La Nuova
Sardegna
Alcoa, sul piatto 100 milioni di investimenti. Sider
Alloys presenta il piano industriale ma chiede garanzie sui costi dell’energia
e sui trasporti di Tamara Peddis
PORTOVESME Un investimento di 100 milioni di euro,
l'assunzione in pieno regime di circa 400 operai e una produzione che
sfiorerebbe le 155 mila tonnellate. Sono alcune cifre del piano industriale
proposto dalla società svizzera Sider Alloys per il rilancio della fabbrica di alluminio
primario ex Alcoa di Portovesme. Un piano già presentato al tavolo del
Ministero dello sviluppo economico lo scorso marzo e ieri presentato alla
stampa dall'amministratore delegato della Sider Alloys Giuseppe Mannina in un
hotel di Roma. Un modo per comunicare all'opinione pubblica che la società è
seriamente intenzionata ad acquisire lo stabilimento ex Alcoa di Portovesme e
che adesso attende una risposta da parte del Governo che si sta occupando,
tramite Invitalia, della cessione Alcoa.
Il Mise però prende tempo perché alcuni giorni fa
ha prorogato la valutazione finale dell'offerta al prossimo 14 luglio. Ci
sarebbero anche altri acquirenti interessanti a rilevare lo stabilimento ex
Alcoa chiuso nel novembre del 2012 dalla multinazionale americana con sede a
Pittsburgh. Il Governo sembrerebbe agire con prudenza e fare le opportune
verifiche sul progetto della società svizzera specializzata nella
commercializzazione di prodotti metallurgici. Ma anche la società, nonostante
l'intenzione di acquisire la fabbrica, ha posto delle condizioni. Infatti
proprio nel corso della conferenza stampa, l'amministratore Mannina ha
precisato che affinchè il piano industriale decolli e abbia un senso, devono essere
risolti due problemi: la questione del costo dell'energia e le infrastrutture
portuali.
Due aspetti cruciali da anni posti all'attenzione
di governi regionali e nazionali da parte, soprattutto, delle organizzazioni
sindacali. Due ostacoli all'attività industriale che hanno determinato la
chiusura di diverse fabbriche nel sulcis iglesiente o impedito importanti
investimenti imprenditoriali.
Sulle tariffe energetiche a prezzi competitivi il
Governo aveva promesso una soluzione entro maggio. L'obiettivo principale
secondo i sindacati è quello di accorciare i tempi perchè le trattative per la
cessione dello stabilimento ex Alcoa vanno avanti oramai da diversi anni, determinando
una serie di difficoltà, in particolare per le centinaia di operai che
attendono una risposta occupazionale.
Pd,
la presidenza primo nodo per Cucca
Forse
non sarà proposta dal segretario a Sanna, lo sconfitto alle
primarie.
Più probabile che vada all’area Cabras-Fadda
CAGLIARI Alla prima assemblea del Pd
dopo la vittoria di Giuseppe
Luigi Cucca per la segreteria,
mancano pochi giorni. Sabato è dietro
l’angolo. Riunioni e confronti sono
continui e non sempre le soluzioni
sembrano facili, nonostante da parte
di tutti, vincitori e sconfitti,
ci sia la volontà di mettere fine
alla stagione delle lotte intestine.
Però mettere assieme l’auspicata
gestione unitaria potrebbe essere
complicato nel momento in cui il neo
segretario dovrà assegnare gli
incarichi previsti dallo statuto o
altri nuovi di zecca. Ad esempio:
la presidenza andrà a Francesco
Sanna, il candidato-segretario battuto
da Cucca? Se in un primo momento
sembrava potesse essere questo
l’inizio della nuova era, lo
scenario avrebbe avuto – secondo diverse
indiscrezioni – un’evoluzione
improvvisa.
Questa: la presidenza
dovrebbe andare invece alla corrente
dei popolari-riformisti dell’area
Cabras-Fadda. Non c’è ancora un
accordo ufficiale, ma il segretario
avrebbe garantito quell’incarico più
di prestigio che sostanza agli
alleati (Cabras e Fadda appunto)
nella corsa verso la segreteria. Alla
corrente sconfitta, quella dei
soriani, potrebbero essere proposte
invece una delle due vicepresidenze,
mentre l’altra dovrebbe andare
agli ex Diesse, sotto corrente della
nuova maggioranza, per il resto
formata dai renziani della prima
ora. Per gli altri incarichi da
assegnare Cucca dovrebbe avere meno problemi.
