La Nuova
Sardegna
Nuova tragedia
per Tidu muore la figlia Arianna La 31enne di Teti uccisa da un aneurisma a
Milano, dove si era laureata e lavorava La famiglia del commissario della
Provincia già segnata dalla perdita di un figlio.
Era la notte del 19 novembre del 2005. Mattia
Tidu, fratello di Arianna, aveva 19 anni, allora. Era a bordo di una Seat
Cordoba, assieme ad altri quattro ragazzi. Viaggiavano lungo la 131 dcn quandoìmuscirono
di strada, all’improvviso, precipitando in una scarpata. Un incidente terribile
che fece due vittime: Mattia Tidu, appunto, figlio dell’allora sindaco del
paese, Costantino, e Francesco Piras, 22enne di Olzai. La morte dei due giovani
suscitò grandissima commozione nei due paesi. I funerali vennero celebrati a
distanza di un giorno l’uno dall’altro. Una tragedia che ha messo a dura prova
la famiglia Tidu, babbo Costantino, mamma Franca e i fratelli Antonio e
Arianna.
Ieri la nuova tragedia, con la morte improvvisa di
Arianna. Morta a Milano a causa di un aneurisma, una vita stroncata ad appena
31 anni, 12 anni dopo la morte di Mattia. Arianna Tidu è stata ricoverata e operata
d’urgenza martedì sera a Milano, è morta nella mattina di ieri gettando nello
sconforto la comunità di Teti e tutto il territorio.
Occhi neri e profondi, cittadina del mondo e
brillante studentessa: figlia di quella generazione che si rimbocca le maniche
e zaino in spalla esplora nuovi mondi. Studi superiori a Nuoro, laurea a Milano
in Economia alla Bocconi, Arianna viveva a Milano e lavorava per un grande gruppo che si occupa di innovazione
nell’ambito del digitale. Orgoglio di babbo Costantino, l’ex presidente della
Provincia di Nuoro, ora commissario dello stesso ente, di mamma Franca e del fratello
Antonio, era rientrata a Teti in occasione della Pasqua per trascorrere le
festività in famiglia. «Una ragazza tranquilla» come la definisce il cugino
Mirko, sconvolto per la grave perdita mentre si avvia a fare il check in per
l’aereo e raggiungere la famiglia di Arianna a Milano.
La notizia della morte della giovane si è diffusa rapidamente
in tutto il territorio della provincia e soprattutto in tutti gli ambienti di
politica, dove il padre Costantino Tidu è molto conosciuto e stimato. Esponente
di spicco del Partito Democratico, attualmente è commissario della provincia di
Nuoro, dopo esserne stato il vice presidente e poi presidente dal 2013 al 2015.
È stato anche sindaco di Teti e assessore in provincia, e da primo cittadino
anche presidente del Consorzio Imbrifero Montano. E infatti le prime parole di vicinanza per la triste notizia arrivano
proprio dall’ente che lui stesso ha guidato. Dal Bim Taloro Francesco Noli, in
qualità di presidente non nasconde la commozione «per il grave dramma che sta vivendo
questa famiglia. A nome dell’ente sentiamo di esprimere la più profonda
vicinanza e cordoglio. Una notizia che
ci ha sconvolto e ancora di più a livello personale perché è stato come
rivivere il grave dramma del novembre 2005». In quella data infatti ad essere sconvolte
furono le comunità di Teti e Olzai.
Due ragazzi morirono a causa di un incidente
stradale sulla strada statale 131 dcn. Erano Mattia Tidu, il fratello di
Arianna, e Francesco Piras, olzaese. Tutte e due poco più che ventenni. Una
vicenda che a Olzai e Teti ha lasciato una cicatrice difficile da rimarginare.
«Quando muore una persona giovane nelle nostre piccole comunità, dove
persistono rete parentali forti è come se morisse un figlio di tutti noi». Usa
queste parole la prima cittadina di Teti Laila Dearca, che esprime tutto il suo
dolore per la grave perdita. «È come se in un grande puzzle che è la nostra
comunità improvvisamente mancasse una tessera. Impossibile da sostituire,
impossibile immaginare l’assenza di una giovane così brillante e preparata.
Ti fai un sacco di domande ma non esistono risposte
per quella che rimane comunque una grave ingiustizia». Un dramma che si
aggiunge quindi a quello gravissimo della perdita di Mattia 12 anni fa, quando
il padre era Sindaco di Teti. Un fatto che cadde come una scure sulla
tranquillità del territorio e delle due comunità. Erano due giovani che si
affacciavano alla vita e che si apprestavano a passare una serata in compagnia.
