martedì 12 marzo 2019

Massimo Zedda si dimette. Andrà a fare il capo dell'opposizione.


Unione Sarda

CAGLIARI. Oggi l'annuncio a Palazzo Bacaredda
Zedda si dimette col via libera della maggioranza.
Subito alle urne e tattica attendista: grande tensione durante la lunga riunione

«Mi dimetto». La platea era tanto stanca che al suono di quelle due parole è stato inevitabile tirare un sospiro di sollievo. I tormenti di Massimo Zedda e della sua maggioranza si sono esauriti ieri alle 16, al termine di una riunione, l'ennesima, convocata per decidere cosa sarebbe stato più giusto fare alla luce del risultato elettorale del 24 febbraio.

In realtà in tanti si sono presentati nell'ufficio al terzo piano di Palazzo Bacaredda con l'intimo convincimento che Zedda avesse già deciso tutto, che volesse solo dare un segnale e dimostrare considerazione per la squadra che lo ha accompagnato negli ultimi tre anni. Dunque, dopo otto anni il leader progressista depone la fascia da sindaco e si prepara alla proclamazione del Consiglio regionale dove, in qualità di primo candidato presidente non eletto, prenderà un seggio all'opposizione.

La scelta. Nell'ultimo giorno utile per mandare Cagliari al voto il 26 maggio il dado, alla fine, è stato tratto. Massimo Zedda, nonostante la maggior parte dei suoi gli abbia chiesto di restare, ha scelto di accelerare i tempi, rassegnare le dimissioni e consentire alla Regione di indire anche nel capoluogo i comizi in vista dell'election day di primavera.

Le ragioni dell'addio. «Per il bene di Cagliari e per dare ai cittadini il diritto di scegliere le persone che li governeranno». Questa la motivazione ripetuta da Zedda davanti alle obiezioni di alcuni tra i presenti, gli stessi che lo avevano rassicurato già martedì scorso durante il vertice di maggioranza urgente convocato nel bel mezzo del Consiglio comunale. Proprio quelli che ieri con il passare dei minuti hanno iniziato a perdere interesse per l'argomento e deciso che la campagna elettorale era appena iniziata.

Fronti opposti. «Se hai già deciso è inutile che stiamo ancora qua a parlarne», ha sbottato alla fine qualcuno tra coloro che avrebbero preferito prendere tutto il tempo concesso dalla legge per far slittare le elezioni al 2020 e costruire una coalizione solida in vista del confronto nell'urna. Il timore di alcuni soprattutto nel Pd è che l'onda sardista-leghista che ha incoronato Solinas alla Regione possa travolgere Cagliari. Paure che si scontrano. Dall'altra parte c'era chi non aveva troppa fiducia sulla tenuta della maggioranza sotto la guida della vice sindaca Luisa Anna Marras. «Io ti voglio bene, ma la gente non ti ha votato», le ha fatto notare la consigliera Benedetta Iannelli senza perdere i modi gentili.

I tempi. Alla fine la questione è stata risolta, la maggioranza ha preso atto della decisione di Zedda e la seduta è stata sciolta. Il sindaco subito dopo ha inviato una comunicazione ufficiale e scritto poche righe per ringraziare «tutte le persone che hanno lavorato per il bene della città». A quel punto il cronometro ha iniziato a girare: tra venti giorni le dimissioni saranno irrevocabili. Per informare l'aula del Consiglio comunale Zedda non dovrà aspettare molto a lungo.

«Ha prevalso la volontà di mettere ancora una volta l'interesse degli elettori in primo piano e consentire alla città di scegliere il proprio sindaco nel più breve tempo possibile», chiosa l'assessore al Personale Danilo Fadda. L'assemblea si riunirà già questo pomeriggio alle 17.30. Nei prossimi venti giorni l'attività del Comune proseguirà e tutti resteranno al proprio posto. Da quel momento in poi sarà un commissario a prendere in mano le redini della città e traghettarla fino al voto.

Articolo tratto da L'Unione Sarda del 12.03.2019

Mariella Careddu


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