Il motivo? I posti sono
un bel po’ e quindi dividerli in
parti (quasi) uguali sarà più facile.
Di sicuro il senatore terrà per sè e
sceglierà il coordinatore della
segreteria. È una figura
indispensabile quando si ha il doppio
incarico, a Palazzo Madama, e per
diversi giorni Cucca dovrà essere a
Roma, dove il governo Gentiloni ha
una maggioranza risicata.
Detto del coordinatore, la
segreteria – sarà numerosa – dovrebbe essere composta
in diversi dipartimenti. E proprio
alcuni di questi incarichi
dovrebbero essere proposti a Sanna e
ai soriani. Il deputato accetterà
la proposta, oppure rispetto
all’ipotesi di una gestione unitaria,
preferirà stare in minoranza? È
ancora difficile dare una risposta,
perché la griglia definitiva sarà
definita solo a ridosso
dell’assemblea di Tramatza.
Intanto sono sette i sardi che
faranno
parte della direzione nazionale,
eletta domenica scorsa a Roma. Per i
renziani storici, il delegato sarà,
com’era facile prevedere, il
consigliere regionale Gavino Manca,
considerato il plenipotenziario in
Sardegna di Renzi e del suo braccio
destro, il ministro Luca Lotti.
Sarà invece la deputata Caterina Pes
a essere la quota in assemblea
dei soriani, a Roma sempre dalla
parte dell’ex premier. Poi per i
popolari-riformisti in direzione ci
sarà uno dei suoi fondatori: l’ex
sottosegretario Paolo Fadda. Per la
lista di Orlando, saranno in tre:
il deputato Marco Meloni, l’ex
parlamentare Giulio Calvisi e Anna
Crisponi (Retedem).
La Nuova
Soru:
finito un incubo, pronto a ripartire
L’ex
governatore rompe il silenzio su Facebook: una vicenda che mi ha
travolto.
Renzi ai 5 Stelle: devono chiedere scusa
di
Alessandro Pirina
SASSARI L’ultimo post lo aveva
scritto il 25 dicembre. Un messaggio di
auguri. Breve, stringato, in puro
stile soriano. «Buon Natale di pace
e giustizia». Ieri, dopo mesi di
silenzio virtuale, Renato Soru è
ritornato su Facebook. Un lungo post
sull’assoluzione per evasione
fiscale che ha chiuso una vicenda
che un anno fa aveva travolto la sua
vita, il suo lavoro, la sua azione
politica, costringendolo a
dimettersi dalla guida del Pd. «La
Corte d'appello di Cagliari, anche
su richiesta del Procuratore
generale, ha cancellato la sentenza di
primo grado e mi ha assolto
dall'accusa di evasione fiscale – scrive
l’eurodeputato –.
È stata una assoluzione ampia, con
formula piena,
che ha riguardato anche anni nel
frattempo caduti in prescrizione. Si
chiude positivamente una vicenda che
ha per qualche tempo duramente
travolto la mia vita personale, il
mio lavoro, il mio impegno
politico. Insieme al dispiacere per
il dolore causato ai miei
familiari, mi ha tormentato il
pensiero che l'impegno leale e la
passione civile dedicata alla
politica potessero tramutarsi nella
delusione dei tanti con cui ho
condiviso idealità e speranze. Ora so
che non è così. La giustizia può
avere tempi lunghi e può generare
molte sofferenze ma alla fine, anche
con coraggio, ristabilisce la
verità». Con il post su Facebook
Soru vuole archiviare il passato e
pensare al futuro. «Sono sereno,
desidero condividere con ciascuno di
voi la gioia di questo momento, e
riprendere il cammino». Subito dopo
l’assoluzione l’intero Pd, regionale
e nazionale, si è stretto intorno
a mister Tiscali. Pigliaru e Cucca e
Renzi su tutti. Anche ieri il
segretario nazionale è voluto
ritornare sulla vicenda Soru con un
attacco ai grillini.