Così come si affacciava alla vita Arianna. Una persona molto riservata ma allo stesso
tempo curiosa del mondo. Una viaggiatrice che proprio la settimana scorsa è
tornata da uno dei tanti viaggi in giro per il mondo. Il funerale con molta
probabilità si terrà domani pomeriggio a Teti.
Lanusei,
il Pd a caccia di un candidato
di
Giusy Ferreli wLANUSEI
«Stiamo ancora valutando se ci sono
le
condizioni per presentare una lista
credibile sia in termini
elettorali che in termini di
capacità amministrativa». Così ieri
Davide Burchi, segretario provinciale
del Partito democratico
commentava le trattative ancora in
alto mare per la presentazione di
una lista alle prossime elezioni
comunali di Lanusei. Dopo una lunga
serie di defezioni, Burchi è stato
indicato come papabile e rimarrebbe
in pole position per la candidatura
a sindaco.
Sino a ieri sera però
non aveva ancora sciolto le riserve
e la scadenza per la
presentazione, prevista per sabato
prossimo, si avvicina velocemente.
Per tutta la giornata l’avvocato
prestato alla politica, che in un
primo momento aveva sponsorizzato la
candidatura del suo collega e
compagno di partito Salvatore Zito,
ha cercato di chiudere il cerchio.
Ieri era l’ennesima riunione è
andata avanti per le lunghe senza
tuttavia trovare la sintesi
perfetta.
Le difficoltà a chiudere la
lista, che pure non potrà contare
sul simbolo del Partito democratico
ma che sarebbe eventualmente una
civica, sono innumerevoli. Così come
le defezioni dei possibili
candidati, Salvatore Zito appunto, Carlo
Balloi e Attilio Piras dettate da
attriti interni. Certe invece le
candidature del sindaco uscente
Davide Ferreli, il primo a
ufficializzare la sua ricandidatura
alla guida di u gruppo
parzialmente rinnovato, e dell'ex
segretario cittadino del Pd Silvio
Carobbi.
Unione Sarda
Alleanza
Psd'Az-La Base, ecco il polo civico sardista
Via
libera al gruppo unico in Consiglio regionale e nei Comuni
Le fondamenta del sodalizio tra il
Psd'Az e La Base, battezzato
“Coalizione civica sardista”, si
basano sui temi di autodeterminazione
e sovranità del popolo sardo. Con
un'apertura significativa a tutti
quelli che trovano la propria casa
politica nelle liste civiche,
protagoniste della vita degli enti
locali.
ALLEATI Un percorso comune
suggellato, ieri mattina a Cagliari, dal
presidente della Base, Efisio Arbau,
e dal segretario dei sardisti,
Christian Solinas. Il primo segno
tangibile è la nascita di un unico
gruppo in Consiglio regionale, al
quale aderiranno oltre Solinas,
Angelo Carta, Marcello Orrù, Gaetano
Ledda e Giovanni Satta.
Quest'ultimo continuerà a far parte
dell'Uds, mentre Gaetano Ledda,
l'unico formalmente in maggioranza
annuncia: «Voterò i provvedimenti
di volta in volta». Il primo banco
di prova saranno le amministrative,
quando la coalizione si presenterà
unita. «Il nostro accordo, però,
nasce su idee e propositi chiari»,
sottolinea Arbau, «non dentro un
palazzo».
L'IDEA Prima di accelerare e pensare
a segnare i confini della
Coalizione è meglio «pensare prima
al progetto», sottolinea Solinas.
Il rischio di limitare tutta
l'azione all'ennesimo tentativo di unire
tutta la galassia indipendentista e
sovranista deve essere schivato.
Per ora «offriamo a tutte le persone
che credono in questi valori un
luogo e soprattutto un simbolo (i
quattro mori) in cui riconoscersi».
I PRINCÌPI Quattordici capisaldi
sono il punto di partenza di
un'azione politica maturata anche
sulla base di esperienze nelle
amministrazioni del territorio. «A
Nuoro governiamo il Comune, anche
con l'apporto di tre liste civiche»,
sottolinea Solinas, «il fenomeno
del civismo è molto importante
perché tante persone capaci possono
ritrovarsi in un percorso nuovo».
