domenica 5 maggio 2019

Di Maio: Sardegna ostaggio di una guerra tra bande


La Nuova Sardegna

Il leader M5s contro Solinas. Caso Siri: la Lega vuole la crisi per una poltrona Di Maio: Sardegna ostaggio di una guerra tra bande

di Gian Mario Sias

«Questa terra è ostaggio delle guerre tra bande politiche, mancano ancora sei o sette assessori regionali, questo significa votare centrodestra, votare le accozzaglie». Di fronte a una piazza Civica gremita e motivata al punto giusto, Luigi Di Maio indossa il sorriso d'ordinanza e l'abito "blu istituzionale". Ma soprattutto, il vicepremier trova l'energia per rincarare la dose degli attacchi ai nemici del Movimento 5 Stelle e per rinnovare il duello a distanza col suo pari grado leghista Matteo Salvini.

Così ieri mattina il suo tour in Sardegna per sostenere i candidati grillini alle prossime elezioni europee e amministrative è partito all'insegna delle critiche spietate rivolte a Cagliari, a Roma e a Bruxelles. Il primo a finire nel mirino è il presidente della Regione, Christian Solinas, accusato per non aver completato la composizione del governo isolano. «Settanta giorni senza una giunta regionale lasciano senza parole», attacca il vicepremier. «Conosco tanti cittadini sardi che li hanno votati e sono arrabbiati - rincara - errare è umano ma perseverare è diabolico, non votiamoli mai più».

Dal Psd'Az e dal centrodestra alla Lega il passo è breve. E in questo momento il leader pentastellato non fa sconti a nessuno. «Quanto casino per una poltrona», sbotta Di Maio. «Sul sottosegretario Siri dispiace leggere ogni giorno di una Lega che dice di voler far cadere questo governo per una poltrona», precise il ministro dello Sviluppo economico a proposito dello scontro in atto con Matteo Salvini sulle dimissioni o meno del sottosegretario Armando Siri. «Parliamo di cose serie», chiede Di Maio agli alleati della Lega, i cui rapporti sono ormai al minimo sindacale.

«Noi dobbiamo realizzare la legge che istituisce un salario minimo orario di 9 euro all'ora per tutti i cittadini italiani, la approveremo al senato nelle prossime settimane», spiega. «Dobbiamo spostare il miliardo di euro che avanza dal reddito di cittadinanza alle famiglie che fanno figli - aggiunge - chi fa figli deve avere sgravi su pannolini, baby sitter e asili nido».

Poi l'ultima stoccata a Salvini, tanto per far capire che la luna di miele tra i due è solo un lontanissimo ricordo. «Questo dobbiamo fare, quanto casino per una poltrona», ribadisce per la terza volta mentre la piazza l'applaude. Dopo aver sperimentato di persona cosa significhi vivere in Sardegna grazie al ritardo di oltre un'ora dell'aereo di linea che da Roma l'ha portato a Olbia (e non ad Alghero, dove i voli scarseggiano), Luigi Di Maio si gode una piazza scaldata a puntino dal senatore Ettore Licheri, che fa gli onori di casa e motiva il popolo grillino in vista delle prossime europee, ricordando che «agricoltura, pesca e altre importantissime questioni si decidono in Europa ed è lì che dobbiamo andare a legiferare».

Con il senatore ci sono i deputati Paola Deiana, Mario Perantoni e Nardo Marino, i candidati sindaci di Alghero e Sassari, Roberto Ferrara e Maurilio Murru, e gli aspiranti eurodeputati a cinque stelle Alessandra Todde, Donato Forcillo e Dino Giarrusso. «Alle europee decideranno i sardi e gli italiani, per quanto mi riguarda il risultato cui ambisco è andare al parlamento europeo per realizzare il salario minimo orario, che introdurremo anche in Italia», conclude Luigi Di Maio prima di darsi al pubblico che lo attende per un selfie, una stretta di mano e un incitamento. «Noi stiamo prevedendo un
miliardo di euro per le famiglie che fanno figli qui in Italia - conclude - ma servono anche tanti aiuti a livello europeo».

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Federico Marini
skype: federico1970ca

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