«Abbiamo chiesto conto ad alcuni
deputati 5
Stelle delle loro vergognose frasi
contro Renato Soru, il fondatore di
Tiscali e nostro deputato europeo,
che è stato assolto da tutte le
accuse a suo carico e che era stato
insultato e denigrato in tv dal
fango pentastellato – scrive Renzi
sulla sua e-news –. Riusciranno a
mettere insieme cinque lettere e
pronunciare la parolina magica:
scusa? Mettere i puntini sulle i è
giusto e doveroso: noi non possiamo
sempre subire le accuse infamanti e
false stando in silenzio». Sulla
assoluzione di Soru e sulle accuse
del Movimento 5 stelle è
intervenuto anche il deputato Andrea
Romano. «Grillo parla di folle
aizzate? Il mondo alla rovescia,
prima hanno linciato Soru e ora che è
stato assolto neanche le scuse di Di
Maio». Ieri anche Renzi, senza
citarlo, aveva fatto riferimento al
vicepresidente della Camera
grillino, querelato da Soru perché
lo aveva accusato in tv di essere
indagato per riciclaggio. Accusa non
vera che aveva costretto Di Maio
a una lettera di scuse. Che, però, a
Soru non era bastata.
Legge
elettorale, Pd al bivio Accordo con il M5s o con Fi
di
Giovanni Innamorati
ROMA Il Pd è chiamato a scegliere se
fare la legge elettorale con M5s,
che anche oggi ha ribadito la
propria disponibilità, o con Forza
Italia, sulla quale ha invitato a
puntare il ministro Dario
Franceschini. Due partner a cui
corrispondono due sistemi elettorali
diversi, e con lo stesso Pd che non
è univocamente schierato per l'una
o l'altra soluzione. In questo
clima, reso ancora più complesso
dall'imminente avvio della campagna
elettorale per le amministrative,
il relatore alla legge elettorale,
Andrea Mazziotti, punta a
presentare giovedì un testo base,
vale a dire un testo che sia un
minimo comune denominatore, su cui
poi aprire il confronto a suon di
emendamenti. Mazziotti ha oggi
iniziato un giro di incontri informali
con tutti i gruppi parlamentari, per
conoscere le diverse posizioni.
Queste dovranno poi essere
formalizzate nelle sedute della Commissione
Affari costituzionali di mercoledì e
giovedì.
E lo stesso giovedì
Mazziotti vorrebbe presentare il
testo base. Il M5s, come ha riferito
Danilo Toninelli, ha ribadito
l'offerta di dialogo con il Pd, in
particolare proponendo una sintesi
tra il Legalicum, (cioè l'Italicum
così come è stato corretto dalla
Consulta) e la proposta del deputato
del Pd Fragomeli: quest'ultimo
propone l'abbassamento della soglia per
il premio di maggioranza al 37%, una
scelta che renderebbe più
maggioritaria la legge, come chiesto
dal Pd. Con una soglia non del
40% ma del 37%, M5s e Pd, facendo
leva anche sul voto utile, avrebbero
più chance di ottenere il premio e
di avere la maggioranza nelle
Camere. Peraltro l'asse Pd-M5s non
ha i voti in Senato (98 i Dem e 39
gli M5s), dove difficilmente
verrebbero raccolti altri consensi su una
proposta che incide sui piccoli
partiti. Altro scenario ha invece
avanzato il ministro Franceschini,
vale a dire un accordo con Fi per
la legge elettorale e anche per il
sistema politico: Franceschini ha
infatti invitato gli azzurri a
scaricare gli antieuropeisti Lega e
Fdi, come il Pd ha fatto con Si.
L'accordo con Fi, d'altra parte,
sarebbe implicito nell'appello di
Mattarella, il quale ha esortato le
Camere tanto a varare la legge
elettorale quanto ad eleggere il
giudice Costituzionale, che
spetterebbe - appunto - a Fi indicare. Ma
il dialogo con Forza Italia
implicherebbe un sistema più proporzionale
con premio alla coalizione e non
alla lista. I piccoli partiti della
maggioranza (Ap, Des-Cd, Ci)
chiedono un trasferimento dell'Italicum
dalla Camera anche al Senato, con lo
sbarramento unico del 3%, che è
il vero punto dirimente: il Pd,
infatti, ne vorrebbe uno al 5%. Per
una soglia al 3% anche Mdp che in
più vorrebbe eliminare i capilista
bloccati. In questa situazione
magmatica Mazziotti punta a presentare
giovedì un testo base da cui partire
poi per il successivo confronto e
la presentazione degli emendamenti.