GLI OBIETTIVI Affrancarsi da Roma,
affermare la sovranità e
riconoscere la lingua sarda come
espressione della coscienza nazionale
del popolo sardo. Uno scoglio sarà
la legge elettorale che «non
abbiamo mai nascosto debba essere
proporzionale» dice Carta. Nel
documento firmato da Arbau e Solinas
ci sono cinque intenti che i due
partiti dovranno perseguire insieme.
Il primo riguarda la costituzione
di un laboratorio che si candidi al
governo della Sardegna. Via libera
anche nei Comuni alla nascita di
gruppi consiliari unitari.
IL SOGGETTO Intanto il sardista
Marcello Orrù e il decano del
Consiglio regionale, Mario Floris,
esponente dell'Uds, hanno dato vita
a Sardegna Popolare che verrà
presentata ufficialmente il primo luglio
a Oristano.
Matteo Sau
Archiviazione
per Meloni
Fondi
ai gruppi, chiesto il giudizio per sei consiglieri
Richiesta di rinvio a giudizio
inoltrata e udienza preliminare fissata
per sei politici che tra il 2004 e
il 2009 (tredicesima legislatura)
hanno ricoperto la carica di
consigliere regionale. Giuseppe Fadda di
Sinistra autonomista e gli ex di An
Ignazio Artizzu, Mario Diana,
Antonello Liori, Matteo Sanna e
Giovanni Moro si presenteranno il 22
giugno davanti al gup Ermengrada
Ferrarese con gli avvocati Gianluca
Grosso, Massimo Delogu, Michele Loy,
Lorenzo Galisai, Ivano Iai e
Roberta Campesi: sono accusati di
peculato nell'inchiesta sui fondi ai
gruppi. Il pm Marco Cocco contesta
loro l'utilizzo privato (dunque
illecito) di fondi pubblici: Fadda
risponde di spese per circa 390
mila euro, Artizzu di 186 mila,
Diana di 143 mila, Liori di 165 mila,
Moro di 163 mila e Sanna di 120 mila.
Proprio ieri invece il giudice delle
udienze preliminari Giovanni
Massidda ha archiviato, su richiesta
dello stesso pm, la posizione di
Marco Meloni, oggi parlamentare ma
tra il 2006 e il 2009 consigliere
regionale. La Procura gli addebitava
l'uso improprio di 32 mila euro,
ma l'esponente del Partito
democratico ha dimostrato la bontà del suo
operato con l'aiuto dei difensori
Giuseppe Macciotta, Fabio Pili e
Carlo Federico Grosso: il denaro era
andato a un'associazione politica
che aveva svolto attività legate al
gruppo. «Come dovere di ogni
cittadino, e ancor più di chi
ricopre incarichi pubblici», il commento
di Meloni, «ho sempre avuto assoluto
rispetto e fiducia nell'azione
della magistratura. Ora questa
vicenda si chiude con l'affermazione
piena della legittimità e della
correttezza del mio operato».
CARBONIA.
Carla Mario: «Motivi personali». Critiche dall'opposizione
La
giunta Massidda perde un altro assessore
Quattro settimane fa quelle
presentate e poi revocate dall'assessore
Emanuela Rubiu. In precedenza quelle
definitive di Arianna Vinci e
Riccardo Cireddu. Ieri si è dimesso
un altro assessore della Giunta
pentastellata: ha restituito le
deleghe Carla Mario, insegnante,
scelta nel luglio 2016 dal neo
eletto sindaco Paola Massidda per i
settori delle Politiche per i
giovani, Scuola e Sport. Radio Palazzo
lasciava intuire che fosse nell'aria
da almeno marzo. La causa del
nuovo forfait? «Problemi
strettamente familiari aggravati di recente».
L'ADDIO Carla Mario cerca di
spegnere sul nascere le illazioni (su cui
invece affonda il colpo
l'opposizione consiliare) sui non confermati
possibili screzi col capo
dell'esecutivo o i colleghi: «Nulla di tutto
ciò: nessun problema con sindaco,
Giunta o Consiglio e, per quanto
possibile, resterò per fornire la
mia collaborazione». L'ex assessore
perde tutto: carica da
amministratore e, elemento non secondario,
quello di consigliere comunale che,
con quasi 400 voti (la più votata
del gruppo M5S), le era stata data
dagli elettori, anche se aveva
dovuto rinunciarvi per diventare
assessore. Ma a questo punto il
quesito è: perché ha deciso solo
ora? «Lo scenario dei problemi
familiari che richiedono una mia
maggiore presenza e tempo si è
manifestato così solo nelle ultime
settimane». Lascia dopo neppure un
anno di mandato, rimpianti? «La
burocrazia spesso lunga». E
l'abbandono arriva mentre il suo
assessorato è impegnato nella sfida
delle Olimpiadi cittadine: «Altri -
conclude - sapranno seguirne
l'organizzazione».
