentiloni sarà anche nelle Marche nel
proporzionale), è quello di mantenere le pace interna e gestire le
tensioni a livello locale. In tarda serata era previsto l'incontro con
i leader delle aree interne, 
 
Andrea Orlando e Michele Emiliano. Al
Nazareno trapelava ottimismo: «Si lavora, si troverà la soluzione».
Per quel che riguarda i locali, alla sede del partito è stato un via
vai per tutto il giorno.
 
Gli altri schieramenti
Leu, nervi tesi Valentina Sanna con lo Scarabeo
 
Mancano poche ore ormai alla decisione delle liste di Liberi e uguali
e la sensazione che sarà Roma a decidere anche per la Sardegna è
sempre più concreta. Per questo motivo il deputato uscente, Michele
Piras, tenta l'ultima sortita con un «appello estremo» a Pietro Grasso
e ai gruppi dirigenti. L'obiettivo è «rimediare a quanto sta accadendo
in tante realtà regionali sulla formazione delle liste». L'effetto
catapultati, infatti, non riguarda solo l'Isola ma altre realtà in cui
LeU sta piazzando persone nei posti blindati. «I territori sono in
rivolta in tutto il Paese», scrive Piras, «le liste sono deboli,
contrastate, escludenti e chiuse all'innovazione». Da Roma nessuna
risposta e si pensa alla candidatura dell'emiliano, Claudio Grassi,
capolista alla Camera e di Salvatore Multinu (dirigente di Sinistra
Italiana) capolista al Senato.
 
AUTODETERMINATZIONE Quasi completa la rosa del Progetto
Autodeterminatzione. L'ex presidente del Pd e poi esponente di
Sardegna Possibile, Valentina Sanna, 48 anni, grafica pubblicitaria,
sarà candidata nel collegio uninominale di Cagliari, mentre Lucia
Chessa, 57 anni, insegnante, è la prescelta per il collegio di Nuoro.
Sempre per la Camera, in quello di Sassari correrà Tiziana Costa, 50
anni, architetto ed esperta di recupero dei centri storici. Per quanto
riguarda il Senato, nel collegio uninominale del centro (Nuoro e
Oristano) il candidato è l'indipententista Pier Franco Devias, mentre
in quello del sud (Cagliari e Carbonia) la scelta è ricaduta su Paolo
Porcella, 64enne dirigente medico. (m. s.)
 
VIA ROMA. Un teste: a colpire è stato un uomo incappucciato. La
vittima è del Gambia
Spara e ferisce il rivale al polpaccio: caccia all'aggressore nella Marina
 
Un colpo di pistola nel salotto della città, un uomo ferito a una
gamba e il suo aggressore che si dilegua nei vicoli della Marina,
braccato dai carabinieri.
Ci sono pochi precedenti del genere nelle cronache cagliaritane,
almeno se si rimane agli ultimi decenni e non si torna ai tempi cupi
in cui le sparatorie in tutta Italia non erano eventi così
eccezionali.
 
Di fatto l'episodio di ieri sera ha ancora più di un elemento da
chiarire: intorno a mezzanotte non c'erano ancora certezze
sull'identità dell'aggressore, le forze dell'ordine spiegavano
laconicamente di essere alla ricerca di un italiano e opponevano alle
richieste di dettagli un secco «lavori in corso» che conteneva tutto:
l'esigenza di definire meglio la dinamica e le motivazioni del
ferimento, l'urgenza di individuare lo sparatore, l'imperativo
categorico di impedirgli di sparare ancora, fermarlo per evitare di
far degenerare in caos l'allarme che il suo gesto ha creato.
Ma ieri sera, già pochi minuti dopo il fatto, c'erano comunque alcuni
elementi accertati, concreti. La vittima è un immigrato del Gambia
appena 18enne. Il colpo di pistola che lo ha ferito è stato esploso
dopo un violento diverbio, divampato alla fermata dell'autobus di via
Roma all'angolo col largo Carlo Felice.
 