ORISTANO-Intesa
Ledda-Udc-PdS Annamaria Uras rinuncia
La
candidata sindaco non avrebbe gradito l’allargamento della coalizione
I
centristi di Casini appoggiano Martinez che li sconfessa: «Cado dalle nuvole»
di
Simonetta Selloni e Roberto Petretto
ORISTANO L’accordo tra Partito dei
sardi, Udc, Idee rinnovabili e
Cittadini per Oristano è
praticamente fatto. Ma non sarà indolore:
Annamaria Uras, l’avvocato che il
Pds aveva individuato, già durante
le fasi della trattativa con il
centrosinistra, come candidato
sindaco, ha deciso di rinunciare. Lo
aveva fatto intendere due giorni
fa, in un post sul proprio profilo
Facebook, che non avrebbe gradito
accostamenti con alcuni personaggi
della vita politica oristanese:
«Sono ferma nell'intento di
allontanare politici “irremovibili
inoperosi”. Solo così si apre la
strada a sani intenti e fattiva
volontà di crescita. Sono certa che
questo vuole tutta la città».
Mancavano nomi e cognomi, ma non era
difficile immaginarli. Invece la
trattativa è proseguita ieri sino a
tarda notte, alla ricerca di
un’intesa sui dettagli. Ma quando
Annamaria Uras ha capito che ormai i
giochi erano fatti, ha deciso di
lasciare.
Chi sarà ora il candidato
sindaco di questa coalizione che mette
insieme il partito
dell’assessore regionale ai Lavori
pubblici Paolo Maninchedda, l’Udc
di Oppi e Uras, Idee rinnovabili di
Salvatore Ledda e Cittadini per
Oristano di Ivano Cuccu? Sembra
impossibile che la scelta cada su
Ledda. Ecco quindi che troverebbero
credito i nomi dell’ex assessore
regionale Gian Valerio Sanna e
quello di Gianni Angioi. Intanto ieri
si è registrato una sorta di
incidente diplomatico nella coalizione
che sostiene il candidato sindaco
Filippo Martinez. Il coordinatore
oristanese dei centristi di
Pierferdinando Casini, Bruno Lacu, ha
affidato all’agenzia Ansa un
comunicato con cui dichiara il sostegno
del partito alla candidatura a
sindaco di Martinez. Una nota firmata
anche dal coordinatore regionale Federico
Ibba in cui si spiega che la
scelta «rientra in una logica
politica di sostegno a favore di
candidati a sindaco che provengono
dal mondo dell’impresa, dell’arte e
della cultura, come nel caso di
Filippo Martinez, dell’artigianato
come nel caso del nostro candidato
sindaco centrista di Selargius, il
ceramista Nanni Pulli».
Per Lacu, quello di Martinez è «un
progetto di
ampio respiro che cambierà
radicalmente le prospettive della città e
del territorio con ripercussioni
positive per l'intera isola. Martinez
non è un parvenu della politica, ha
nel suo curriculum azioni
politiche concrete che hanno avuto
risalto internazionale e ha varato
un progetto concreto, non limitato
all’ordinaria gestione della
macchina amministrativa che
coinvolge un brain storming permanente
composto da varie professionalità
della cittadinanza attiva
dell'oristanese col supporto di
illustri consulenti che contribuiscono
alla sua realizzazione con
entusiasmo e senza interesse economico».
Martinez non ha gradito questo
endorsement e si è premurato di
contattare le redazioni
giornalistiche per precisare che tutti i
candidati delle liste che lo
sostengono lo fanno a titolo personale.
«Ho conosciuto Bruno Lacu, è
un’ottima persona e sarà candidato con
noi. Ma non sapevo che fosse
schierato con chicchessia. I nostri
candidati sono in lista a titolo
personale e non in rappresentanza di
qualche partito politico. Il
concetto che vogliamo far passare è che i
nostri candidati sono individui in
rappresentanza di sé stessi. Con
noi ci sono persone di destra e di
sinistra. Abbiamo voluto fare un
gruppo eterogeneo. E devo dire che
questa uscita dei centristi mi ha
fatto cadere dalle nuvole».
Unione Sarda
QUARTUCCIU.
Amministrative, la rinuncia dei Cinque Stelle
«Impossibile
creare una lista». Per ora in campo Paolucci e Pisu
La notizia era nell'aria, ma solo da
ieri è ufficiale: il Movimento 5
Stelle non parteciperà alle elezioni
amministrative dell'11 giugno a
Quartucciu. Sono lontanissimi i
tempi in cui persino il leader del
movimento, Beppe Grillo, era
arrivato in paese per dare il proprio
appoggio al candidato sindaco Bruno
Flavio Martingano, che poi era
stato il primo consigliere dei 5
Stelle eletto in Sardegna. Alle
Europee del 2014, poi, a Quartucciu
i grillini erano stati i più
votati con 1675 voti.