LE CRITICHE Se da un lato il sindaco
si dichiara «molto dispiaciuta
per le questioni familiari dell'ex
assessore», dall'altro anticipa:
«Nessuna questione politica, a breve
riaffiderò l'incarico». Nel
frattempo l'opposizione (e il web)
non risparmia critiche. Fabio Usai,
Partito dei sardi, che chiede le
dimissioni del sindaco, si dice
«convinto che non finirà qua: alle
esclusive cause familiari non crede
più nessuno, i motivi non sono solo
personali ma di rapporti con un
sindaco inefficiente.
Da cittadino avrei certamente
espresso elogi
senza riserve per una compagine di
governo capace e competente,
protagonista di un cambiamento e di
un risveglio. Ma oggi regna
l'insipienza peggiore». In linea
l'ex sindaco Pd Giuseppe Casti:
«Siamo diventati la barzelletta
della Sardegna e la città va allo
sfascio per colpa di Paola
Massidda». Pietro Morittu, Pd, va
sull'ironico: «Monumenti aperti si
avvicina e la novità è il Museo
delle cere degli assessori dimessi».
Delusa Daniela Garau: «Rispetto
le questioni familiari, ma spesso un
incarico pubblico va al di
sopra». Michele Stivaletta è
addirittura provocatorio: «Incertezza
deleteria: a questo punto le
dimissioni del sindaco?».
Andrea Scano
BOLOTANA.
In corsa per le comunali solo due liste civiche
Il
Pd esce di scena: «Lasciati soli»
Il Pd esce di scena. Gli attuali
amministratori comunali, compreso il
sindaco uscente Francesco Manconi
(che si ritira dopo dieci anni),
lasciano. Alle prossime elezioni
comunali saranno presentate due
liste, capeggiate da due donne,
Annalisa Motzo, 52 anni,
imprenditrice, già presidente del
Gal Marghine, e Antonella Pisanu, 43
anni, operatrice sociale. La non
partecipazione del Pd alla
competizione elettorale di giugno
appare una decisione clamorosa. Ieri
mattina tutto è diventato ufficiale,
con un lungo documento, dove
sindaco, maggioranza e il Pd
spiegano le ragioni. «Abbiamo deciso
all'unanimità, in condivisione con
il Pd e le altre sensibilità
politiche della coalizione Ambiente
e Sviluppo», è scritto nel lungo
documento, «di non candidarci alle
prossime elezioni comunali, né
compartecipare ad altre liste.
La nostra vuole essere una
manifestazione di dissenso e decisa
protesta politica verso le
istituzioni centrali, che con la
loro colpevole assenza, sovente ci
lasciano soli». Gli ex
amministratori si costituiranno in gruppo
politico-culturale. ( f. o. )
LANUSEI.
Il segretario provinciale del Pd guiderà una lista civica
alle
elezioni comunali
Davide
Burchi è il terzo candidato
Ora è ufficiale: a Lanusei sarà
corsa a tre. Davide Burchi, avvocato,
39 anni, è il nome del terzo
candidato che correrà per conquistare lo
scanno più alto del palazzo di via
Roma. I suoi avversari sono oramai
noti: il sindaco uscente Davide
Ferreli e il capogruppo
dell'opposizione Silvio Carobbi.
A cinquanta ore dalla presentazione
delle liste, si annunciano momenti
concitati durante i quali gli
attivisti politici dovranno chiudere
definitivamente i giochi e limare
gli ultimi ostacoli. Ma se Carobbi e
Ferreli sono usciti allo scoperto da
un po', Burchi non se la sente,
almeno per ora, di confermare la sua
candidatura, ma il segretario dem
neanche smentisce: «Non so se sarò
io il candidato», si affretta a
dire l'avvocato. Che però non evita
il discorso e prova a fare
chiarezza sui nomi che dovrebbero
sostenerlo in lista: «Sarà una
decisione collettiva - spiega Burchi
- in base alle disponibilità che
si stanno raccogliendo. Sarà una
lista competitiva e credibile dal
punto di vista delle capacità
amministrative. Non faccio nessun nome
perché non sarebbe funzionale dare
punti di riferimento agli altri»,
conclude il professionista
riferendosi agli avversari.
