martedì 5 settembre 2017

Rassegna stampa 05 Novembre 2017


Unione Sarda

URBANISTICA. Prosegue, con toni più soft, il confronto a distanza Stato-Regione Borletti: «Giusto impugnare» Erriu: «Basta coi pregiudizi»

Tutto ha inizio una settimana fa. Cioè, quando il Consiglio dei ministri, su proposta del titolare dei Beni archeologici, culturali e paesaggistici, ha deciso di impugnare la Legge urbanistica approvata in consiglio regionale a metà luglio. «Alcune norme - aveva osservato il Cdm - prevedono interventi che si pongono in contrasto con le norme fondamentali in materia di paesaggio contenute nella legislazione statale, eccedendo in tal modo dalle competenze statutarie attribuite alla Regione Sardegna dallo Statuto speciale di autonomia, e violando l'art. 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione». L'assessore all'Urbanistica Cristiano Erriu aveva replicato: «Il Governo tace quando c'è da fare, reagisce solo per bloccare».

POLEMICHE La sottosegretaria Ilaria Borletti Buitoni, ex Scelta civica ora Pd, aveva sentenziato: «La sciagurata linea in cui il paesaggio viene visto come vuoto a perdere è riproposta malgrado la discontinuità politica che ha visto passare la Sardegna dalla giunta Cappellacci (Pdl) a quella attuale guidata da Pigliaru (Pd). In questo caso, forse, conta più il cemento che i partiti di riferimento, e non è certo una buona notizia». Inevitabili le polemiche.

CORREZIONE Ieri, però, la sottosegretaria ha corretto il tiro e, nel ribadire la sua posizione in una nota ufficiale molto soft, ha concluso: «Gli uffici centrali e periferici del Ministero, l'Avvocatura dello Stato di Cagliari, lo stesso Ministro hanno ritenuto che fosse necessario impugnare, in via principale, il Capo V della Legge regionale 11/2017. Si sbagliavano? Possibile. Ma continuo a ritenere che sussistevano tutte le motivazioni perché la legge fosse sottoposta al vaglio della Corte Costituzionale». Stile e toni differenti che sono stati accolti positivamente.

L'ASSESSORE Cristiano Erriu (ieri a Carbonia per illustrare la legge urbanistica ai sindaci del Sulcis Iglesiente) ha subito risposto: «Apprezziamo che la sottosegretaria abbia accolto la richiesta fatta dal presidente Pigliaru al presidente del Consiglio Gentiloni, correggendo l'approccio e tornando sull'argomento in maniera diversa». E ha spiegato: «Non è la proposta di legge urbanistica in discussione in consiglio regionale né è propedeutica a quella. È un testo che introduce correttivi e specificazioni a norme già esistenti rese necessarie da incertezze o difficoltà applicative che tecnici, uffici, utenti hanno incontrato nella gestione delle attività urbanistico-edilizie e paesaggistiche, come dimostra il copioso contenzioso in materia. Qui sono in gioco interpretazioni diverse e noi riteniamo che quella data dallo Stato in questo momento sia incoerente anche con i precedenti atti del Mibact che governano l'attività di redazione dei Piani paesaggistici».

USI CIVICI Quindi, Erriu ha aggiunto: «La Corte Costituzionale ha riconosciuto come gli usi civici non più corrispondenti ai valori paesaggistici non possono bloccarne l'impiego per nuove forme sopravvenute e più attuali di interesse collettivo. Sottolineiamo che lo Stato ha sempre evitato di pronunciarsi sulle delicate e critiche questioni degli usi civici, addirittura censurando le nostre norme. La co-pianificazione con il Ministero è stata estesa a tutti i procedimenti amministrativi che riguardano i terreni gravati da uso civico. Ciò detto, siamo per il confronto democratico, purché sia discussione sui fatti e non sul pregiudizio di pretese cementificazioni».

IL SOPRINTENDENTE Dopo una settimana, la tensione tra le parti in causa sembra essersi smorzata. Ma sino a ieri non aveva risparmiato nessuno. Nemmeno il soprintendente Fausto Martino («La segnalazione al Ministero sulla legge regionale è partita dal mio ufficio», aveva detto), reo, per la Giunta Pigliaru, di avere atteggiamenti «irrituali e discutibili» non da rappresentante dello Stato. Inevitabili polemiche, con la Consulta delle associazioni ambientaliste a difendere la libertà di espressione del funzionario.