Le motivazioni della rinuncia sono
state messe nero su bianco in un
comunicato del coordinamento del
Movimento 5 Stelle Quartucciu,
all'indomani di un incontro dal
quale è emersa l'impossibilità di
creare una lista.
«È maturata in noi da poco la
decisione di non partecipare a questa
tornata elettorale, per motivi
personali che hanno coinvolto più di un
appartenente al nostro gruppo», si
legge nella nota: «Continueremo
comunque con le nostre attività sul
territorio e saremo vigili sulle
attività della Giunta». Il Movimento
«per sua natura non si allea in
coalizione con nessuna forza
politica ad ogni livello. Nessun
candidato e nessuna lista di quelle
che si presenteranno in questa
tornata elettorale godranno
dell'appoggio del nostro gruppo, attivo e
ben radicato sul territorio da oltre
otto anni».
Negli ultimi cinque anni è stato
Martingano a rappresentare il
Movimento in Consiglio. Di recente
la sua rinuncia per «motivi
personali» e la sostituzione con
Valerio Mereu. «Abbiamo maturato in
questi cinque anni», si legge nel
comunicato, «un'esperienza
costruttiva all'interno della
complessa realtà amministrativa, che ci
ha aiutati a crescere. Pur essendo
in minoranza, siamo riusciti a
ottenere ottimi risultati,
realizzando concretamente alcuni punti del
nostro programma del 2012».
Per ora, i candidati certi alla
poltrona di primo cittadino sono due,
entrambi per liste civiche: Damiano
Paolucci, segretario cittadino di
Fratelli d'Italia, a capo di una
lista di centrodestra, e Pietro Pisu,
che unisce molte anime del
centrosinistra e i consiglieri di
opposizione Tonino Meloni, Walter
Caredda, Rita Ambu e Franco Paderi.
Alla fine dovrebbe venire fuori un
altro nome da un'altra lista
civica: sembrava certo quello di
Antonio Piras, ex consigliere di
maggioranza del sindaco Carlo Murru,
ma potrebbe spuntare a sorpresa
Walter Pibiri, anche lui volto noto
della politica a Quartucciu.
Giorgia Daga
ORISTANO-ELEZIONI.
L'alleanza tra Pds, Udc, Idee rinnovabili e
Cittadini
per Oristano senza leader «Il polo civico? No, grazie»
Anna
Maria Uras: non voglio guidare questa nuova coalizione
Il colpo di scena arriva proprio
nell'ultimo scampolo di trattative
politiche. Si forma un nuovo
schieramento ma esce di scena una
candidata alla carica di sindaco.
Partito dei sardi, Udc, Idee
rinnovabili e Cittadini per Oristano
trovano l'accordo politico (manca
solo l'ufficialità) ma perdono Anna
Maria Uras , la candidata alla
fascia tricolore su cui qualche
settimana fa aveva scommesso il Pds.
Anna Maria Uras non ha mai nascosto
di non volere l'alleanza con
Giuliano Uras (Udc) e Salvatore
Ledda (Idee rinnovabili) e su questa
posizione è stata irremovibile. E
così per il polo civico
indipendentista inizia la caccia a
un nuovo candidato, tornano in
campo i nomi dell'ex assessore
regionale Gian Valerio Sanna e del
dentista Gianni Angioi .
L'ALLEANZA Dopo mesi di trattative,
nelle ultime quarantotto ore ci
sono stati passaggi decisivi. Ha
preso forma la coalizione con Partito
dei sardi, Udc, Idee rinnovabili che
già nei mesi scorsi avevano
cercato di creare un laboratorio
politico. Ma tra ritorni di fiamma
sia col centrosinistra (da parte del
Pds) che col centrodestra (da
parte di Udc e Idee rinnovabili), il
progetto sembrava tramontato. Poi
il colpo di scena: il Pds rompe col
centrosinistra sui nomi dei
sindaci e riprende i contatti con
Giuliano Uras e Salvatore Ledda che
nel frattempo continuano a trattare
anche col centrodestra. Situazione
incerta fino all'ultimo su tutti i
fronti. Lunedì c'è stato persino il
tentativo di ricucire tra Pds e
centrosinistra, ma la proposta del Pds
di azzerare tutto (comprese le
candidature di Maria Obinu e Anna Maria
Uras) è stata bocciata dal Pd. Alla
fine si è trovato l'accordo tra
Pds, Udc, Idee rinnovabili e
Cittadini per Oristano.
