Unione
Sarda
Urbanistica,
nuova proposta da sinistra
Sdp rompe
con la linea Erriu
C'è un nuovo disegno di legge
urbanistica in Consiglio regionale: si tratta di una proposta scritta con il
supporto tecnico dell'architetto Alan Batzella, che porta la firma del gruppo
Art. 1 Sdp, stravolge il testo della Giunta e si affianca in commissione
Governo del Territorio a quello presentato da una parte del
Pd.
«La nostra ambizione è quella di
discutere questa legge in commissione, il nostro disegno mira a qualificare il
territorio e il paesaggio della Sardegna in un nuovo quadro di regole,
restituendo ai Comuni un ruolo centrale in materia di pianificazione», ha
spiegato ieri il vicepresidente del Consiglio regionale, Eugenio Lai. Tante novità.
La pianificazione operativa spetta in toto ai Comuni, mentre la Regione
mantiene solo la funzione legislativa generale; i Comuni non vengono
considerati tutti alla stessa stregua, ne vengono infatti identificate sei
classi, tre delle quali, quelli con popolazione inferiore a 4.000 abitanti (295
su 377) potranno usufruire di procedure semplificate.
La proposta prevede anche il divieto
delle lottizzazioni per le seconde case vacanze e l'incremento volumetrico passa
dal 25% della proposta Erriu al 10% nella fascia di salvaguardia dei 300 metri
dal mare. Inoltre, potranno essere fatti interventi solo per migliorare le
condizioni strutturali e ricettive e sulla base di un piano con il quale si
deve dimostrare che l'ampliamento è legato alla destagionalizzazione. Il piano
casa è definitivamente superato, e arriva anche lo stop alle grandi strutture
di vendita come i centri commerciali.
Ro. Mu.
Carbonia
Consigliere
non allineato in casa Cinque Stelle
Ormai è palese: nel gruppo di
maggioranza M5S un consigliere non è più
“allineato”. Due settimane fa il no
a una variazione di bilancio, idem
tre giorni fa al passaggio da
Equitalia all'Agenzia Entrate e
l'astensione a un'altra variazione
contabile. È Mauro Careddu, uno dei
16 (sindaco compreso) aventi diritto
al voto, il cui dissenso inizia a
preoccupare i Cinque stelle: «Voterò
in libertà - dice - la Giunta si
riveda il programma perché ad
esempio nel caso Equitalia siamo
distanti dalle promesse in campagna
elettorale».
I numeri dei Cinque
stelle in Consiglio tengono, ma il
capogruppo Manolo Cossu ammette che
lo scenario è spiacevole: «Su
questioni etiche tutti hanno libertà, ma
la posizione per certi versi
anarchica di Careddu è un problema
aperto: tenterò ancora una mediazione,
ma se la situazione dovesse
davvero rivelarsi insanabile il
consigliere si assuma le proprie
responsabilità, se necessario anche
dimettendosi». (a. s.)
ALGHERO.
Bruno resta senza numeri ma promette di andare avanti
L'addio
dell'assessora: il sindaco appeso all'Udc
L'Udc, mentre il suo leader viene
travolto da una tempesta
giudiziaria, abbandona la
maggioranza guidata da Mario Bruno. Nessuna
sostituzione: il vicesindaco
dimissionario, Antonello Usai, non può
essere rimpiazzato come se niente
fosse. Meglio andare in modalità
stand-by fino a quando non sarà
fatta chiarezza in merito
all'inchiesta sulla gara per la
gestione del campo di Maria Pia.
ADDIO ROSA Ieri mattina l'assessore
in quota al partito della
scudocrociato, Marisa Castellini, ha
restituito la delega ai Servizi
sociali. Un gesto che rappresenta un
atto di fedeltà nei confronti di
Usai e guai grossi, invece, per il
sindaco di Alghero rimasto senza
numeri. «Assicureremo l'appoggio
esterno con senso di responsabilità,
sui punti programmatici convergenti,
avendo come unico obiettivo il
bene della collettività», si legge
in una nota dei consiglieri
comunali Alessandro Loi e Donatella
Marino e firmata dal direttivo
cittadino Nina Ansini e Lelle
Salvatore. Proprio quest'ultimo sembrava
dovesse prendere il posto di Usai
nell'esecutivo, ma così non sarà.
