domenica 21 ottobre 2018

A molti piace la storia addomesticata, a noi piace la storia dei sardi, quella autentica, quella vera. Di Francesco Casula.



A proposito di un articolo di tal Testa, pubblicato ieri sull’Unione Sarda. Ieri sul Quotidiano cagliaritano certo M. Testa vomita ciclopici e insipienti sproloqui sull’Identità e sulla storia (sarda). Ma soprattutto riserva a me (e all’amico Omar Onnis) un cumulo di improperi, offese gratuite, insulti e contumelie: ci accusa di faziosità preconcetta, di scrivere una storia viziata dal “proprio orientamento politico (di marca sardista)”. E via via sproloquiando.

Cita, secondo lui testualmente, mettendola persino tra parentesi una mia frase nei confronti di Carlo Felice: “godereccio degustatore di maialetti”. Mai scritta nel mio libro “Carlo felice e i tiranni sabaudi”. Se questo è il suo “rigore” storico!

Evidentemente tal Testa (mi fiat bessinde una paraula mala) o ha la memoria labile e incerta o ha letto una copia apocrifa della mia opera: la frase testuale è invece: ”A gozzovigliare e mangiare porchetti arrosto” (pagina 93, secondo capoverso). Ma cos’è che prude al musicologo (?) e archivista (?) sardo-torinese e neosabaudo?

La mia rigorosa ricostruzione storica e storiografica, su documenti e testi degli storici più avveduti, sia di tendenze filo monarchiche e filo sabaude (come Pietro Martini o Giovanni Lavagna) sia ostili (come Mazzini, Giovanni Maria Angioy). Prude al Testa una storia critica e non addomesticata. Lui probabilmente si è abbeverato alla storia ufficiale e dei testi scolastici: rassicurante, mistificata e falsa. Questa sì “ideologica”, (e italo-patriottarda): tutta tesa a giustificare ed esaltare “le magnifiche sorti e progressive” del cosiddetto Risorgimento e Unità d’Italia.

Una storia “costruita” sul libro “Cuore” di De Amicis e non sulla realtà storica. Molti amici mi invitano e mi sollecitano a rispondere al Testa, sempre attraverso l’Unione Sarda. Non ho tempo da perdere né voglio polemizzare con il nulla. Sono inoltre legato all’antica saggezza sarda (a paraulas macas, oricras surdas) e latina (Praetor de minimis non curat).

E dunque non mi curo delle Teste di… tal fatta, impegnato come sono a presentare in tutte le città e i paesi della Sardegna il mio “Carlo Felice e i tiranni sabaudi” (sono arrivato a 90 presentazioni e entro il 2018 voglio arrivare a 100). Opera che sta trovando uno smisurato consenso dei lettori, non solo sardi. Tanto che il libro è arrivato alla Quinta Edizione.

Di Francesco Casula


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