STUPORE Stupito dalla insolita disputa, Stefano Deliperi, ambientalista, presidente del Gruppo di intervento giuridico, va controcorrente: «È la prima volta che si cerca di superare un problema serio in maniera seria. Non riesco a capire l'intervento del Ministro, sono curioso di sapere cosa deciderà la Corte Costituzionale, anche se dovremo aspettare qualche mese. È notorio che l'attuale impugnativa appaia legata alla vicenda del bacino dei “fanghi rossi”, nella costa di Portoscuso, area industriale di Portovesme, realizzato nel 1978 in parte su terreni a uso civico: quei terreni non potranno mai ritornare all'utilizzo collettivo per pascolo o legnatico, per esempio. Ha senso solo il trasferimento dei diritti su altri terreni con effettivo valore ambientale».

Vito Fiori


Continuità, è scontro politico - Incertezza sul futuro, sempre a
rischio il bando per CagliariCossa (Riformatori):
«Si rischia il libero mercato». Sedda (Pds):
«Riscriviamo le regole»

Il futuro del trasporto aereo in Sardegna è ancora molto oscuro. Per
ora a volare con regolarità sono le accuse che la politica si scambia
sulla gestione della continuità territoriale. Viaggiare da e per
l'Isola diventa sempre più difficile e la mancanza di regole certe non
agevola una situazione sempre più difficile.

I DISAGI Capita così che Alitalia cancella improvvisamente un volo che
da Alghero va a Milano, oppure sceglie di destinare alla tratta
Elmas-Fiumicino di domenica mattina alle 6,20 un mezzo troppo piccolo
rispetto alle richieste, lasciando alcuni passeggeri a terra. Uno
scenario difficile perché il bando per la continuità territoriale da
Cagliari è da rifare, dopo il rifiuto da parte delle compagnie aeree
di partecipare, e quello che collega gli aeroporti sardi con scali
alternativi a Roma e Milano è ancora in fase di costruzione.

RESPONSABILITÀ La ricerca delle colpe è un po' come sparare nel
mucchio, ma certo è che senza i bandi che fissano gli obblighi e le
tutele la gestione del trasporto aereo è molto complicata. Queste
situazioni non lasciano intravedere effetti positivi, tanto che il
senatore di Campo progressista, Luciano Uras, sostiene che «se la
situazione continua così, sarà sempre peggio». Per evitare che le
compagnie aeree decidano in autonomia le sorti dei collegamenti aerei
è necessario fissare alcuni paletti: «Bisogna creare le condizioni,
attraverso un finanziamento pubblico, per intervenire sullo svantaggio
oggettivo che ha la Sardegna», sottolinea Uras.

L'ATTACCO Davanti a una situazione di incertezza, che riguarda anche
le destinazioni alternative a Roma e Milano, il coordinatore regionale
di Forza Italia, Ugo Cappellacci, parla di una «Giunta che brancola
nel buio». Le accuse dell'ex presidente della Regione sono
circostanziate e riguardano una nota del 6 ottobre del 2014 con cui il
presidente Pigliaru «chiede l'abrogazione della continuità
territoriale sulle cosiddette rotte minori». Cappellacci, poi,
prosegue nella ricostruzione degli eventi: «All'epoca, il presidente
Pigliaru, manifestò l'intendimento della Regione di elaborare un nuovo
regime di oneri di servizio pubblico sulle rotte minori sarde».
Secondo il coordinatore azzurro «in tre anni non è successo nulla» e
l'unica via perseguibile era «quella prevista nel bando lasciato da
noi in eredità e pronto a partire, ma chiuso in un cassetto dai
saccenti baroni».

I TIMORI Il rischio di un regime di libero mercato, senza le certezze
della continuità, preoccupa il consigliere regionale dei Riformatori,
Michele Cossa. «Significa che le compagnie potranno volare quanto
vorranno e senza un limite di prezzi». Per Cossa «a 48 giorni dalla
scadenza della continuità su Cagliari non c'è nessun bando e nemmeno
l'idea di come farlo». A pagare lo scotto sarebbe tutto il meridione
della Sardegna che «ha subìto le conseguenze peggiori dalle politiche
di questa Giunta». Senza un trasporto aereo garantito il «danno è di
entità spaventosa», dice l'esponente dei Riformatori, «chiunque abbia
necessità di spostarsi per lavoro, cure o turismo, pagherà somme molto
elevate».

