giovedì 17 agosto 2017

Il futuro risorgimento guidato da un acker col cappuccio della felpa calato sulla testa. Di Paolo Manca.


"E' la volta ora di..." è la frase con cui il presentatore introduceva il cantante, o altro, di turno che quindi aveva a disposizione una manciata di minuti in cui tutti, lasciando le divagazioni, si concentravano su di lui. Il meccanismo, che qualche grande narratore ha metaforizzato nel "puntare uno spot", in seguito, vista l'abbondanza di argomenti e necessità espressive, poi si è diffuso ad altri ambiti in ossequio alla sacrosanta necessità (o aspettativa) di tutti. Quindi: dalla canzone allo sport e, successivamente, dallo sport alla politica; arte, quest'ultima, popolare per eccellenza perché basta "saper parlare" che è una cosa certamente più semplice che "cantare" o "compiere gesti atletici" che richiedono "un dono" da parte della natura.

Non per niente, poi, siamo in democrazia. Se no, vaffanculo: destra, sinistra, regno o repubblica che differenza fa? Così, accompagnato da innumerevoli polemiche e opinioni, il transito è avvenuto nei vari decenni ma ebbe un indubbia accelerazione nell'apoteosi berlusconiana, periodo durante il quale è effettivamente avvenuta la transizione attesa fin dagli anni 60’, quando maturò il concetto a partire da grandi pensatori come Mike Bongiorno che, tenuti in disparte dal potere opprimente nemico del popolo, non a caso furono poi valutati dal Pigmalione brianzolo già autore solitario di una rivoluzione, che al grande filosofo televisivo ha concesso funerali di Stato. Questo, ovviamente, dopo essere stato nominato capo supremo del paese dalla folla entusiasta  Finalmente ce n'era per tutti!

Tutto ciò, però, causava qualcosa che non sappiamo di cosa si tratta Quindi, nel non sapere di cosa si tratta, è probabile che tutto ciò sia colpa di internet, mezzo che è inteso come "continuum" della televisione con il pericoloso aspetto di essere notoriamente dotato di luoghi "dark", come testimoniano i tanti servizi dedicati ad esso dalla televisione: posti dove si pianificano meeting palesemente contrari a valori sacrosanti come quelli della famiglia (insomma, incontri tutt'altro che legittimi), e via via fino ad altri dove vengono corrotti i nostri ragazzi (vedi balene e altre minkiate del genere) e dove, con altissima probabilità, maturano anche idee sovversive.

Per rendere l'idea, le raffigurazioni dell'individuo-tipo sono appunto "un ragazzo con il cappuccio della felpa calato sulla testa", immagine che rende bene l'idea del carbonaro attuale, del XXI secolo, insomma. C'è da scommetterci che nei libri di storia delle elementari del XXXI secolo ci saranno i disegni di codesto moderno Mazzini, felpa sulla testa, computer semi-smontato, intento a chattare con gli altri della setta. Nel XXXXI secolo gli verranno dedicate vie e piazze, questo è sicuro. "Dove abiti?" "In piazza Hacker n. 10001010101..."! Statene certi.
Di Paolo Manca.


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