La
Nuova
L'assessore
Donatella Spano ribadisce il no alla possibilità di
ospitarle
nell'isola. Duello
anche per le scorie nucleari.
La contesa è aperta anche quando si
parla dei siti di stoccaggio di materiali radioattivi. E anche in questo caso
il messaggio inviato dalla Regione al Governo non si presta a interpretazioni
di sorta: la Sardegna ha ribadito il suo no all'eventualità di ospitare scorie
nucleari. Lo scontro politico, dunque, si ripete anche su una questione che in
verità era già stata affrontata in occasioni precedenti e che sembrava essere definitivamente
archiviata dopo le dichiarazioni del ministro dell'Ambiente, Gian Luca
Galletti, che il 20 agosto a Porto Torres aveva ribadito il concetto con una
dichiarazione precisa: «Sulla possibilità di realizzare un deposito di scorie
nucleari in Sardegna non c'è nulla di vero».
Una dichiarazione rilasciata davanti
all'assessore all'Ambiente della Regione, Donatella Spano, che tuttavia ha
colto l'occasione per ribadire il concetto. Ieri mattina, proprio nella sede
dell'assessorato regionale all'Ambiente, c'è stata una riunione che avava lo
scopo di "condividere con altri soggetti istituzionali interessati i
contenuti del documento che la Regione trasmetterà al ministero dell'Ambiente
la prossima settimana, nei tempi previsti per la chiusura della fase di
consultazione nell'ambito del procedimento di valutazione ambientale strategica
(Vas) per il Programma nazionale per la gestione del combustibile esaurito e
dei rifiuti radioattivi".
«Resta fermo il nostro no a un
deposito delle scorie in Sardegna - ribadisce l'assessore all'Ambiente,
Donatella Spano, che fa riferimento a una posizione espressa già nel 2015 -. Siamo
assolutamente contrari a un deposito nella nostra terra e continuiamo a
ripeterlo in ogni occasione anche quando, come in questo caso, la procedura non
è legata alla cosiddetta Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee,
ancora non resa pubblica, ma le modalità gestionali del trattamento dei rifiuti
nel futuro sito nazionale ancora da individuare.
Abbiamo già detto no al nucleare in
Sardegna davanti al Consiglio regionale, al ministro dell'Ambiente e al ministero
per lo Sviluppo economico perché non vogliamo una nuova servitù, oltre quelle
militari di cui l'isola è già pesantemente gravata, mentre siamo impegnati in
lunghe e complesse operazioni di bonifiche per restituire ai Sardi il loro
territorio». (c.z.)
Dall'urbanistica
alla Finanziaria: cresce lo scontro
Complicato
dialogo su temi cardine tra la giunta e il governo
Spesso le
leggi vengono impugnate dal Consiglio dei ministri
di Luca Rojch
SASSARIC'eravamo quasi amati. Tra
Regione e governo è guerra fredda.
Nessuno lo dirà mai, ma uno sgarbo
dopo l'altro la corrispondenza
d'amorosi sensi si è trasformata in
diffidenza, poi in gelo. Gli
ultimi sgarbi, della scorsa
settimana, sono l'impugnazione della legge
sulle manutenzioni da parte del
Consiglio dei ministri e l'entrata a
gamba tesa della sottosegretaria
alla Cultura. La lettera di Ilaria
Borletti Buitoni che va al di là dello
stretto contenuto della legge
diventa una rasoiata all'intera
filosofia urbanistica della giunta
Pigliaru. Il cuore verde del
centrosinistra viene considerato identico
al cuore grigio del centrodestra.
Per la Borletti Buitoni c'è un filo
rosso che unisce Cappellacci a
Pigliaru, la nuova legge urbanistica a
un Piano casa potenziato. Troppo
anche per la tollerante giunta. La
lettera dell'assessore Cristiano
Erriu al ministro della Cultura Dario
Franceschini contro le esternazioni
del soprintendente Martino e
quella del governatore contro le
parole della sottosegretaria alla
Cultura sono una prima risposta. E
anche il cambio di linea sulla
questione migranti può essere letta
come una sorta di fine della
collaborativa sopportazione da parte
della giunta. Pigliaru ha chiesto
al ministro dell'Interno Marco
Minniti lo stop immediato all'arrivo
degli algerini sulle coste sarde.
Dall'inizio dell'anno sono 800, meno
di quelli portati in una sola volta
dalla Siem Pilot nel porto di
Cagliari, senza nessuna protesta da
parte della Regione. Ma lo scontro
ha radici più lontane. Province. Il
governo dopo la bocciatura del
referendum del dicembre 2016 decide
di rifinanziare tutte le Province,
ma non quelle delle regioni a
statuto speciale, Sardegna compresa. In
più lo Stato continua a fare il
prelievo forzoso di tutte le entrate
delle Province che arrivano dalla
quota Rcauto.