AVANTI TUTTA «Rispetto, capisco, ma
siamo stati chiamati ad
amministrare. Siamo al lavoro come
non mai, stanno arrivando i
risultati e altri arriveranno
ancora. Andiamo avanti insieme», il
commento del primo cittadino che non
ha alcuna intenzione di mollare,
a dispetto degli avversari politici
che sperano adesso di vederlo
gettare la spugna. «Mi hanno
insegnato a fare di ogni ostacolo una
pedana di lancio per migliorare la
vita della città», la risposta di
Bruno che ieri sera ha incontrato la
maggioranza.
UDC ASSENTE L'Udc non si è
presentato. «A Marisa Castellini ribadisco
il mio grazie più sentito per il
lavoro svolto - aggiunge il sindaco -
con efficacia, professionalità e
grandissima disponibilità».
L'opposizione, intanto, che vorrebbe
staccare la spina
all'Amministrazione targata Bruno,
ha invitato l'Udc a decidere, una
volta per tutte, se intende stare
dentro o fuori la maggioranza. «Esca
dell'ambiguità – commenta Michele
Pais di Forza Italia - e lo faccia
sapere in maniera chiara ed
inequivocabile». I democratici puntano il
dito contro il primo cittadino.
«Potrei dire l'avevamo detto. Da
quando – spiega il consigliere
Enrico Daga - in maniera del tutto
irresponsabile, il sindaco fece un
macello nel Pd e fece la corte,
fino a convincere l'Udc, a
sostenerlo».
Caterina Fiori
La Nuova
A
presentarla il gruppo di Articolo 1-Mdp: «Più spazio ai Comuni,
conoscono
meglio il territorio»
Urbanistica,
c'è una nuova proposta di legge
CAGLIARIIl terzo incomodo è
arrivato: l'urbanistica, qui intesa come
proposta di legge, non è più solo
una questione interna al Pd, fra
l'assessore Cristiano Erriu e i
consiglieri regionali della corrente
Soru. Da 24 ore sul tavolo del
Consiglio c'è anche quella presentata
da Articolo 1-Mdp, che fa parte
della maggioranza di centrosinistra, A
scriverla è stato l'architetto Alan
Batzella, ex presidente del Wwf. A
sostenerla, in commissione, saranno
Luca Pizzuto, Eugenio Lai, Daniele
Cocco e Paolo Zedda. Rispetto alla
bozza della giunta, le novità sono
molte. Prima di tutto questa: «È una
proposta che detta le regole ma
lascia ai Comuni la possibilità di
governare il territorio», ha detto
l'architetto. Con Lai che ha
aggiunto: «Vogliamo discutere la nostra
proposta in commissione,
confrontarla con le altre e trovare i punti
d'incontro». Anche se Batzella ha
detto: «Fosse per me riscriverei
gran parte della bozza della giunta.
L'altra è inguardabile».
Premialità. Fatto salvo il Piano
paesaggistico, secondo Mdp nella
fascia dei 300 metri dal mare gli
alberghi potranno aumentare la
volumetria del 10 per cento e non
del 25 come previsto dalle altre
proposte. Il premio è sempre
destinato a migliorare l'offerta
turistica, ma allo stesso tempo
saranno stringenti i confini delle
relazioni tecniche a sostegno del
progetto.Divieti. A essere bandite
sono altre seconde case, mentre è
incentivata la trasformazione delle
esistenti in villaggi turistici. Azzerata
la possibilità di costruire
centri commerciali, annullati i
Piani casa e cancellati i progetti di
grande interesse sociale ed
economico.In campagna. A decidere quanto
potrà essere costruito saranno i
Comuni e non la Regione. C'è però la
possibilità che a chiedere la
licenza siano anche agli agricoltori
part time. Tra l'altro ci sarà una
nuova Banca della terra: dovrà
censire gli appezzamenti
incolti.Crediti di cubatura. Saranno quelli
messi a disposizioni di chi ha
subito un esproprio per pubblica
utilità. Non riceverà indennizzi in
denaro, ma crediti che potrà
utilizzare altrove o vendere.
La filosofia. Quella alla base della
terza proposta è molto articolata. A
cominciare dal suddivisione,
sempre attraverso le lettere
dell'alfabeto, delle aree omogenee.