LA PROPOSTA La via maestra è quella di una maggiore sovranità: almeno
secondo il segretario del Partito dei sardi, Franciscu Sedda. Infatti,
«dobbiamo definire le nostre regole - dice - e creare strumenti
fiscali che attraggano vettori senza doverli per forza foraggiare».
Sedda, inoltre, offre una chiave di lettura europeista suggerendo di
«uscire dallo schema Sardegna-Italia, che crea un rapporto colmo di storture».

Matteo Sau

Replica di Arru sulla rete ospedaliera: «Critiche localistiche
Intanto in Consiglio la commissione esamina le modifiche suggerite
dagli enti locali. E l'assessore attacca i sindaci

Non sarà facile venire incontro alle richieste del Consiglio delle
autonomie locali. Diciassette proposte contenute in un parere negativo
che oggi, dalle 10, i membri della commissione Sanità si ritroveranno
a esaminare, prima di passare al voto finale sul riordino della rete
ospedaliera. «Siamo pronti a prestare attenzione su tutti i punti - ha
detto ieri il presidente della commissione, Raimondo Perra - ma
sottolineo il fatto che il provvedimento contenuto nel testo non ha
una visione contabile: ha invece una strategia per la costruzione di
una rete ospedaliera diffusa e “a rete”, improntata sull'efficienza e
la qualità delle prestazioni».

Secondo Perra, d'altra parte, «molte delle richieste del Cal sono
contemplate nel testo. Altre invece non rispondono ai requisiti
strutturali, e tanto meno al decreto ministeriale sugli standard
qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi
all'assistenza ospedaliera, al quale già col testo di riordino stiamo
derogando».

L'ASSESSORE Accogliere le richieste indicate nel parere non sarà
facile, a maggior ragione, alla luce della lettera scritta ieri in
tarda serata dall'assessore alla Sanità, Luigi Arru, e indirizzata al
presidente del Consiglio delle autonomie, Andrea Soddu. Innanzitutto,
attacca Arru, «il vostro documento è in controtendenza rispetto al
Piano nazionale esiti, secondo il quale i cittadini sardi affetti da
gravi patologie vengono operati in reparti che trattano 4 casi
all'anno contro una soglia suggerita di 50 casi».

Inoltre «le proposte che avete fatto seguono logiche localistiche,
senza una visione unitaria della sanità sarda e non tengono conto che
le specialità a bassa diffusione richiedono bacini di popolazione
superiori a 1 milione di abitanti. Lo dice la comunità scientifica
internazionale, non questo assessore o questa Giunta». Ancora:
«Chiedete il mantenimento di punti nascita, ricordo che
l'Organizzazione mondiale della sanità ha proposto una soglia di 1000
parti all'anno per avere centri che garantiscano livelli di sicurezza
nella gestione del rischio ostetrico».

Quanto alle strutture dei centri più piccoli, fa notare l'assessore,
«attualmente vengono utilizzate prevalentemente per malattie che
richiedono una terapia medica e interventi di chirurgia programmata,
che si possono effettuare in day-Hospital o in Week Surgery. Per
questo la riforma della Rete prevede la possibilità di effettuare
interventi di chirurgia di urgenza per patologie che possono essere
risolte in sede, mentre per le patologie chirurgiche più gravi si
continuerà a fare quel che viene garantito adesso, cioè il
trasferimento nei centri chirurgici con maggior casistica e maggior
tutela per il paziente». Infine, «pur essendo la Regione Sardegna di
fatto in piano di rientro, mai il discorso finanziario è stato
vincolante nella proposta di riorganizzazione della Rete: e questo
nonostante abbiamo ospedali che “producono” servizi per 3 milioni e
vengono finanziati con oltre 13 milioni di euro».

L'OPPOSIZIONE Contro Arru interviene il consigliere regionale dei
Riformatori Michele Cossa: «Siamo alla vigilia di una svolta
importante nella sanità sarda, rispetto alla quale l'assessore ha un
atteggiamento altalenante. A volte sembra ingigantirne gli effetti in
termini di risparmi, ma quando viene attaccato dai sindaci diventa
tranquillizzante e ne minimizza l'impatto. Resta il fatto che molte
scelte sono difficilmente spiegabili, se non in settarie logiche di
partito o di corrente».

Intanto, contro il riordino della rete ospedaliera scenderanno in
piazza a Cagliari, giovedì alle 9.30, il comitato “Salviamo l'ospedale
San Marcellino di Muravela” con la Rete sarda difesa Sanità pubblica
guidata da Claudia Zuncheddu. Partenza da piazza del Carmine e corteo
fino al palazzo del Consiglio regionale in via Roma.

Roberto Murgia


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