Il proiettile lo ha colpito a un polpaccio, ferendolo in modo non
grave. L'aggressore ha usato una pistola di piccolo calibro e
presumibilmente - ma qui terminano gli elementi puramente fattuali e
siamo nel campo delle supposizioni, per quanto legittime - quando ha
sparato era emotivamente alterato: non ha avuto la freddezza di
prendere la mira per colpire l'avversario al torace o alla testa.
Eppure a sentire le testimonianze di chi ha assistito al fatto e anche
ai minuti precedenti, non si tratta di un litigio scattato
all'improvviso per motivi banali, ma di una vampata d'odio che covava
già da un po'. Un testimone ha descritto lo sparatore come un uomo
incappucciato che è passato più di una volta nei pressi di un gruppo
di giovani immigrati, che hanno letto nel suo atteggiamento un
messaggio di sfida e hanno reagito con fastidio. A quel punto
l'incappucciato si è allontanato per poi tornare e sparare su uno dei
ragazzi dopo una rapida, irosa discussione.
 
Di certo il rumore della pistolettata ha allarmato i passanti - che in
quell'angolo del salotto cittadino, intorno alle 22 di un giovedì, non
erano pochissimi - e ancora di più ha seminato allarme la fuga
dell'uomo, che subito dopo aver aperto il fuoco si è allontanato e si
è diretto di corsa nel cuore della Marina, inseguito da alcuni amici
del ferito.
Inizialmente i giovani hanno creduto di vederlo entrare in un
ristorante in via Sassari, ma si trattava di una falsa pista come una
pattuglia ha accertato poco dopo. Polizia e carabinieri hanno
continuato a lungo i controlli, perlustrando tutto il centro e
riascoltando tutti i dettagli delle testimonianze mentre un'ambulanza
portava via il giovane ferito.
Il timore è che oggi nuovi elementi confermino l'idea più inquietante,
e cioè che ieri sera Cagliari abbia conosciuto un crimine d'odio
etnico. ( cel.ta. )
 
La Nuova
 
Alta tensione tra i dem Cucca messo in minoranza
 
di Umberto Aime
CAGLIARI
Seppure alle prese con almeno un problema elettorale in ogni regione e
nonostante sia stato messo alle strette dalla minoranza nazionale
guidata dal ministro Andrea Orlando, Matteo Renzi è stato costretto ad
occuparsi di uno dei casi più spinosi nel Pd: la Sardegna. Lo ha fato
nel giorno in cui, ancora una volta, è accaduto di tutto: dallo
scambio di lettere velenose fra le correnti sarde e il segretario
regionale Giuseppe Luigi Cucca alla direzione autoconvocata a Oristano
da due aree (popolari-riformisti del gruppo Cabras-Fadda e soriani) su
tre per protestare contro il caos delle candidature.
 
Renzi in campo.
Con la volontà di trovare, o imporre l'armistizio, il segretario
nazionale ha convocato di giovedì, uno dopo l'altro e poi pare in una
riunione allargata, i portavoce di gruppi e sotto gruppi. Da Roma sono
rimbalzate voci, non confermate, di un faccia dopo mezzanotte fra
Renzi e Cucca, subito dopo fra lo stesso Renzi e Soru e ancora fra
l'ex premier e alcuni maggiorenti del partito partiti nel pomeriggio e
in tutta fretta da Cagliari, per essere ricevuti in via del Nazareno a
ridosso dell'alba. Cosa sia scaturito da questi frenetici incontri
bilaterali o a più voci è un segreto. Si sa solo questo: Renzi ha
confermato che oggi, alle 10.30, è stata convocata la direzione
nazionale per completare le liste. Quindi il tempo disponibile per gli
aggiustamenti, se aggiustamenti dovranno esserci, è ormai ridotto a
poche ore. 
 
