La
Nuova Sardegna
URBANISTICA
- Il sottosegretario boccia la norma - Ilaria Borletti: «Una linea sciagurata
che va dalla giunta Cappellacci a Pigliaru»
Che tra governo e Regione ci sia
gelo assoluto e totale rottura sui temi di urbanistica ed edilizia è in una
lunga riflessione che il sottosegretario all'Ambiente Ilaria Borletti Buitoni
fa nel suo blog. Una totale bocciatura delle scelte politiche della giunta
sulla materia. Bocciatura che va al di là della legge sulle manutenzioni.
«Il Consiglio dei Ministri ha deciso
di impugnare la legge regionale sarda sull'edilizia, approvata a metà luglio
dall'assemblea regionale - scrive -. Non è una notizia secondaria, per almeno
tre ragioni. La prima, è che il Governo con questo atto conferma che la tutela
del Paesaggio è entrata nell'agenda politica nazionale. Già dal primo conflitto
di attribuzione negli anni scorsi con la passata giunta sarda di Ugo
Cappellacci, passando poi per la vivace discussione con quella ligure di Toti,
per poi arrivare a questo ultimo e recente atto, il Governo ha cominciato a
intervenire con decisione in questo senso, quando ha ritenuto - secondo me
sempre a ragione – che l'inestimabile paesaggio italiano fosse messo a rischio
da atti amministrativi regionali. Un interventismo sanzionatorio che è stato accompagnato
da altri atti.
La seconda ragione sta nel fatto che
la sciagurata linea in cui il paesaggio viene visto come vuoto a perdere venga
riproposta malgrado la discontinuità politica che ha visto passare la Sardegna
dalla giunta Cappellacci (Pdl) a quella attuale guidata da Pigliaru (Pd). In
questo caso forse conta più il cemento che i partiti di riferimento, e non è
certo una buona notizia. Soprattutto visto che è lampante per tutti che un
buongoverno del territorio è in realtà il governo del contesto nel quale vivono
i cittadini e che ha ricadute fondamentali sulla qualità della loro vita.
È anche soprattutto nel caso di
Regioni come la Sardegna un investimento economico ma anche e la premessa per
evitare catastrofi ambientali e morti future. La terza notizia è secondo me la migliore,
ed è di buona qualità etica e civile: il governo ha deciso di procedere nonostante
la famiglia politica della Giunta e del Ministro competente (e proponente, in
Consiglio dei Ministri, dell'impugnazione) sia la stessa.
Più che il dispiacere fece dunque premio
la tutela delle coste e del paesaggio sardo, che stanno a cuore a tutti gli
italiani. Perché fanno parte di quel Paesaggio che è la cifra culturale più
caratteristica della nostra identità nazionale. Un bene supremo, da tutelare a
spregio di ogni pressione corporativa, interesse economico o appartenenza
politica. E questo il Mibact cerca di farlo ogni giorno».
Urbanistica
Guerra
fredda sulla legge tra Regione e governo
CAGLIARIUna notte per metabolizzare
lo schiaffo di Stato arrivato al
volto della giunta. L'impugnazione
della legge sulle Manutenzioni
suona come un tradimento arrivato
dal governo Gentiloni. Tra Stato e
Regione è guerra fredda. Non solo
per l'ultimo ko. L'impugnazione
della legge sembra sempre più fuoco
amico. E il Ministero
dell'Ambiente sembra avere un ruolo
da protagonista in questa guerra
di Palazzo. L'accusa.
L'assessore all'Urbanistica
Cristiano Erriu non
nasconde il suo disappunto. «Per
prima cosa l'impugnativa del governo
non riguarda la legge urbanistica in
questo momento in discussione -
spiega -, ma la leggina di
manutenzione approvata a larga maggioranza
dal Consiglio nei mesi scorsi. E
molte delle norme oggetto di
impugnazione sono, appunto, di
iniziativa consiliare». Erriu si
riferisce alle norme sugli usi
civici, che sono state introdotte con
un emendamento da alcuni consiglieri
regionali. «La legge regionale 11
del 2017 - osserva Erriu - non è
propedeutica a quella Urbanistica, ma
introduce correttivi a norme già
esistenti che erano di difficile
applicazione».Il tradimento. «La
giunta - dichiara l'assessore - ha
sempre agito, nel rapporto con il
governo sulla base di una leale
collaborazione. Constatiamo che lo
stesso principio non è stato messo
in pratica dai nostri interlocutori.
Prima del via libera al testo
abbiamo più volte sollecitato
un'interlocuzione con la Sovrintendenza
Belle Arti e Paesaggio che non ha
mai risposto». Il governo ritiene
che la legge violi il principio di
coopianificazione. In altre parole
che la Regione voglia decidere da
sola su aspetti su cui è
indispensabile anche il parere del
governo. «Nella legge non si ledono
gli obblighi di copianificazione dei
beni espressamente previsti dal
Codice del Paesaggio perché
riguardano interventi minori (strutture
leggere e di facile rimozione a
servizio della balneazione) o che non
alterano lo stato dei luoghi in modo
permanente o irreversibile. Allo
stesso modo, il Governo rivendica
una riserva di competenza per quanto
riguarda la demolizione degli
edifici che insistono, per esempio,
nella fascia dei 300 metri, con
trasferimento dei volumi oltre l'area
vincolata».
