La
Nuova Sardegna
Riparte
il dibattito politico Ma l'accordo resta lontano Dopo l'apertura dell'ex
premier Renzi, i 5 Stelle, FI e la Sinistra mettono i paletti. I nodi aperti
riguardano il premio alle coalizioni, le soglie e il voto disgiunto.
ROMA Primo sì in Parlamento per il
riconoscimento dell'Inno di Mameli quale Inno ufficiale della Repubblica. È
infatti stata approvata in Commissione Affari costituzionali della Camera la
proposta di legge del Pd, non senza una inaspettata polemica, vista la
contestazione in chiave anti-risorgimentale di Gianluigi Gigli, cattolico e
presidente del Movimento per la Vita, che ha provocatoriamente proposto di sostituire
la «marcetta di terz'ordine» con «'O Sole mio». E non mancano novità per come
in futuro sarà eseguito l'Inno.
La legge si è resa necessaria dato
che l'Inno di Mameli è solo «provvisoriamente» l'Inno nazionale, come ha
stabilito il Consiglio dei ministri il 12 ottobre 1946. Nelle precedenti
legislature sono state presentate analoghe proposte di legge, mai però
approvate. E anche questa volta l'incognita risiede nei pochi mesi che ancora
mancano alla fine della legislatura. Questa volta però la sorpresa è giunta
dalla dura opposizione di Gigli, presidente del Movimento per la vita, che
nella seduta di approvazione ha attaccato l'Inno sul piano «estetico» sia per
la musica («una marcetta») che per il testo («patriottardo e militarista»),
contestando il Risorgimento, «un moto unitario nato male, fuori da ogni moto di
popolo», ha sostenuto, «voluto dalla massoneria imperante e dai peggiori
nazionalismi».
Cosa che ha suscitato la reazione
del presidente della Commissione Andrea Mazziotti di Celso, appartenente ad una
antica famiglia napoletana distintasi nell'Ottocento per il sostegno al
movimento risorgimentale, che ha respinto le parole di Gigli per
«un'impostazione veterocattolica e anti nazionale contraria anche alla breccia
di Porta Pia». Gigli ha proposto di adottare «'O sole mio», cosa che avrebbe suscitato
il suo «entusiasmo», ed ha presentato una serie di emendamenti soppressivi
tutti però respinti. Ma ci saranno delle novità nelle esecuzioni.
La legge stabilisce che «La
Repubblica riconosce il testo del Canto degli italiani di Goffredo Mameli e lo spartito
musicale originale di Michele Novaro quale inno nazionale». Tuttavia del testo
di Mameli, ha sottolineato la relatrice Daniela Gasparini (Pd), «per prassi
consolidata e secondo le indicazioni del cerimoniale diplomatico della
Repubblica, negli eventi ufficiali vengono eseguite solo le prime due strofe»
delle sei del testo completo. Quindi il rischio è di esecuzioni molto lunghe
nelle cerimonie ufficiali, comprese le partite di calcio. Per questo la relatrice
ha inserito un secondo comma che attribuisce al Governo la definizione delle
modalità di esecuzione del Canto degli Italiani nelle cerimonie ufficiali.
di Giovanni Innamorati
Unione Sarda
SELARGIUS. Nel toto assessori spunta
Aghedu per l'Urbanistica
Grandi manovre
Il toto-assessori continua. Tra
indiscrezioni e voci di piazza la metà
Giunta mancante pare destinata a far
attendere.
UDC Sembrava imminente la riconferma
di Sandro Porqueddu alla guida
dell'assessorato al Bilancio. Ruolo
ricoperto anche nella precedente
legislatura. Ma per ora non c'è
ancora l'ufficialità. Anzi, pare che
Porqueddu potrebbe lasciare spazio
alla collega di partito Vanessa
Vargiu: sarebbe la sua prima
esperienza in Giunta, e di certo
consentirebbe di risolvere il
problema delle quote rosa all'interno
dell'Esecutivo di piazza Cellarium.
Che già una volta era scivolato
sul numero minimo di assessore
previsto dalla legge.
SARDEGNA 20 VENTI Qualora Porqueddu
non dovesse accettare di fare un
passo indietro, la terza assessora
potrebbe arrivare da Sardegna 20
Venti. Che magari riportarebbe in
Aula l'ex assessora alla Cultura
Roberta Relli. Bocciata alle urne ma
se l'ipotesi si avverasse sarebbe
graziata dal partito.
In caso contrario i papabili per un
posto in
Giunta attualmente sono il
consigliere Giuliano Palmieri e Pierpaolo
Ambu, ex assessore al Bilancio (dal
2007 al 2012) e consigliere dal
1998. A uno dei tre porterebbe
andare l'assessorato alla Cultura.
URBANISTICA Resta da assegnare
l'assessorato all'Urbanistica.
Ambitissimo e impegnativo, pare
destinato ai Riformatori. Fatto da
parte Riccardo Cioni, la strada
sembra segnata per Alessandro Aghedu.
Nome quasi certo, considerando che
il sindaco Gigi Concu in campagna
elettorale aveva anticipato che un
assessore sarebbe stato di Su
Planu. E Aghedu lo è. (sa. ma.)
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Federico Marini
skype: federico1970ca
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