Nel caso della Sardegna, però, c'è in ballo qualcosa in più
di alcune necessarie correzioni volanti: s'è riaperta la tremenda
sfida del tutti contro tutti e senza ormai più limiti.Autoconvocati.
Dopo la lettera firmata l'altro giorno dai delegati delle correnti
popolari-riformisti e soriana nella commissione elettorale regionale,
«perché siamo andati a Roma senza neanche una bozza di candidature?,
l'accusa e la replica di chi rappresentava i renziani-ex Diesse («a
Roma dovevano presentare una rosa di nomi, non liste chiuse), a
scendere a in campo sono state ancora le prime due aree.
 
 Lo hanno
fatto in modo clamoroso con l'autoconvocazione della direzione
regionale, mentre il segretario era precettato a Roma dal nazionale e
quindi in sua assenza. Parlare di sfiducia verso Cucca forse è troppo,
ma davvero poco ci manca. Alla riunione di Oristano hanno partecipato
48 delegati su 70, anche se in un altro documento il numero è sceso a
44, e quindi ben oltre la metà più uno. Anche se va ricordato che,
nell'ultimo congresso regionale, popolari-riformisti e soriani, i
primi sostenevano Cucca, gli altri Francesco Sanna, erano avversari e
non alleati, ma per l'occasione si sono ri-alleati. Comunque alla fine
gli autoconvocati hanno approvato un documento - però senza firme a
piè di pagina - in cui non mancano diverse contestazioni aspre proprio
sulla gestione delle candidature. 
 
Fra i tanti passaggi questi: «Il
segretario non ha svolto la funzione di garanzia che avrebbe dovuto
avere», oppure «un terzo della commissione (renziani-ex Diesse) s'è
rifiutata con ostinazione la parità fra le correnti nei posti di
capolista nel proporzionale alla Camera e al Senato». Con il risultato
- è scritto subito dopo - che «per la prima volta in Sardegna
dirigenti e militanti del partito in Sardegna non hanno potuto
presentare una loro proposta e questa non è certo la prassi, ma una
precisa scelta politica con la possibilità di una forte frattura in un
momento molto delicato». 
 
Per chiudere con un invio a Renzi a
intervenire, perché «come lui stesso ha auspicato in ogni occasione,
le liste debbano essere il frutto del pluralismo e dell'equilibrio».
Renzi l' ha fatto, s'è ocupato del caso, ma non si ancora con quali
effetti.La replica. A calmare gli animi prima della riunione di
Oristano, Cucca ci ha provocato con una lettera aperta inviata agli
iscritti. Dopo aver ricostruito nel dettaglio le posizione di ciascuna
corrente e messo in fila i motivi che hanno provocato il cortocircuito
nella commissione regionale elettorale, leggi veti e pregiudizi d'ogni
tipo, ha scritto: «Non si può pretendere di blindare i nomi dei
candidati, senza che prima passino al vaglio della direzione
nazionale. Mai è accaduto e accadrà, ma qualcuno voleva succedesse
stavolta, avanzando la pretesa di autonomia che non esiste. Non siamo
ancora un partito federato e dobbiamo anche noi rispondere alle regole
nazionali». Ma questa lettera non è bastata a bloccare gli
autoconvocati così a tarda sera, dopo aver letto il documento
dell'assemblea di Oristano, Cucca ha replicato ancora. «Primo: non s'è
affatto riunita la direzione regionale ma solo un gruppo che fa parte
di quell'organismo. 
 
Secondo: non ho rifiutato alcun confronto, sono a
Roma, precettato dal partito nazionale, con il compito di mediare per
risolvere subito la trattativa e senza scontentare nessuno se sarà
possibile. Terzo: non possiamo permettere che le questioni interne e
alcune posizioni personali compromettano quello che invece dobbiamo
essere. Un partito compatto che non ha alcune intenzione di consegnare
la vittoria ai Cinque stelle e al centrodestra». In conclusione, oggi
la direzione nazionale comunicherà chi saranno i candidati sardi del
Pd alle elezioni politiche.
 
-----------------
Federico Marini
marini.federico70@gmail.com
skype: federico1970ca
 
 


Nessun commento:

Posta un commento