Agenzia Entrate. La
Regione vara a dicembre del 2016 con
una legge ad hoc una Agenzia
delle entrate sarda, che avrebbe
dovuto gestire tutte le risorse che
venivano pagate dai sardi in modo
diretto, così come esiste in altre
regioni. Ma il governo decide di
impugnarla. Finanziaria 2017. Il
governo decide di impugnare anche la
elegge di stabilità del 2017. La
giunta dirà per aspetti formali, ma
Pigliaru non nasconde un certo
fastidio nelle sue dichiarazioni.
Parla di «atteggiamento
persecutorio». Ma il governo aveva
impugnato anche la precedente legge
finanziaria, quella del 2016. In cui
venivano contestate, tra le
altre, le norme sugli usi civici.
Foreste.
Nel 2016 il governo ha
impugnato anche la legge forestale
per la Sardegna che la giunta aveva
approvato. La motivazione era legata
ad alcune norme sulla
pianificazione paesaggistica che
secondo il consiglio dei ministri
eccedevano le competenze della Regione.
Convenzioni. Ma non ci sono
solo le azioni plateali, come
l'impugnazione di alcune delle leggi
cardine varate dalla Regione in
questi ultimi anni. Sul tavolo ci sono
anche altre questioni che si
trascinano da decenni. Guerra a bassa
quota, ma ad alta intensità. Come la
convenzione che viene siglata da
Stato e Tirrenia sulla continuità
territoriale marittima. La Regione a
quel tavolo non può sedere. Deve
subire le decisioni del governo e gli
accordi che vengono presi col
privato. Da tempo la Regione chiede la
modifica di questo schema, senza
avere mai avuto una risposta. Anche
sulla continuità aerea solo il
governo Renzi ha "concesso" 30 milioni
di euro, fino a quel momento
l'insularità era un gap che solo i sardi
si dovevano accollare.
Unione
Sarda
«Caro
Piero, ceniamo assieme» Il nonnino “sfida” El Diablo dopo le
dichiarazioni
del cantautore sul poligono di Quirra
L'invito
di Vittorio Palmas, 104 anni. Pelù: sarà un vero piacere
Era il 2 aprile 1935 quando Vittorio
Palmas riceveva la chiamata alle
armi. Aveva 22 anni. Nel campo di
concentramento di Bergen Belsen, in
Germania, il soldato di Perdasdefogu
si salvò da una condanna a morte
annunciata: aveva 2 chili in eccesso
rispetto ai 35 fissati come
limite di sopravvivenza. Il nonnino
allora non avrebbe mai immaginato
di dover aprire, 82 anni dopo, un
dialogo con Piero Pelù, nato a
Firenze nel 1962. Con la comunità in
rivolta contro il cantautore per
l'accostamento di Perdasdefogu a
Chernobyl, Vittorio Palmas gli
spalanca le porte del paese: «Piero,
vieni a mangiare con noi». Lo
attenderebbe un banchetto imbandito
con i piatti poveri della
tradizione, uno dei segreti
dell'elisir di lunga vita. La carica dei
nonnini ospitali è sostenuta anche
da Angelo Marci, 98 anni: «Vieni,
vieni a mangiare a Perdas».
L'INVITO Pelù sarebbe atteso da
carne arrosto, “minestra 'e viscidu”,
pecorino e vino. Sul tavolo i
foghesini non gli farebbero mancare il
minestrone della longevità con
ricetta di zia Consola, alias Consolata
Melis, scomparsa il 6 giugno 2015.
Avrebbe compiuto 108 anni il
successivo 22 agosto. L'invito a
Pelù arriva direttamente dal divano
di casa. Camicia chiara, pantaloni
beige in fustagno, Vittorio Palmas
si rivolge alla rockstar con toni
distesi ma perentori. L'ex soldato è
uno dei volti prestati alle riprese
promosse dal consigliere regionale
di Fratelli d'Italia-Alleanza
Nazionale Paolo Truzzu.
LA RISPOSTA La chiamata del nonnino
di Perdasdefogu non ha lasciato
indifferente l'artista. «Sono
lusingato dell'invito di zio Vittorio
Palmas. Sono felicissimo e non vedo
l'ora di poter condividere con lui
pane, prosciutto e vino. La Sardegna
è la mia seconda casa e mi
piacerebbe potermi confrontare con
tutto il paese». Pelù ribadisce che
la sua frase era «riferita al
Poligono e non al paese».
OSPITALITÀ DIFFUSA L'invito a Pelù è
collettivo. Nel video di 5
minuti, in cui interviene Nicolò
Manca, primo generale sardo della
Brigata Sassari (dopo la
ricostituzione), giovani e adulti si
rivolgono al cantautore. La quota
rosa che caldeggia l'invito a tavola
ha due rappresentanti, Claudia
Ruvinetti e Veronica Murgia. Sandro
Demontis, Mattia Depau e Mirko
Prasciolu lanciano il messaggio a Pelù
mentre cucinano l'arrosto di capra,
Nicola Salis e Luca Murgia lo
fanno dal laboratorio
dell'alluminio. L'ultimo a invitare la rockstar
nazionale è Alessio Salis, 10 anni
appena.
