Che faccia tosta, Moscovici! Proprio lui, Monsieur Pierre
Deficit Moscovici è stato ministro dell'Economia e delle Finanze in Francia dal
2012 al 2014, nonché Ministro degli Affari europei dal 1997 al 2002. In tutti
gli anni in cui Monsieur Deficit è stato ministro, il suo paese ha avuto un
disavanzo elevato, sempre abbondantemente sopra il famoso 3%.
Oggi il deficit francese, che Parigi dopo un recente calo
vuole rialzare al 2,9%, si sposa a un disavanzo estero di parte corrente
dell’1,1% del PIL, laddove l’Italia può vantare un avanzo del 2,5%. Lo
sforamento di questo tipo di disavanzo indica molto più del deficit che un
paese vive al di sopra dei propri mezzi. Moscovici avrebbe insomma molti motivi
per fare autocritica o – nel suo odierno ruolo di commissario europeo – per
criticare paesi dal comportamento molto meno virtuoso della Repubblica Italiana.
Invece non fa che mandare segnali pesantissimi verso le
scelte economiche del governo italiano, e vuole imbrogliare tutti fingendo di
essere neutrale (agiamo «in modo assolutamente tecnico», dice, e «siamo
semplicemente i guardiani dei trattati», aggiunge). E poiché si erge a supremo
interprete e arbitro degli euro-vincoli, rimprovera agli italiani di cercare
«di sbarazzarsi degli obblighi europei», cioè quegli impegni che lui si è
sempre ben guardato dal rispettare, compresi gli obblighi di solidarietà, che
pure ci sono nei trattati, ma che lui ha sempre cestinato.
D’altronde, Monsieur Moscovici è perfettamente inserito
nella Commissione europea guidata con passo fermo da Jean-Claude Bottiglia
Juncker. L’attuale Commissione non rappresenta lo spirito europeo, né gli
obblighi europei, né la solidarietà europea. Rappresenta all'opposto un
equilibrio di potere dannoso per i cittadini di questo continente e per il
futuro del progetto europeo. Sono essi i veri euroscettici che mascherano di
“contrasto al populismo” le loro politiche antipopolari, che naturalmente
applicano solo a chi vogliono loro.
Vorrebbero addossare agli altri le loro gravi e dirette
responsabilità sulle cause della crisi europea, mentre l'Europa ha bisogno di
recuperare buon senso in tutta la politica economica.
Di
Pino Cabras
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