lunedì 26 febbraio 2018

Progetto autodetermiNatzione: stiamo già vincendo! Di Lucia Chessa


La campagna elettorale è bellissima. Una corsa a perdifiato in tutti gli angoli di Sardegna che facciamo in tempo a raggiungere. Paesi piccoli, paesi grandi, città. Per noi ogni luogo è importante perché ogni persona è importante. Dovunque andiamo a dire chi siamo e a raccontare cosa vuole Autodeterminatzione troviamo sale piene, uomini e donne che ci ascoltano seri, sorridenti, entusiasti, calorosi, accoglienti. Restiamo anche noi, a volte meravigliati della attenzione che vediamo crescere attorno a noi e ci rendiamo conto che stiamo intercettando una diffusissima esigenza di qualcosa, una domanda di buona politica, di partecipazione, di cittadinanza, proveniente da persone che non si sentivano rappresentate dai soggetti in campo.

A loro spieghiamo che ci siamo stancati di non contare niente. Che abbiamo leggi elettorali antidemocratiche che distorcono la volontà popolare, che viviamo in un mondo centralistico organizzato a piramide dove c’è un vertice lontano da noi che comanda e si arricchisce creando disuguaglianze inaccettabili. A loro diciamo che il governo così detto di sinistra ancora in carica a Roma ha fatto politiche di destra approvando le riforme che non aveva fatto approvare al centrodestra.

A loro raccontiamo che Berlusconi si presenta per la settima volta agli elettori ( questa volta anche incandidabile perché condannato definitivo) promettendo sempre lo stesso milione di posti di lavoro. A loro raccontiamo che politiche di asservimento da parte della giunta Pigliaru verso il governo di Renzi hanno creato un danno altissimo alla Sardegna e che noi speriamo un giorno di poter portare Pigliaru e la sua giunta davanti alla corte dei conti per il modo in cui hanno gestito la vertenza entrate con lo stato, cedendo a Roma risorse che erano nostre per legge e per statuto.

Raccontiamo che soffia in Europa un vento di rifiuto delle politiche centraliste come Catalogna, Corsica e Scozia dimostrano e che la nostra proposta di autodeterminazione incrocia quel vento rivelando tutta la sua straordinaria modernità e il suo fondarsi su un' osservazione, ampia e di prospettiva, del mondo complesso e globale nel quale siamo immersi. Raccontiamo che è possibile uscire da quel centralismo oppressivo che l’Europa agisce su Roma, Roma agisce su Cagliari e Cagliari agisce su tutti i territori di Sardegna con un replicarsi nefasto di quel modello di diseguali, di padroni e di servi, di chi conta molto e chi non conta niente, di ricchi e di poveri, di garantiti e non garantiti.

Raccontiamo della possibilità che i territori, i popoli, gli uomini e le donne abbiano tra loro rapporti tra uguali e non di subalternità. E così parliamo di un sogno, di una aspirazione, di una idea nuova alla nostra portata, di Autodeterminazione. E non promettiamo niente. Né milioni di posti di lavoro né lavoretti interinali distribuiti qua e là dai politici potenti che controllano i bottoni giusti. Gli stessi che ti tolgono un diritto per restituirtelo poi sotto forma di favore facendo di te un uomo e una donna sempre sotto ricatto.

Non promettiamo incarichi, né corsie preferenziali per pratiche ferme in uffici intasati, né posti al Mater Olbia. Promettiamo diritti e doveri di cittadini liberi. Ed è per ciò che quando finiamo venite a stringerci la mano, a volte ad abbracciarci e ci ringraziate. Ma siamo noi che ringraziamo voi. Noi la mattina prima di presentarci agli incontri con voi siamo stati a lavorare e pensiamo sia giusto così. Noi non abbiamo giornali, non abbiamo tv, non abbiamo soldi per grandi campagne di propaganda ma abbiamo una cosa che gli altri non hanno: abbiamo ragione e abbiamo un sogno, un ideale. Un ideale alto, onesto, pulito, dignitoso. Ed è per questo che stiamo già vincendo.

Di Lucia Chessa.

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