Roberto Secci
Nuova
rete ospedaliera, il Cal non ferma la riforma
Sì della
commissione: riconosciuta solo la Dea di Lanusei
Via libera della commissione Sanità
in Consiglio regionale alla
riforma della rete ospedaliera. Il
testo è passato con i voti contrari
dell'opposizione. I membri del
parlamentino hanno tenuto conto di uno
solo dei 18 punti indicati dal
Consiglio delle autonomie locali (Cal)
nel suo parere negativo alla
riforma. Quello, cioè, che riguarda
l'ospedale Nostra Signora della
Mercede di Lanusei, per il quale il
Cal ha chiesto il riconoscimento del
Dea di primo livello e il
mantenimento dei 13 primariati.
Richiesta accolta in parte: il
presidio sarà considerato, infatti,
“nodo della rete con funzioni di
Dea di primo livello”.
Quindi avrà le funzioni ma non la
qualifica.
Per il resto il testo è passato
invariato. Niente da fare per il Punto
nascita de La Maddalena per il
quale, anche dopo il sopralluogo della
ministra Beatrice Lorenzin al Paolo
Merlo, è stata confermata la
chiusura. «Si tratta di un passaggio
importante, ma prima di esultare
- ha commentato l'assessore alla
Sanità Luigi Arru - attendiamo il
risultato con l'approvazione in
Consiglio regionale». Anche per il
presidente della commissione,
Raimondo Perra, «quello raggiunto è, in
attesa del passaggio in Aula, un
obiettivo storico che ridisegna in
Sardegna una riorganizzazione del
sistema sanitario necessaria
nell'interesse di tutti i
cittadini».
Quanto al parere negativo del
Cal, «la stragrande maggioranza dei
punti sono compresi nel disegno di
legge», ha chiarito Perra. Da ora
l'opposizione ha dieci giorni di
tempo per stilare la relazione di
minoranza. Subito dopo il testo
approderà in Aula. «Il via libera al
Piano è il frutto, ancora un
volta, di un accordo tra i
commissari della maggioranza, che hanno
messo al primo posto la salvaguardia
dei loro bacini elettorali
ignorando la necessità di una seria
riforma della sanità isolana», è
stata la critica mossa dal
capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni.
Oggi, intanto, contro il riordino
appena licenziato dalla commissione,
scendono in piazza a Cagliari il
comitato «Salviamo l'ospedale San
Marcellino di Muravera».
Alla manifestazione aderirà anche la
Rete
Sarda Difesa Sanità Pubblica con la
sua portavoce Claudia Zuncheddu.
Il corteo partirà alle 9.30 da
piazza del Carmine e percorrerà via
Roma fino al palazzo del Consiglio
regionale. (ro. mu.)
«Meridiana,
closing vicino»Il ministro al rientro da Doha: buona
notizia
per la Sardegna. Pigliaru soddisfatto
L'annuncio
di Delrio: presto la firma con Qatar Airways
È «imminente» la firma con Qatar
Airways per il rilancio di Meridiana.
Lo rende noto il ministro dei
Trasporti, Graziano Delrio, di ritorno
da Doha dopo l'inaugurazione del
Porto di Hamad, una infrastruttura
strategica del Golfo Persico.
«Durante i vari colloqui, nei quali ho
verificato il grande interesse di Al
Baker (l'amministratore delegato
di Qatar Airways, ndr) allo sviluppo
dei collegamenti da e per
l'Italia attraverso la partnership
con Meridiana, abbiamo chiarito
insieme vari punti di incertezza che
erano rimasti sospesi e quindi
siamo partiti da Doha con
l'assicurazione di una imminente firma
definitiva», dice il ministro in un
lungo post sulla sua pagina Facebook.
LA SOCIETÀ Il presidente della
società, Marco Rigotti, ha scritto una
lettera ai colleghi per ringraziare
tutti «per l'impegno e dedizione»,
con cui è stata affrontata la
stagione estiva, «particolarmente in
sofferenza a causa delle criticità
operative derivanti dal ritardi
della definizione della partnership
e del connesso ricambio della
flotta». Spiega: «Nei giorni scorsi
si sono svolti incontri a Doha,
che ci hanno consentito di
completare con esito positivo una serie di
ulteriori verifiche richieste da
Qatar Airways per l'avvio del progetto».
IL POST «Una buona notizia per i
lavoratori e per l'economia della
Sardegna e dell'Italia», sottolinea
Delrio. Il ministro precisa che
«l'aumento dei voli e degli
investimenti rafforzerà le opportunità di
sviluppo del nostro settore aereo,
che sta continuando a macinare dati
positivi con un numero di passeggeri
che sfiora i 100 milioni nei
primi sette mesi dell'anno (+6,8%) e
un incremento del traffico merci
aereo dell'11,4% sul 2016. I dati
record di luglio di Cagliari,
Palermo e Catania, la crescita
costante da anni di Napoli e del
sistema aeroportuale pugliese fanno
ben sperare in un'estate
importante per il nostro
Mezzogiorno», spiega ancora Delrio.