LA CANDIDATA Proprio questa alleanza
ha fatto saltare una pedina
fondamentale. Anna Maria Uras ieri
si è defilata: per lei, che a più
riprese ha chiarito di non volere in
squadra «politici consumati», non
c'erano più le condizioni per
proseguire un percorso politico insieme.
Adesso proverà a costruire una lista
sua, ma il tempo stringe e chissà
se riuscirà nell'impresa.
GLI ALTRI LEADER Già al lavoro gli
altri candidati sindaco
ufficialmente in campo: Maria Obinu
per il centrosinistra, Andrea
Lutzu per il centrodestra, Cristina
Puddu per Meris, Patrizia Cadau
per il movimento Cinque Stelle (in
attesa che arrivi la certificazione
dalla staff di Grillo) e Filippo
Martinez per il movimento Capitale
Oristano. Proprio ieri il regista
oristanese ha incassato il sostegno
dei centristi di Pier Ferdinando
Casini come annuncia il coordinatore
oristanese Bruno Lacu . Ma subito
Martinez precisa: «Ho accolto Bruno
Lacu come individuo singolo, non
sapevo fosse coordinatore di un
partito - dice - Ben venga il
sostegno, ma voglio ricordare che dietro
il nostro movimento non ci sono
partiti».
Valeria Pinna
LANUSEI.
Il Pd non scioglie i dubbi, il candidato è una chimera
Tra
i consiglieri in lizza Renato Pilia, figlio dell'ex presidente
Per chi i giochi non li ha ancora
chiusi il tempo è tiranno. Al
countdown della presentazione delle
liste mancano 90 ore e a Lanusei
lo scenario è definito solo in
parte. Entro oggi il comitato PensiAmo
a Lanusei, con l'apparentamento del
Partito democratico, apporrà i
sigilli sul gruppo che ambirà a
governare la cittadina nei prossimi
cinque anni. Tra indiscrezioni e
certezze spunta un tris di avvocati.
Resta caldo il nome di Davide Burchi
come candidato sindaco, con lui
potrebbero presentarsi anche i
colleghi Renato Pilia e Matteo
Stochino.
FIGLIO D'ARTE Ma in attesa
dell'investitura ufficiale, o di un
ipotetico ribaltone sul nome del
candidato sindaco, il gruppo PensiAmo
a Lanusei plasma la lista con volti
nuovi nel panorama politico
cittadino. È il caso di un figlio
d'arte come Renato Pilia, 29 anni,
primogenito di Bruno, ex presidente
della Provincia dell'Ogliastra e
primario di Radiologia all'ospedale
di Lanusei. Per lui, che secondo
una diffusa e autorevole corrente di
pensiero all'interno del Pd è
l'astro nascente della politica
locale, si tratterebbe della prima
esperienza. Il terzo legale
candidato potrebbe essere Matteo Stochino
(36), ex amministratore comunale di
Ilbono e referente del circolo Pd
cittadino.
LE INCERTEZZE Il comitato spontaneo
PensiAmo a Lanusei, la cui azione
è animata da semplici cittadini ma
anche da esponenti democratici,
vuole fortemente mettere su la terza
lista. Questa conterrebbe già
diversi nomi, molti dei quali però
sarebbero legati al nome del
candidato sindaco. Perciò si tenta
di convergere su un nome gradito
alla maggioranza. E Davide Burchi,
che respira politica sin dai tempi
della prima giovinezza, potrebbe
essere l'ideale condivisione in una
fase dove gli equilibri -
soprattutto all'interno del Pd - sono
piuttosto delicati.
DIETROFRONT Salvatore Zito e Attilio
Piras, candidati sindaco in
pectore che per valutazioni
personali o altre difficoltà si sono
ritirati dalla corsa. Anche se, a
tre giorni dalla scadenza dei
termini, nulla è scontato.
Soprattutto se non si riuscisse a chiudere
sul nome di Davide Burchi.
LISTE SICURE Le uniche certezze sono
le ricandidature del sindaco
uscente Davide Ferreli e
dell'attuale capogruppo di opposizione Silvio
Carobbi, dissidente Pd, il primo ad
aver annunciato ufficialmente la
sua discesa in campo.
Giovanna Falchetto
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Federico Marini
skype: federico1970ca
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