giovedì 16 marzo 2017

Pigliaru: la doppia maschera del delegato coloniale. Di Pier Franco Devias


Ora – e solo ora – che tutta la Sardegna ribolle di rabbia e si prepara a manifestare contro il sopruso termodinamico, salta sul carro anche il delegato coloniale Pigliaru. E lo fa scrivendo una lettera a Gentiloni, cercando maldestramente di indossare la maschera di difensore dei Sardi.

Nella lettera chiede, a grandi linee, che si fermino i grossi impianti che il governo vuole autorizzare a Gonnosfanadiga e Flumini Mannu, scavalcando il parere contrario della Regione. E pensare che proprio lui solo pochi mesi fa, il 13 ottobre, fece una conferenza stampa per difendere le ragioni del SI al referendum (che se fosse passato ci avrebbe tolto ogni possibilità anche solo di protestare contro le imposizioni del governo) rassicurando tutti sulla bontà del rapporto con lo Stato italiano.

Diceva in sostanza ai Sardi di non aver paura, di fidarsi di uno Stato che non li vuole mica fregare, di rinunciare serenamente ad altre fette di autonomia perché tanto lo Stato ascolta i territori. Questo, proprio parlando di questioni ambientali, era il suo testuale appello: "E’ vero che ci sono alcune cose che si fanno a livello centrale, ma certamente si devono ascoltare i territori. […]

Non posso immaginare uno Stato centrale che impone ai territori qualcosa che non vogliono. Non e' mai successo in Italia e non penso che succederà. I territori continueranno ad avere un ruolo molto importante, e noi siamo in ogni caso al riparo da qualunque rischio paventato."

Tra il Pigliaru che oggi scrive lettere di protesta e quello che ieri affermava questo, a chi preferite credere? Io, per sicurezza, a nessuno dei due.


Di Pier Franco Devias

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