LA REGIONE Il presidente della
Regione Francesco Pigliaru, che ha
sentito al telefono il ministro,
esprime «soddisfazione e fiducia». E
aggiunge: «Il buon esito di oggi non
solo solleva Meridiana da una
situazione di incertezza, ma anzi
apre ad ampie prospettive di
sviluppo». Dice Pigliaru: «Abbiamo
sempre detto quanto una compagnia
aerea che ha storicamente solide
basi in Sardegna sia importante per
noi, e non possiamo che esprimere
soddisfazione per il grande lavoro
fatto e in particolare per l'impegno
del ministro. Aggiunge Careddu:
«La definizione imminente della
partnership tra i due vettori
consentirà di garantire a Meridiana
una reale opportunità di rilancio
alla luce di un piano industriale
concreto e ambizioso».
Le regole
dal 1° novembre
Ryanair,
in cabina un solo bagaglio: il resto nella stiva
Dal primo novembre Ryanair cambia le
regole sull'imbarco dei bagagli.
A bordo si potrà portare una sola
valigia invece che le due permesse
fino a ora. La seconda, ma solo per
i passeggeri sprovvisti di
biglietto con imbarco prioritario,
verrà sistemata in stiva
gratuitamente. Ufficialmente la
misura servirà a velocizzare le
procedure d'imbarco, rallentate ogni
volta dalla ressa per sistemare
nelle cappelliere zaini e trolley
voluminosi. Ma non mancano i maligni
che protestano per una misura voluta
dalla compagnia irlandese solo
per incentivare l'acquisto
dell'opzione a pagamento che consente
l'entrata e l'uscita anticipata dal
velivolo.
Accusa smentita da Kenny Jacobs,
Chief Marketing Officer, che ha
assicurato come «i cambiamenti alla
policy bagagli costeranno a
Ryanair oltre 50 milioni di euro
annui a conseguenza della riduzione
delle tariffe per i bagagli
registrati».
L'azienda irlandese fra meno di due
mesi ridurrà le tariffe dei
bagagli da mettere in stiva,
aumentando contemporaneamente la soglia
di peso massima, da 15 a 20 chili,
per quelli da portare a bordo. «Ci
auguriamo che permettendo a tutti i
clienti che non hanno acquistato
l'imbarco prioritario di trasportare
un solo bagaglio a mano»,
prosegue Jacobs, «si accelerino le
procedure di imbarco eliminando i
ritardi». (l. m.)
VIA ROMA.
Dubbi e perplessità dei residenti sulla pedonalizzazione
Esperimento
da ripensare: «Vogliamo essere ascoltati»
Bocciato, ma con riserva.
L'esperimento di pedonalizzazione di via
Roma arriva alla scadenza del 17
prossimo con un carico di perplessità
anche da parte dei residenti della
Marina. Parcheggi, qualità della
vita, controllo e vigilanza sono le
criticità che gli abitanti
evidenziano con maggiore insistenza.
Ma, insieme, c'è anche chi
intravede in questa scelta
dell'amministrazione - «magari frettolosa e
bisognosa di una consultazione
preventiva» - la strada del futuro,
quella che tutte le capitali europee
hanno intrapreso e portato avanti
oramai da decenni.
RACCOLTA FIRME Entro le prossime due
settimane - le ultime
dell'esperimento estivo di
pedonalizzazione della via Roma - verrà
completata una raccolta di firme in
calce a una petizione che gli
abitanti della Marina consegneranno
al sindaco Zedda e alla giunta con
la richiesta di una revisione
profonda del provvedimento ma,
soprattutto, di una preventiva
consultazione con la base del quartiere.
LA PAURA «C'è una situazione di
indubbio disagio», sottolinea Fabrizio
Lepori, «aggravata dalla paura che,
bloccando la via Roma, si blocci
tutto. Con il rischio che, magari
per i trasferimenti veloci,
all'interno della città, si torni a
privilegiare l'auto a discapito
dell'utilizzo del mezzo pubblico».
IL FUTURO Di una via Roma “piazza
sul mare” non se ne parla certo solo
da oggi. Lo ricorda Andrea Casciu,
residente e bikerconvinto: «Non si
tratta di una novità e la graduale
riduzione delle auto - soprattutto
in centro città - e il ricorso alla
mobilità lentarappresentano un
processo irreversibile al quale
Cagliari non potrà certo sottrarsi.
Occorre un cambio di approccio, una
piccolarivoluzione culturale : la
sperimentazione della via Roma - che
avrebbe dovuto essere
accompagnata da una serie di
elementi aggiuntivi - è comunque di
sicuro un primo passaggio verso
quella che sarà la dimensione futura
della città».