Della squadra però si sa già che
faranno parte altri due colleghi di
Burchi: Matteo Stochino (36 anni),
referente del circolo cittadino Pd
e Renato Pilia (29), figlio di
Bruno, ex presidente della Provincia
Ogliastra.
Fino a qualche giorno fa il comitato
PensiAmo a Lanusei, espressione
di più anime cittadine e di cui
fanno parte diversi esponenti del
Partito democratico, aveva indicato
in Attilio Piras il candidato
sindaco. Secondo indiscrezioni,
l'attuale consigliere di minoranza non
avrebbe accettato l'imposizione di
veti sugli ipotetici assessori. Non
è quindi da escludere che l'ex
sindaco di Osini, già vice nella giunta
di Virginia Lai, possa apparentarsi,
a sorpresa, con la lista di
Ferreli. Giovanna Falchetto
La Nuova
Nasce
un gruppo unico in consiglio, a cui aderisce anche Giovanni Satta
Solinas:
vogliamo creare un laboratorio. Arbau: già accordi in molti Comuni
La
Base e il Psd’Az insieme
per
un polo identitario
CAGLIARI Tutti lo cercano, tutti lo
vogliono ma non c’era ancora. Che
cosa? Un quarto polo identitario in
corsa per le elezioni politiche
del 2018 o forse saranno prima e
soprattutto in vista delle regionali
del 2019. Ma eccolo che è apparso,
all’improvviso. Con una mossa a
sorpresa e in largo anticipo sulla
concorrenza, il Psd’Az e La Base
hanno dato vita a una coalizione da
subito sulle tracce dell’obiettivo
finale: il partito unico sardista e
civico.
Non sarà facile mantenere
l’esclusiva, pensano a qualcosa di
simile i Rossomori e il Partito dei
sardi, ma avere la primogenitura
potrebbe essere un vantaggio sugli
altri. Il taglio del nastro è stato
celebrato in Consiglio regionale
con la nascita di un nuovo e solo
gruppo. Potrà contare su cinque
consiglieri – Christian Solinas,
Angelo Carta e Marcello Orrù del
Psd’Az, Gaetano Ledda de La Base e
l’adesione politica di Giovanni
Satta dell’Uds – ma ha una
particolarità tutta sua. Questa: in quattro
solo all’opposizione col
centrodestra (i consiglieri del Psd’Az e
dell’Uds), uno solo è in
maggioranza, Ledda. È una convivenza
possibile? Oppure è una fusione a
freddo, studiata a tavolino?
«Vogliamo essere fuori dagli
schemi», ha replicato Christian Solinas,
segretario nazionale del Psd’az.
Vogliono vivere di luce propria e
lontano, ma le alleanze sono e
saranno sempre possibili, dai poli
storici del centrosinistra e del
centrodestra, in cui partiti italiani
hanno il dominio. «Vogliamo essere
un laboratorio oltre i soliti
schieramenti.
Siamo nati perché convinti che in
Sardegna esista una
domanda forte rispetto a due valori.
Il primo è la tradizione del
sardismo, con le sue analisi, le sue
elaborazioni e un secolo di
storia. L’altro è il fenomeno delle
liste civiche che nei Comuni
dell’interno hanno dato esempio di
ottima amministrazione». Concetto
da cui è partito Efisio Arasu,
fondatore de La Base e sindaco di
Ollolai: «Rappresentiamo – ha detto
– un’idea concreta di governo. Non
è un accordo di Palazzo e
opportunista. Nasciamo in un periodo non
sospetto. La nostra è un’alleanza
collaudata in molti Comuni e
vogliamo che sia l’inizio della
riunificazione delle forze sardiste.
Siamo un progetto aperto,
inclusivo».