Sparisce la F-turistica, accorpata
alla B-completamento e
C-espansione. La F resterà solo in
questi casi: campeggi, zone ex
minerarie e «aree non vincolate in
cui potranno essere realizzati
villaggi turistici». Cambia anche la
classificazione dei Comuni. A
fare la differenza saranno il numero
di residenti, l'estensione delle
spiagge e l'impatto turistico
secondo una rivisitazione del decreto
Floris del 1983. Per i Comuni più
piccoli, sotto i 4mila abitanti,
sono 295 su 377, è prevista prima di
tutto una procedura urbanistica
molto snella.
«Rispondo ai milioni delle primarie,
non ai capicorrente»
Il ministro: «Da soli si perde». Ma
poi vota il documento
Alleanze, è scontroRenzi a muso duro
Franceschini critico
di Serenella Mattera
ROMA«Non passerò i prossimi mesi a
parlare di coalizioni. Caro Andrea,
capisco che tu voglia aiutare
Pisapia ma io voglio aiutare il Pd».
Alle sette di sera, dopo oltre tre
ore di discussione in direzione,
Matteo Renzi replica così al leader
della sinistra Dem, Andrea
Orlando. Il segretario prova così a
chiudere il discorso: nella lunga
campagna che porterà alle politiche
parlerà di «cose concrete», non di
alleanze. E chiude la porta anche
alla richiesta di maggiore ascolto
che gli viene da Dario Franceschini,
che gli rinfaccia che «da soli si
perde». «Avere una coalizione
imposta oggi è un grande regalo al
centrodestra», replica a muso duro
Renzi.
Continua dunque lo scontro
sulle alleanze, ma non è una
rottura. Franceschini alla fine vota la
relazione del segretario: il sì
della maggioranza è unanime, la
minoranza non partecipa al voto. È
appena il precampionato della lunga
corsa alle urne. La partita vera,
sottolinea Renzi, si apre a
settembre. Ancora non si capisce, osserva
con un messaggio di sfida al
Cavaliere, se Berlusconi starà «con
i populisti» alla Salvini «o con i
popolari». Ma il Pd, che è «sotto
attacco perché diga al populismo»,
deve parlare «non solo al popolo di
centrosinistra» ma anche «al
popolo di fuori, che decide di volta
in volta chi votare». Il
segretario parla per la prima volta
non in streaming: si discute a
porte chiuse, spiegano i suoi, per
dirsele in maniera franca ed
evitare che qualcuno usi il podio
della direzione come palcoscenico
personale e amplificatore di
divisioni.
Matteo Orfini a inizio
dibattito invita a evitare anche
tweet e post su Facebook. I più si
attengono, qualcuno si lamenta. Sui
social spuntano foto e note di
colore, come la «millennial» Arianna
Furi che in mattinata ha fatto la
maturità. C'è anche Paolo Gentiloni,
che posa in un selfie con alcune
parlamentari, ma come sempre da
quando è premier decide di non
intervenire. Gianni Cuperlo, grande
escluso dalla direzione, è stato
invitato, ma senza diritto di parola
e su Facebook usa l'autoironia:
«Sapete se la meditazione orientale
fa miracoli?». Renzi centra il suo
discorso sui temi europei: bisogna
porre «il veto sul fiscal compact»
nei trattati e non dare più soldi al
bilancio europeo se gli altri
Paesi chiudono i porti. E ancora: lo
ius soli, il lavoro, le «mamme».
Di questo, sottolinea, bisogna
parlare. «Se parliamo di alleanze i
cittadini non si accorgono che
abbiamo investito 4,7 miliardi sulla
scuola», attacca. E affronta a muso
duro chi lo ha criticato dopo la
sconfitta alle amministrative: «Io
rispondo ai due milioni delle
primarie, non ai capicorrente. Non
mi interessano le candidature, il
futuro vostro o mio, ma il futuro
del Pd. A Genova abbiamo perso con
una coalizione ampia». Franceschini
ascolta, poi interviene con
altrettanta durezza. Bene i
programmi, ma non si può eludere il tema
alleanze: «Sono tra i 350 residuati
bellici che ne parlano perché
siamo un po' lontani dal poter
vincere da soli. Serve la forza del
leader ma anche le alleanze».
Dirlo, sottolinea, non è
«complotto»: il
partito deve discuterne. «Ma
Repubblica è una sede di partito?»,
replica puntuto Renzi, con
riferimento all'intervista del ministro
dopo le amministrative. Orlando
prova a giocare di sponda con
Franceschini: «Nelle zone rosse alle
amministrative abbiamo subito le
sconfitte più cocenti, ora dobbiamo
aiutare lo sforzo unitario di
Pisapia, che non è Ferrero, e di chi
a sinistra non ha posto un veto
antirenziano». Renzi, però, tira
dritto: «Non voglio alleanze con
Berlusconi ma non chiedetemi di
rinunciare alle mie idee».