BILANCIO I residenti della Marina vanno
dunque a ingrossare le fila
dei perplessi e dei dubbiosi
sull'esperimento della piazza pedonale
“fronte mare” tentato dalla giunta
Zedda. Una delle sintesi più
efficaci, perché condita con un
pizzico di sana ironia cagliaritana,
resta quella di un anziano
residente: «Via Roma così com'è oggi no
serbiri a nudda ». Come dire: bene i
tavolini, bene anche la strada
senza auto, ma adesso occorre il
salto di qualità. Atteso non solo dai
residenti della Marina.
Paolo Matta
La
Nuova
Il leader
dei Litfiba aveva associato il poligono militare a Hiroshima
e
Chernobyl Il sindaco: «Ci ha diffamato». La rockstar si defila: «Preferisco non
commentare»
Perdasdefogu contro Pelù querela dopo il concerto
di Giusy Ferreli
PERDASDEFOGU
L'amministrazione comunale di Perdasdefogu
ha deciso di dichiarare
guerra, a colpi di carta bollata, a
Piero Pelù. Il cantante
fiorentino, reo di aver paragonato
durante un concerto a Cagliari il
comune ogliastrino a Hiroshima e
Chernobyl, finirà (forse) di fronte
ad un giudice. Il via libera al
sindaco Mariano Carta affinché quereli
l'artista è arrivato ieri con una
delibera di giunta. Segno che quelle
parole - che secondo le parole
chiarificatrici di Pelù non erano
rivolte alle comunità ma "ai
poligoni sardi dove vengono esplosi
missili al Torio e utilizzate armi
all'uranio impoverito" - il paese
proprio non le ha mandate giù .
Dopo una lunga pausa di riflessione
(il concerto è del 12 agosto), gli
amministratori hanno stabilito che
una denuncia-querela sia l'unica
maniera per lavare l'offesa. La
delibera riporta testualmente quanto
successo a Cagliari quando il
leader dei Liftiba, rivolgendosi
alla platea, aveva interrogato i fan:
«Ragazzacci - aveva urlato dal palco
-, qualcuno si ricorda di
Nagasaki e Hiroshima? Qualcuno si
ricorda di Fukushima e di Cernobyl?
Qualcuno conosce anche Perdasdefogu:
è la stessa m***a». Un'iperbole
decisamente non gradita. "Piero
Pelù - si legge nel provvedimento - ha
utilizzato espressioni diffamatorie
nei confronti del territorio di
Perdasdefogu, associandone il nome a
episodi della seconda guerra
mondiale e a due incidenti in
centrali nucleari, facendo intendere che
il territorio comunale presenta
livelli di radioattività
paragonabili». Queste espressioni
sono ritenute "fortemente lesive
dell'immagine del territorio e degli
abitanti del comune di Perdasdefogu".
Il prossimo passaggio è la
presentazione della querela.
L'artista toscano, però, intende
mettere una pietra tombale sulla
vicenda e ha preferito non
commentare gli ultimi risvolti della
vicenda che, nel frattempo, ha
scatenato il web e, in un video
circolato in rete, alcuni cittadini
invitano a pranzo Pelù. Adesso
l'unica certezza è che a stabilire
se nel più esteso poligono
d'Europa, teatro di esercitazioni
militari, ci siano stati fenomeni di
inquinamento non saranno né Piero
Pelù né il sindaco Carta. A
deciderlo ci penserà la magistratura
nel delicato processo sui
cosidetti "veleni di
Quirra", che riprenderà il 29 settembre in
un'aula del tribunale di Lanusei.
Nuova
rete ospedaliera
c'è l'ok
della commissione
sanità»la riforma
CAGLIARILa riforma della rete
ospedaliera mette il turbo. È arrivato
il via libera in commissione Sanità
al testo. Dei 18 suggerimenti del
Cal, che aveva dato parere negativo,
ne è stato accolto solo uno, in
parte. Riguarda l'ospedale di
Lanusei. Il Cal ha chiesto il
riconoscimento del Dea di primo
livello e il mantenimento dei 13
primariati. Richiesta accolta in
parte, il presidio sarà considerato
"nodo della rete con funzioni
di Dea di primo livello". Avrà le
funzioni, ma non la qualifica. Per
il resto il testo passa
invariato.In Consiglio.
La maggioranza accelera e ora
vorrebbe farlo
arrivare in consiglio in tempi
rapidi. Ma per prima cosa si deve
aspettare la relazione che deve
stilare la minoranza. Ha 10 giorni di
tempo per farlo. Subito dopo il
testo approderà in aula. La riunione
dei capigruppo potrebbe fissare
l'ingresso della legge in consiglio
verso il 19 settembre. Ma è chiaro
che si vogliono evitare
forzature.L'assessore. Cauto anche
l'assessore regionale alla Sanità
Luigi Arru. «Soddisfatto, ma abbiamo
ancora la massima attenzione
verso l'esigenza dei territori -
spiega Perra -. Siamo disponibili
anche a qualche ritocco, e portiamo
avanti il dialogo con i sindaci e
gli enti locali. Nelle nostre scelte
resta sempre al centro
l'attenzione per la salute dei
sardi, di tutti i sardi. Ma ricordo a
tutti che la legge dovrà passare al
vaglio del Ministero della Salute
che dovrà valutare la compatibilità
del testo con le linee guida
nazionali».