Per Angelo Carta, sarà lui il
capogruppo, «comincia un percorso
decisivo in cui saremo noi a
sollecitare il confronto con i
movimenti indipendentisti e gli altri
partiti identitari». Anche se per
ora l’indipendentismo non sembra
essere al primo posto delle
rivendicazioni, ma più poteri per la
Sardegna sì. «Ci sono riusciti
scozzesi e corsi, proviamoci noi
sardi». Gaetano Ledda è uscito con
stile dall’imbarazzo di essere
l’unico al governo: «Deciderò di
volta in volta. Il vero matrimonio
indissolubile è questo». Per
Giovanni Satta «è un’occasione storica e
ricorda la splendida idea di Mario
Floris il fondatore dell’Uds». Il
primo passo del quarto polo c’è già
stato: alle comunali di Selargius
appoggeranno il candidato sindaco
del centrosinistra. (ua)
Archiviata dal gip la sua posizione,
aveva speso 30mila euro per
l’ufficio politico
Fondi ai gruppi, scagionato Meloni
CAGLIARI Utilizzare i fondi del
gruppo regionale per pagare le spese
del proprio ufficio politico non è
un reato. Per questo motivo è stata
archiviata l'indagine nei confronti
del deputato del Pd Marco Meloni,
di 46 anni, di Quartu, finito
quattr’anni fa nell'inchiesta della
Procura di Cagliari sull'utilizzo
dei fondi del Consiglio regionale
destinati ai gruppi consiliari nel
periodo 2006-2009 con l’accusa di
peculato continuato. Il gip del
tribunale ha accolto la richiesta del
pm Marco Cocco, che ha chiuso senza
formulare contestazioni il
fascicolo in merito ai circa 30 mila
euro spesi dall'allora
consigliere regionale, indagato
assieme a altri trentadue colleghi con
la stessa accusa: «Come dovere di
ogni cittadino e ancor più di chi
ricopre incarichi pubblici - ha
dichiarato il parlamentare, difeso
dagli avvocati Carlo Federico Grosso
e Giuseppe Macciotta - ho sempre
avuto assoluto rispetto e fiducia
nell'azione della magistratura,
fornendo fin dal primo momento agli
inquirenti tutti gli elementi
utili a chiarire i fatti oggetto di
indagine.
Ora, dopo oltre tre anni
e mezzo, questa vicenda si chiude
con l'affermazione piena della
legittimità e della correttezza del
mio operato». Nel dicembre 2013 il
deputato Pd aveva risposto alle
domande del pubblico ministero,
chiarendo i dubbi della Procura
sulle spese addebitate al gruppo e che
poi gli investigatori hanno
verificato come legittime. E’ imminente
intanto la chiusura
dell’inchiesta-ter del pm Cocco, che dovrebbe
portare alla richiesta di giudizio
per numerosi altri consiglieri ed
ex consiglieri regionali. Il 13
giugno lo stesso magistrato formulerà
le sue richieste nei confronti di
Francesca Barracciu, la sentenza
potrebbe arrivare subito dopo.
sardegna
popolare
L’Uds
si fonde con il Movimento cristiano
Il polo sardista muove i primi
passi, ma al suo interno c’è altro che
si muove. Il primo luglio, a Nuoro,
l’Uds di Mario Floris (nella
foto), ex presidente della Regione,
e il Movimento cristiano, guidato
dal consigliere regionale Marcello
Orrù del Psd’Az daranno vita a
«Sardegna popolare». È un nuovo
soggetto politico che – è scritto in
un comunicato – «non è un movimento
di vertice, ma nasce dal basso,
dai cittadini e dagli amministratori
locali e dalle imprese». Con
quali obiettivi? «Cercare soluzioni
e dare risposte positive ai
bisogni primari del vivere civile,
lavoro e occupazione in primo
luogo, e valorizzare tutte le
risorse della Sardegna».
Nella strategia
è scritto anche: «Non è il momento
di recriminare o fare processi al
passato, occorre rimboccarci le
maniche e metterci al lavoro, ognuno
con le proprie responsabilità, nelle
diverse sedi in cui devono essere
assunte quelle decisioni
indispensabili per far uscire la Sardegna
dalla sua lunga crisi». Per tenere
fede alla matrice di movimento
«Sardegna popolare vuole impegnarsi
in mezzo alla gente, ascoltare la
loro voce, far sì che siano i
cittadini a sentirsi protagonisti del
loro presente e del loro futuro».
Mario Floris e Marcello Orrù, in un
altro passaggio del comunicato, di
«essere pronti a mettere a
disposizione la nostra esperienza e
le nostre capacità per costruire
ogni possibile condizione che
permetta alla Sardegna di rinascere».
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Federico Marini
skype: federico1970ca
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