In altre parole si contestano due
aspetti. Nel primo la
giunta detta le regole per poter
installare all'interno dei 300 metri
le strutture che si utilizzano in
spiaggia in estate. Piccoli
chioschi, torrette di avvistamento,
passerelle, e gli anelli a cui si
attaccano i pontili galleggianti.
Viene contestato un altro aspetto
presente nella legge che dava la
possibilità di demolire un immobile e
ricostruirlo. Usi civici. Il nodo è
anche sugli usi civici. Per Erriu
la norma aiuta a superare situazioni
complicate che le attuali norme
non consentono di affrontare e vanno
incontro alle richieste delle
comunità. E per l'assessore non si
scavalca lo strumento della
coopianificazione, già previsto in
altre leggi e sempre rispettato
dalla Regione.
La legge dà la possibilità di
sdemanializzare aree che
sono soggette a usi civici, ma che
non hanno più quel ruolo, a patto
che se ne demanializzi una di uguale
estensione e valore
paesaggistico. Fanghi rossi. Secondo
alcuni la legge dava la
possibilità di ampliare il bacino
dei fanghi rossi a Portovesme, che
si trovano su un terreno soggetto a
uso civico. Richiesta avanzata da
tempo dalla Rusal per riavviare gli
impianti della Eurallumina. Ma
Erriu su questo è categorico. «È una
falsità assoluta - spiega -. Chi
parla forse non sa che il raddoppio
del bacino era stato autorizzato
con la Legge 123 di agosto 2017, il
Decreto per il Sud. In ogni caso
nella legge regionale non è previsto
un incremento delle aree per gli
usi civici». E a sostegno
dell'assessore questa volta arriva anche il
Gruppo di intervento giuridico.
«In realtà la recente legge
regionale
prevede interventi finalizzati a
ripristino e bonifiche ambientali nei
demani civici in assenza di titolo
per l'occupazione dei terreni (art.
36), come in varie aree minerarie
del Sulcis. La proposizione di
ricorso davanti alla Corte
costituzionale su questi articoli della
legge regionale 11/2017 appare a chi
ha sempre avversato c in ogni
modo le tante operazioni legislative
di sdemanializzazione delle terre
civiche sarde del tutto assurda».
«È paradossale - continua Erriu - la
proposta di impugnativa di alcune
disposizioni sugli usi civici. La
norma in questione prevede che con
accordo di copianificazione si
valuti la presenza dei valori
paesaggistici che caratterizzano gli usi
civici, con la possibilità di
completare il procedimento e di
escludere l'operatività del vincolo
paesaggistico, se è venuto meno. È
curiosa la posizione del Governo
secondo il quale la legge regionale
avrebbe dovuto dire che il Codice
del Paesaggio si applica con la
possibilità, però, che possa essere
sempre adottato un provvedimento
amministrativo di vincolo o
introdotto un vincolo di piano». (l.roj)
Unione
Sarda
Dal 2014
undici impugnazioni Nel mirino Bilancio e Personale
In due
casi il governo ha rinunciato al ricorso
Sono undici le leggi impugnate dal
governo nella legislatura attuale,
la quindicesima dall'Autonomia.L'ultimo
ricorso, il 10 giugno scorso, è stato contro la legge diStabilità 2017.
L'esecutivo nazionale contestava una norma
sull'attribuzione del salario
accessorio del personale della Centrale
regionale di committenza e una su
alcune spese sanitarie prive di
copertura finanziaria. Francesco
Pigliaru non l'aveva presa bene. «Si
continua in modo incomprensibile a
pensare solo alla forma, con un
atteggiamento che inizia a diventare
persecutorio», aveva tuonato il
presidente della Regione.
Il ricorso è ancora in piedi. A fine
maggio
il consiglio dei ministri aveva
detto no alla legge sulla
“Ridefinizione dei confini tra i
Comuni di Magomadas e Tresnuraghes” e
in precedenza, l'8 febbraio, era
stata la legge sulle “Variazioni di
bilancio” a finire davanti ai
giudici della Consulta.
L'annus horribilis è stato il 2016
con cinque leggi finite dietro la
lavagna. La prima era stata quella
che istituiva l'Agenzia sarda delle
entrate (approvata il 28 ottobre del
2016) e prima ancora - ad aprile
- la Legge forestale e quelle di
Bilancio e di Stabilità. Se nei casi
precedenti i ricorsi sono in
itinere, in quest'ultimo caso la Corte
costituzionale ha dichiarato
l'illegittimità di parti importanti della legge.
Una sola impugnazione nel 2015 (il
12 ottobre): quella sulla
“Trasformazione in agenzia del
Consorzio per l'assistenza alle piccole
e medie imprese Sardegna ricerche”.
In questo caso, dopo i chiarimenti
della Regione, il governo ha
rinunciato al ricorso e la Corte
Costituzionale ha dichiarato estinto
il processo con un'ordinanza
pubblicata a gennaio di quest'anno.