La manifestazione. Arru porta a casa
l'ok della
commissione, ma oggi dovrà di nuovo
affrontare la piazza. Sotto la
regione ci sarà la manifestazione di
protesta della Rete sarda difesa
sanità pubblica, organizzata da
Claudia Zuncheddu, a cui dovrebbero
partecipare anche sindaci e
rappresentanti di diverse zone dell'isola.
La commissione. Il passaggio in
commissione si è chiuso con il via
libera dopo una discussione che ha
accolto solo una piccola parte dei
pareri del Cal. Il presidente della
commissione, Raimondo Perra è
cauto: «Quello raggiunto oggi è, in
attesa del passaggio in aula, un
obiettivo storico che ridisegna in
Sardegna una riorganizzazione del
sistema sanitario necessaria
nell'interesse di tutti i cittadini».
Quanto al parere negativo del Cal,
«la stragrande maggioranza dei
punti sono compresi nel disegno di
legge», ha chiarito
Perra.L'opposizione.
Ma c'è chi contesta il via libera.
Il consigliere
dei Riformatori Attilio Dedoni la
boccia. «Nella Commissione
continuano a prevalere gli interessi
politici di alcuni rappresentanti
del centrosinistra, i quali sembrano
avere priorità rispetto alla
tutela dei cittadini più deboli
delle aree disagiate della Sardegna -
dice Dedoni -. È questa l'unica
spiegazione plausibile per
l'approvazione, senza modifiche
sostanziali, del Piano per la
riorganizzazione della rete
ospedaliera presentato dalla Giunta
regionale. Il via libera al Piano è
il frutto, ancora un volta, di un
accordo tra i commissari della
maggioranza, che hanno messo al primo
posto la salvaguardia dei loro
bacini elettorali ignorando la
necessità di una seria riforma della
sanità isolana.
È gravissimo che
il centrosinistra abbia scelto di
andare dritto per la sua strada,
senza ascoltare le preoccupazioni
espresse dai territori più
periferici e penalizzati attraverso
i loro rappresentanti
istituzionali, determinando un
ulteriore allontanamento tra la
politica e i cittadini». Critico
anche il capogruppo dell'Udc Gianlugi
Rubiu. «Una decisione che mira a
centralizzare i servizi nei due poli
ospedalieri di Cagliari e Sassari -
dice - ai danni del resto del
territorio sardo. Si svuotano i
piccoli ospedali, con il
ridimensionamento dei reparti, si
chiudono i servizi e si spostano gli
operatori sanitari. Non basta. Nei
presidi di pronto soccorso si
registrano tempi di attesa
interminabili per i pazienti, che sono
inconcepibili per i cittadini. Un
intasamento che andrebbe eliminato
con il rafforzamento dei servizi di
emergenza urgenza sul territorio».
(l.roj)
I gruppi
parlamentari disponibili a ripartire dal testo rinviato in Commissione
Per ora
l'aut aut dei pentastellati non frena l'iter della ripresa del dibattito
M5S:
«Prima i vitalizi poi la legge elettorale»
di Marcello CampowROMAMatteo Salvini
avverte: va bene la coalizione,
ma per il listone unico del
centrodestra «non ci sono le condizioni».
Anzi, Forza Italia abbandoni il
proporzionale che porterebbe al caos e
riproponga il maggioritario, unica
condizione per vincere assieme. Nel
giorno in cui alla Camera riprende
il confronto sulla legge
elettorale, il segretario federale
della Lega torna a sfidare Silvio
Berlusconi bocciando sul nascere
l'ipotesi del Quadrifoglio, il
simbolo dell'ipotetico listone di
centrodestra, con un sarcastico «non
mi occupo di botanica». Già due
giorni fa il leader leghista, forte
dell'intesa raggiunta per le elezioni
siciliani, aveva rivolto a
Berlusconi un forte appello perché
si schieri a favore del Mattarellum
o un modello simile e soprattutto
accetti «primarie tra iscritti» in
stile Usa, per la scelta del
candidato premier.
Le sue tesi però non
sono condivise dal capogruppo
azzurro Renato Brunetta che, con toni
concilianti, prima assicura Salvini
che il centrodestra «vince con
qualsiasi legge elettorale».Poi lo
tenta ricordandogli che con il
Quadrifoglio dai 4 petali, Fi, Lega,
Fdi e liste civiche, «si
arriverebbe tranquillamente al 40%».
L'obiettivo dichiarato di Forza
Italia è infatti coinvolgere la Lega
per puntare assieme al premio di
maggioranza alla coalizione. «Questo
è il nostro lavoro, il nostro
programma, quindi - assicura
Brunetta - nessuna fusione al momento».