Si
è dimessa anche Marisa Castellini, ultima assessora dello scudocrociato
Mario
Bruno: «Andremo avanti, chi vorrà sfiduciarci dovrà farlo alla
luce
del sole»L'Udc si sfila dalla giunta
e
vara l'appoggio esterno
di Gian Mario SiaswALGHEROLa zampata
del vecchio leone è un colpo da
maestro. Tre righe di comunicato
firmato Udc per divincolarsi,
azzoppare la giunta e far sentire di
nuovo al sindaco il fiato sul
collo. Dopo il mese più difficile
della sua esistenza, non solo dal
punto di vista politico, Antonello
Usai si riprende la scena. Il
veterano della politica algherese ha
messo in mora Mario Bruno. Da qui
alla fine del mandato, che arrivi
subito o alla sua scadenza naturale,
il sindaco dovrà sottostare al
ricatto - politico, si intende - di un
partito che da ieri non è più
organico alla maggioranza. Alla faccia
del principio grillino secondo cui
"uno vale uno", da ieri Alessandro
Loi e Donatella Marino valgono più
di tutti. I due consiglieri
comunali dell'Udc hanno sottoscritto
con Lelle Salvatore e Nina Ansini
il documento dello scudocrociato con
cui si certifica che Antonello
Usai è saldamente alla guida del
partito e ha in mano le redini del
governo cittadino.
Due notti fa, al termine di un
confronto nel chiuso
della propria sede e di un faccia a
faccia con il sindaco, l'Udc ha
annunciato che «a seguito di attenta
riflessione al proprio interno
sulla situazione politica cittadina,
garantisce l'appoggio esterno al
sindaco per il governo della città,
con l'intenzione di confrontarsi,
con senso di responsabilità, su
punti programmatici convergenti,
avendo come unico obiettivo il bene
della collettività». Niente nomi
di assessori, si deciderà il da
farsi di pratica in pratica, in via
Columbano, in aula, davanti a tutti.
E ieri mattina, puntuali, sono
arrivate anche le dimissioni
dell'assessore dei Servizi sociali,
Marisa Castellini, anche lei
indicata dall'Udc nel maggio del 2016,
insieme ad Antonello Usai. Riassunto
delle puntate precedenti: prima
di finire nei guai per la vicenda
del campo sportivo, Antonello Usai
era intenzionato a "staccare la
spina" dell'amministrazione Bruno
all'indomani di Rally Italia
Sardegna. Tutto quel che è successo l'ha
indotto a rallentare, perché non si
dicesse che la vera causa della
fine di Bruno fossero i suoi guai
giudiziari. Ma né lui né il partito
hanno gradito troppo il pressing su
Alessandro Loi e Donatella Marino
per arrivare subito all'indicazione
di un nome per la carica di
assessore e vicesindaco. D'altro
canto i due consiglieri, che in
maggioranza si trovano bene, hanno
premuto per non far finire in
anticipo il mandato.
La soluzione di ieri è un
compromesso che rimette
l'Udc e il suo leader al centro
dello scacchiere e lascia Bruno sulla
graticola. Per niente intimorito,
ieri il sindaco ha incontrato i suoi
e poi la coalizione. Alla fine l'Udc
non si è presentato, facendo
sapere di non essere interessato a
parlare di questioni strettamente
politiche, ma di voler partecipare
alle riunioni di maggioranza solo
quando si entrerà nel merito di
questioni cogenti per l'attività di
governo. La coalizione ha deciso di
andare avanti e di presentare
entro la fine del mese il rendiconto
finanziario. Sarà quella la sede
per rendere pubblico anche il
dibattito politico. «Rispetto, capisco,
ma siamo stati chiamati ad
amministrare, siamo al lavoro come non mai,
stanno arrivando i risultati e altri
arriveranno ancora, andiamo
avanti», dice Mario Bruno. «Grazie a
Marisa Castellini per il lavoro
svolto - aggiunge - andiamo avanti
finché avremo i numeri in
consiglio». Chi lo vuole sfiduciare,
lo dovrà fare alla luce del sole.
Per ora l'Udc si accontenta di
tenerlo sotto scacco.
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Federico Marini
skype: federico1970ca
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