Stesso esito, favorevole a Viale
Trento, per la legge approvata il 7
agosto del 2014 su “Norme in
materia di agricoltura e sviluppo
rurale: agrobiodiversità, marchio
collettivo, distretti”.
Sei mesi dopo l'impugnazione, il
governo aveva
ritirato il ricorso e, di
conseguenze, la Consulta ne aveva dichiarato
l'estinzione. Pende ancora, invece,
il ricorso contro le “Disposizioni
urgenti in materia di organizzazione
della Regione” approvate il 24
novembre del 2014.
Due mesi dopo il consiglio dei
ministri aveva
formalizzato l'impugnazione.Considerato
che manca circa un anno e mezzo alla fine del mandato diPigliaru, difficile che
si raggiunga il numero di impugnazioni della
scorsa legislatura, caratterizzata
da un aspro conflitto tra Regione e
Stato: con Ugo Cappellacci alla
guida della giunta erano state 26. (f.
ma.)
Dopo lo
stop alla legge, l'assessore all'Urbanistica critica il ministero
Edilizia,
Erriu all'attacco «Noi leali, il governo no»
Sul governo del paesaggio la Regione
non può fare da sola: è questo il
messaggio che Palazzo Chigi ha
voluto mandare con l'impugnazione della
legge su edilizia e urbanistica
varata due mesi fa dal Consiglio
regionale. Si chiama
copianficiazione, ed è motivo di scontro tra
Villa Devoto e i Beni culturali da
Cappellacci in poi. «Stupisce che
il Ministero agisca solo quando c'è
da bloccare qualcosa, mentre tace
ed è inerte quando c'è da fare», è
la frecciata di Cristiano Erriu,
assessore all'Urbanistica della
Giunta Pigliaru.
A Roma sostengono che alcuni aspetti
della legge andavano concordati.
Perché non lo avete fatto?
«Lo stesso governo che invoca la
necessità di copianificare, forse
ignora il fatto che le richieste di
riavvio del dialogo da parte della
Regione sono state più volte
presentate al ministero dei Beni
culturali, fin dai primi atti di
questa giunta. Per capirci: lo
abbiamo fatto subito dopo aver
annullato il piano paesaggistico di
Cappellacci».
E non vi hanno mai risposto?
«No. Si richiede leale
collaborazione, ma allo stesso tempo non si
danno risposte, nemmeno
sull'individuazione degli ambiti vincolati.
Non parliamo, quindi, di
disciplinare gli interventi ammissibili.
Possiamo dire che il ministero evita
costantemente il confronto con
noi».
Una delle norme impugnate permette
di realizzare opere nella fascia
dei 300 metri dal mare.
«Si tratta di strutture di facile
rimozione, come i chioschetti.
Oppure i parcheggi al servizio delle
spiagge, che non alterano lo
stato dei luoghi in maniera irreversibile.
Ancora: le infrastrutture a
servizio della nautica, fondamentali
per lo sviluppo turistico.
Troppa libertà in zone sensibili,
dice il Ministero.
«Ma non venivano messe in
discussione le valutazioni di compatibilità
paesaggistica».
Cosa succederà se venisse abrogato
questo articolo?
«In attesa che il Ministero si degni
di copianificare, la Sardegna non
offrirà più servizi connessi alla
balneazione. Non stiamo parlando di
cementificare, ma di realizzare
nella fascia dei 300 metri strutture
amovibili, stagionali. Evidentemente
il ministero, che ha tra le sue
competenze anche il turismo, ha una
idea di sviluppo per la Sardegna
diversa da quelle delle altre
regioni».
In che senso?
«Rischiamo di vederci svantaggiati
rispetto ad altre realtà italiane
che non hanno adottato un piano
paesaggistico. O forse le regioni che
non hanno ancora un Ppr sono
soggette a un non esplicitato vincolo di
inedificabilità assoluta?».
L'altro punto contestato è quello
della cancellazione dei vincoli di uso civico.
«Impugnare queste disposizioni, che
peraltro sono di iniziativa
consiliare, è veramente paradossale.
La norma in questione prevede
proprio una copianificazione con il
Ministero, per valutare la
presenza o meno di valori
paesaggistici nei terreni gravati da vincolo
su cui si vuole intervenire».
Vi ha stupito l'intervento del
governo?
«Sì. Vorrei evidenziare che alcune
parti messe sotto osservazione dal
Mibact riguardano articoli e
contenuti già presenti in precedenti
leggi regionali o loro modifiche,
anche recenti, che non sono state
impugnate».
Proporrete un ricorso o vi
adeguerete modificando la legge?
«Per noi non c'è stato uno
sconfinamento nelle competenze. Dobbiamo
valutare, decidere insieme a tutta
la Giunta se andare in giudizio o
meno. Certo, mi pare che da parte
del governo, su questo tema, ci sia
un atteggiamento ostile».
In tre anni Palazzo Chigi ha
contestato undici vostri provvedimenti.
Non era un governo amico?
«Il rapporto tra istituzioni
travalica i colori di appartenenza. Non
si può derubricare tutto a una
questione di amicizia o contiguità
politica».
Michele Ruffi
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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