La
Nuova Sardegna
Solinas
diserta il 25 aprile: «Non mi hanno invitato». Il governatore non va alla
manifestazione. Gli organizzatori: mai successo in passato
di Umberto Aime
CAGLIARI
Quattromila
cagliaritani in piazza per la Liberazione, il doppio dell'anno scorso. Ma il
presidente della Regione non s'è visto, e, in testa al corteo, non c'era
neanche il gonfalone della Sardegna. È stata una doppia assenza
pesante, in un 25 aprile che doveva essere la Festa di tutti e invece qualcuno
d'importante, d'istituzionale ha disertato. Neanche nell'attimo solenne della
deposizione della corona d'alloro, al parco delle Rimembranze, Christian
Solinas è apparso tra
la folla di partigiani, studenti,
famiglie, per rendere onore ai caduti della Resistenza.
Gli altri
rappresentanti dello Stato e del Comune c'erano tutti, in prima fila, Solinas
no. «Il presidente non ha ricevuto inviti formali per partecipare alla
manifestazione», è stata l'unica e stringata comunicazione, al telefono,
arrivata dalla segreteria del governatore. Segreteria che è stata costretta a replicare
quando l'assenza del presidente era diventata, con il passare delle ore, un
caso enorme, gigantesco. «Non credevamo certo che fossero necessari inviti
personali o personalizzati per essere presenti all'anniversario della
Liberazione. Mai in passato li abbiamo inviati a nessuna autorità», è stata la
replica di Marco Sini del Comitato 25 aprile, uno degli organizzatori insieme
alle Associazioni di partigiani e studenti.
La
lettera. Una per la verità è arrivata, a metà marzo, negli uffici della presidenza
della Regione. È stata quella «consueta che spediamo tutti gli anni», hanno
ricostruito dal Comitato. In cui è chiesto un contributo finanziario per la manifestazione
e «riassumiamo il calendario delle diverse manifestazioni, compresi i diversi
momenti della cerimonia: dalla partenza del corteo alla deposizione della
corona agli interventi finali dal palco».
È vero che, nella lettera, non c'è
scritto – ha aggiunto Sini - «Signor, onorevole Presidente della Regione, -l'aspettiamo
il 25 aprile, ma la Liberazione può essere una festa a inviti?». No, e infatti
«quando inviamo, con largo anticipo, il calendario dell'evento a chi
rappresenta le istituzioni, ad esempio prefetto, sindaco, comandanti delle
Forze armate o dell'ordine, mai scriviamo l'aspettiamo. Eppure tutti si
presentano e scelgono di partecipare a questo o quel momento della Festa. Di
solito, per loro è sempre quello della deposizione della corona d'alloro, poi
semmai vanno via».
L'alibi. La ricostruzione della
presidenza della Regione è stata divesa. «Le lettere in cui sono chiesti
contributi seguono certi canali, altri quelle indirizzate personalmente al
governatore». In questo caso, stando alla segreteria è arrivata solo una del
"primo tipo", non del secondo. Ma perché Solinas non ha deciso
comunque di essere presente almeno nel momento del ricordo, davanti al parco
delle Rimembranze? «Per il presidente, il 25 aprile, è stata una giornata d'inteso
lavoro per affrontare le emergenze della Sardegna», hanno risposto dallo staff.
Le
polemiche. Marco Sini del Comitato non ha voluto alimentarle: «Mi piace solo mettere
in evidenza che al corteo hanno partecipato in quattromila e c'erano
soprattutto tantissimi giovani. Ogni volta che qualcuno prova a mettere in
discussione i valori assoluti della Liberazione, in piazza scende sempre più
gente. È accaduto nel 1994, quando Berlusconi sdoganò una curiosa equidistanza
tra fascisti e antifascisti, e riaccaduto quest'anno».
Ad alzare
il tiro è stato Emanuele Cani, segretario regionale del Pd: «Chi ha giurato sulla
Costituzione nata dalla Resistenza, come il presidente della Regione, avrebbe
dovuto sentire il dovere di partecipare proprio in rappresentanza
dell'istituzione che guida e quindi della Sardegna. Di una terra che, con donne
e uomini, ha contributo a quel movimento da cui è nata la democrazia. Quella democrazia
che oggi dà la possibilità, anche a chi dissente, di poter esprimere le proprie
idee in uno Stato libero».
Il corteo. È stato un 25 aprile molto
partecipato, con un susseguirsi di canzoni, a cominciare dall'immancabile
"Bella ciao", slogan, uno su tutti "ora sempre e sempre
Resistenza", balli e appassionati interventi dal palco. È stata una grande
Festa e di sicuro sarebbe stato meglio esserci senza neanche bisogno di chissà
quale invito personale.
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Federico Marini
marini.federico70@gmail.com
skype: federico1970ca
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