Semmai, del soggetto unico se ne
parlerà dopo la vittoria elettorale.
Tuttavia, i toni del segretario
federale Lumbard, nel corso di una
lunga conferenza stampa a
Montecitorio, sono molto più tranchant. «Non
c'è nessun incontro in preparazione
con Silvio Berlusconi. Se ce ne
sarà la necessità - attacca - lo
convocheremo noi l'incontro». Quindi
si dice «orgoglioso» dell'intesa
raggiunta in Sicilia, dove rivendica
il «ruolo fondamentale della Lega
nel compattare la coalizione attorno
a un candidato e a un programma».
E non rinuncia a lanciare altre
stilettate a Forza Italia sui
vaccini, sostenendo la posizione del
Governatore del Veneto Luca Zaia,
criticata dai capigruppo azzurri.
«Romani e Brunetta hanno tempo per
occuparsi di altri problemi»,
esclama brusco. Quindi affonda sulla
polemica sorta dopo la vicenda
della bimba morta di malaria,
sposando la tesi controversa sostenuta
da «Libero»: «Il giornale non l'ho
letto. Ma, in generale - osserva
Salvini - è innegabile che un certo
tipo di malattie è legato al
fenomeno migratorio. Non lo dice la
Lega ma la giunta di Trento, e su
questo c'è da riflettere».
Infine da appuntamento a domenica 17 sul
tradizionale pratone di Pontina,
dove, annuncia, per la prima volta la
Lega presenterà la sua «battaglia nazionale»,
forte della presenza di
militanti laziali, sardi e
abruzzesi.di Giovanni Innamorati
«Oggic'è stato un annusamento
reciproco preliminare»: la sintesi del
presidente del Gruppo Misto della
Camera, Pino Pisicchio, decano di
Montecitorio, fotografa la ripresa
del dibattito sulla legge
elettorale in Commissione Affari
costituzionali. Dopo che un
emendamento approvato in Aula l'8
giugno a scrutinio segreto ha fatto
saltare l'accordo tra Pd, M5s, Fi e
Lega sul proporzionale, oggi tutti
i gruppi hanno dato la
«disponibilità» a riprendere l'esame partendo
dal testo di giugno. Ma M5s ha
chiesto che prima si approvi il ddl sui
vitalizi, un aut aut che fa
prevedere al dem Roberto Giachetti che «si
voterà con la legge attuale»,
il Consultellum, visto che il Pd
sarà al
tavolo solo con l'intesa dei 4
partiti principali. La prima a
sostenere la ripresa dell'esame è
stata Fi: Francesco Paolo Sisto ha
chiesto di riprendere il
proporzionale su cui c'era l'accordo ed
approvarlo: «Cosa è cambiato da
allora?» ha domandato. Frase che ha
irritato il leghista Giancarlo
Giorgetti: «È cambiato che se la legge
fosse stata approvata a giugno si
sarebbe votato a settembre». Visto
che le urne anticipate non sono più
all'orizzonte allora si può anche
pensare al Mattarellum.
In ogni caso anche la Lega ha dato
la
disponibilità a ripartire dal
proporzionale, come tutti gli altri
gruppi, compresi quelli a cui non
piaceva il «Fianum» dal nome del
relatore Emanuele Fiano, come Ap,
Mdp e Si, anche se hanno chiesto
modifiche. E in favore del
maggioritario si sono espressi anche Fdi,
il gruppo di Raffaele Fitto e
Giuseppe Lauricella della minoranza Pd
che fa capo ad Andrea Orlando:
«parla a livello personale» ha però
detto Fiano. Fuori dal coro Danilo
Toninelli di M5s: occorre prima far
approvare dal Senato la legge sui
vitalizi, altrimenti non ci sarebbe
il «clima politico» giusto. Poi ha
attenuato i toni, spiegando che
quella legge può essere licenziata
da Palazzo Madama in due settimane.
In ogni caso se si vira sulle
coalizioni M5s si sfila. Quanto al Pd
Emanuele Fiano ha posto come
condizione che a contrarre il patto siano
tutti e quattro i partiti
dell'intesa di giugno, magari allargandola
ad altri. Concetto ribadito da
Matteo Renzi, per il quale approvare
una legge «contro qualcuno» sarebbe
«una forzatura».
Quindi se M5s si
sfila salta il tavolo, che invece
potrebbe allargarsi ad Ap, che con
Maurizio Lupi ha chiesto di
abbassare la soglia del 5%. Lo sbarramento
alto piace invece a Mdp, che con
Alfredo D'Attorre, ha benedetto il
«Fianum», pur chiedendo il voto
disgiunto tra collegi e listini. La
soglia al 5%, nei piani di D'Alema e
Bersani, «costringerebbe»
Giuliano Pisapia ad essere della
partita, così come Sinistra Italiana,
nel dar vita a un partito di
sinistra-sinistra. Domani nuova seduta
della Commissione che deciderà come
proseguire i lavori mentre il 13
settembre la Conferenza dei
capigruppo stabilirà la data dell'approdo
in Aula.
