Venerdì
dalle ore 19:00 alle ore 21:00
Sede
Libe. R. u. “Cicitu Masala”, Via Verdi 48, Cagliari.
Emiliano Manca legge e presenta Apologhi e Visioni, Cenacolo
di Ares, con Igor Lampis e Ivo Murgia della direzione editoriale.
Apologhi e visioni è una raccolta di nove racconti,
Apologhi e visioni è una raccolta di nove racconti,
scritti fra il 2004 e il 2011.
Il libro non ha un unico filo conduttore tematico o
stilistico. Come suggerisce il titolo, si possono tuttavia suddividere i
racconti in due gruppi. Fra gli apologhi rientrano: Sol Invictus, Lettera
aperta,
Terre promesse, Dei delitti e delle pene. Si tratta di composizioni in cui la vicenda narrata o descritta viene presentata esplicitamente come esemplificativa di una tesi, sia pure non necessariamente esposta in esordio. Le visioni sono invece da intendere in due differenti accezioni del termine. 837 e La Danza del Giudizio Universale sono visioni oniriche, accostabili rispettivamente a un incubo (o un’allucinazione) e a un sogno ad occhi aperti intriso di magia. La Cittadella sul Confine e La Casa di Donna Noemi sono invece basati su esperienze vissute in prima persona dall’autore.
Terre promesse, Dei delitti e delle pene. Si tratta di composizioni in cui la vicenda narrata o descritta viene presentata esplicitamente come esemplificativa di una tesi, sia pure non necessariamente esposta in esordio. Le visioni sono invece da intendere in due differenti accezioni del termine. 837 e La Danza del Giudizio Universale sono visioni oniriche, accostabili rispettivamente a un incubo (o un’allucinazione) e a un sogno ad occhi aperti intriso di magia. La Cittadella sul Confine e La Casa di Donna Noemi sono invece basati su esperienze vissute in prima persona dall’autore.
Nel primo caso, la visione non è che un
resoconto puntuale dei fatti accaduti, con l’atmosfera caricata unicamente
dall’aggiunta del vissuto interiore dei protagonisti, lasciato emergere dai
comportamenti e dalle scelte linguistiche e stilistiche più che esplicitato con
excursus introspettivi. Nel secondo caso, l’esperienza reale è utilizzata come
semplice punto di partenza per
un racconto di invenzione, il cui carattere “visionario” è da intendere nel senso di un’adesione a un certo filone fantastico.
A metà strada fra i due gruppi, e in un certo senso completamente estraneo a entrambi, è il primo racconto del volume: Arrafieli e Lisandra. Potrebbe essere definito una “leggenda d’invenzione”.
Nel senso che è stato composto come la riscrittura d’autore di una tradizione popolare locale, che però non esiste. Luoghi e contesto umano sono trasfigurazioni di realtà conosciute dall’autore, ma la
vicenda narrata non è ispirata ad alcun fatto reale.
un racconto di invenzione, il cui carattere “visionario” è da intendere nel senso di un’adesione a un certo filone fantastico.
A metà strada fra i due gruppi, e in un certo senso completamente estraneo a entrambi, è il primo racconto del volume: Arrafieli e Lisandra. Potrebbe essere definito una “leggenda d’invenzione”.
Nel senso che è stato composto come la riscrittura d’autore di una tradizione popolare locale, che però non esiste. Luoghi e contesto umano sono trasfigurazioni di realtà conosciute dall’autore, ma la
vicenda narrata non è ispirata ad alcun fatto reale.
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