Qui riportiamo la denuncia dell’ex Sindaco di Cagliari,
Massimo Zedda, verso la proposta di legge regionale, che ristabilisce gli
assegni vitalizi da attribuire ai consiglieri regionali. Ecco quanto Zedda scrive sulla sua pagina face book:
"La prima proposta di legge della maggioranza leghista e
sardista, illustrata ai capigruppo dal presidente del Consiglio regionale, riguarda
il ripristino, comunque lo si voglia giustificare e definire, degli assegni
vitalizi da riconoscere ai consiglieri regionali. Non la continuità
territoriale, non la vertenza latte, non il porto canale di Cagliari, ma dopo
tre mesi la prima legge è per le pensioni dei consiglieri regionali.
Dicono sempre: “prima gli italiani, prima i sardi”. Ma
la verità è che pensano solo a se stessi. Pensano solo ai privilegi e alle
pensioni per i consiglieri regionali. Sono trascorse poche ore
dall’anniversario della scomparsa di Enrico Berlinguer, ma io scelgo la
questione morale che per me non è dimenticata. La proposta è
sostenuta dai capigruppo di maggioranza, compreso quello del partito Fratelli
d’Italia dell’onorevole Truzzu, candidato alla carica di Sindaco di Cagliari.
Contrari i capigruppo dell’opposizione. La spesa, a carico delle cittadine e
dei cittadini, nel bilancio regionale, per il solo 2019 è pari a 1.149.984 €,
che si ripeterà per gli anni a venire di questa legislatura per un totale di
5.749.920€.
Ho già rinunciato una volta, dimettendomi, appena proclamato
Sindaco, dalla carica di consigliere regionale poche settimane prima di
maturare la pensione, a un vitalizio che sarebbe stato di 1.850 euro al mese,
dopo solo due anni sei mesi e un giorno, che avrei percepito al compimento del
sessantacinquesimo anno di età.
Con due legislature, la precedente normativa prevedeva un
vitalizio di quasi 4.000 € netti al mese al compimento del sessantesimo anno di
età e così via. Un insegnante, un dipendente, nel pubblico e nel privato,
un commerciante e un imprenditore, un libero professionista, dopo 41 anni di
lavoro, percepiscono una pensione di 1.450 € al mese, a seconda dei
contributi versati.
Non ho problemi, come non ne ho avuto a rinunciare già una
volta al vitalizio, a dichiarare oggi la mia assoluta contrarietà a questa
proposta di legge che, se approvata, contribuirebbe a garantire privilegi
a pochi e ad aumentare la distanza tra la politica e i cittadini. Mi
sembra che lo slogan, che questa maggioranza leghista e sardista utilizza, vada
cambiato, non più “prima gli italiani, prima i sardi”, ma “prima noi e i nostri
privilegi, prima noi senatori e deputati, prima noi presidenti di regione con
doppio incarico, prima noi onorevoli consiglieri regionali, prima noi capi di
gabinetto lombardi”. E pazienza per tutti quelli che stanno male, per coloro
che hanno perso il lavoro e per i giovani che vorrebbero trovarlo”.
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