Delrio:
imminente la firma
tra
Meridiana e il Qatar
trasporti
CAGLIARIDa cenerentola a dominatore
dei cieli. Per Meridiana si
prepara un futuro da gigante dello
scacchiere europeo dei voli. La
missione in Qatar del ministro dei
Trasporti Graziano Delrio si chiude
con un miracolo diplomatico.
L'esponente del governo Gentiloni porta a
casa l'ok alla firma da parte
dell'emiro. La volontà politica riuscirà
a sbloccare tutti i cavilli
burocratici che in questi mesi hanno
impedito l'ultima firma. In
particolare i dubbi dei qatarini
riguardavano le rigide norme europee
che avrebbero potuto bloccare la
crescita di Meridiana. Il Qatar
vuole utilizzare il vettore sardo per
invadere i cieli europei.
Ma lo può fare solo come socio di
minoranza.
Delrio. «Siamo partiti da Doha con
l'assicurazione di una imminente
firma definitiva per l'accordo tra
Qatar Airways e Meridiana», dice
Delrioche ha incontrato «più volte»
l'a.d della compagnia aerea Al
Baker, «per avere garanzie sulla
conclusione dell'accordo con
Meridiana e conferma sull'ambizioso
piano di investimenti previsto. È
una buona notizia per i lavoratori e
per l'economia della Sardegna e
dell'Italia». Delrio a Doha ha
partecipato all'inaugurazione del porto
Hamad. Ma prima di partire ha avuto
un colloquio di oltre un'ora con
l'assessore ai Trasporti Carlo
Careddu e con il governatore Francesco
Pigliaru. E proprio il pressing di
Careddu sul ministro avrebbe
portato a una accelerazione della
firma. «Ringrazio il ministro Delrio
- dice Careddu - che ci ha tenuto
informati della trattativa passo
dopo passo.
E lo ringrazio in particolare perché
con il suo impegno
sul caso Meridiana ha dimostrato di
essere amico della Sardegna e dei
sardi». La Regione. Il governatore
Pigliaru non nasconde l'ottimismo.
«Soddisfazione e fiducia» sono le
parole scelte dal presidente al
termine del lungo colloquio avuto,
insieme all'assessore Careddu, con
il ministro Delrio. «Abbiamo sempre
detto quanto una compagnia aerea
che ha storicamente solide basi in
Sardegna sia importante per noi,
sia sul fronte delle connessioni che
su quello dell'occupazione -
spiega Pigliaru -, e non possiamo
che esprimere soddisfazione per il
grande lavoro fatto e in particolare
per l'impegno mostrato in questa
vicenda dal ministro Delrio.
Il buon esito di oggi non solo
solleva
Meridiana da una situazione di
incertezza, ma anzi apre ad ampie
prospettive di sviluppo. Guardiamo
con grande fiducia alla firma che
avverrà prossimamente, e metterà
Meridiana nelle condizioni di
svolgere un ruolo importante in
Sardegna e per la Sardegna».
L'assessore Careddu guarda al
futuro. «La definizione imminente della
partnership tra i due vettori che
oggi ci ha riferito il ministro
Delrio consentirà di garantire a
Meridiana una reale opportunità di
rilancio alla luce di un piano
industriale concreto e ambizioso -
aggiunge l'assessore Careddu -.
Anche questo ulteriore passo avanti è
frutto di un lungo lavoro in stretta
collaborazione tra Ministero e
Regione. Continueremo a indirizzare
il nostro impegno nella buona
direzione segnata. Ora per Meridiana
si potrebbe aprire un futuro da
protagonista.
L'obiettivo prioritario resta il
salvataggio di una
compagnia aerea con base e
tradizione nell'isola e quindi la tutela
dell'occupazione e delle prospettive
di sviluppo anche vantaggio del
tessuto economico della Sardegna».
Le reazioni. Il deputato del Pd
Gian Piero Scanu in questi anni ha
lavorato per trovare una soluzione
al caso Meridiana. «Il ministro
Delrio ci ha portato un'ottima
notizia. È il coronamento di un
impegno costante del ministro che da
più di un anno ha continuato a
lavorare sottotraccia. Si arriverà
presto alla firma e per la compagnia
si aprirà una nuova era. Immagino
Meridiana come un vettore di
importanza internazionale. Ora si dovrà,
sotto la guida del ministro, far
sviluppare una polotica del personale
che porti al recupero dei posti di
lavoro. E si deve difendere la
centralità di Olbia dal punto di
vista amministrativo e operativo».
Fiducioso anche il consigliere
regionale Pd Giuseppe Meloni. «Sono
soddisfatto per il lavoro del
ministro Delrio e fiducioso che nelle
prossime settimane si possa chiudere
in modo positivo l'accordo tra
Meridiana e Qatar airways».
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Federico
Marini
skype:
federico1970ca
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