Ha veramente
dell’incredibile l’accanimento del Soprintendente Bruno Billeci nella protezione
della denominazione savoiarda delle vie della Sardegna. Dopo essersi distinto in una
apologia geometrico-odonomastica delle vie di Bonorva – a suo dire intoccabili
in quanto strutturate per fare incontrare simbolicamente vario parentado del
reame – il soprintendente indossa nuovamente le vesti del censore anche a
Mamoiada.
Nei mesi scorsi
l’amministrazione comunale del paese barbaricino, guidata dal sindaco Luciano
Barone, aveva disposto il cambio dei nomi di alcune vie su proposta
dall’assessora Patrizia Gungui. Nello specifico si approvava il cambio di denominazione di via Fratelli
Cairoli in via Francesco Cilocco e di via Vittorio Emanuele II e Corso Vittorio
Emanuele III, per intitolarle a Eleonora d’Arborea e Giovanni Maria Angioy.
Su via Cilocco nessuno ha potuto controbattere niente, essendo già approvata in via definitiva, ma per le altre vie lo zelante Soprintendente presenta subito parere negativo. Come già nel caso di Bonorva, anche per Mamoiada il professor Billeci sottolinea che non intende mettere in discussione il giudizio storico sul Savoia, ma nella sua argomentazione pare piuttosto preoccuparsi che nessuno ne dia un giudizio negativo.
Nel precedente di Bonorva
infatti Margherita di Savoia, da reazionaria, sanguinaria e sostenitrice del fascismo
quale realmente fu, venne dipinta dal professore come una sorta di eroina dei
Sardi, presentata come una
figura a cui il popolo sardo voleva un gran bene. Un sentimento presentato come
popolare ma che si riduceva molto più modestamente ad un rapporto di amicizia
con la famiglia Pes di Villamarina.
A motivazione del parere negativo adduceva, come
ricorderete, un pretesto legato alla geometria odonomastica che non si potrebbe
stravolgere, perché la via intitolata alla regina si incontrava emblematicamente
con la via intitolata al re, uniti dall’incrocio con la via dedicata al figlio,
Vittorio Emanuele III. Un divieto – neanche a dirlo – promulgato dello stesso
Vittorio Emanuele di cui sopra!
Ed essendosi probabilmente compiaciuto di cotanta motivazione, il soprintendente Billeci fa il bis con Mamoiada, riconfermando un parere negativo.
Ed essendosi probabilmente compiaciuto di cotanta motivazione, il soprintendente Billeci fa il bis con Mamoiada, riconfermando un parere negativo.
Nello specifico argomenta che i due Vittorio, secondo e
terzo, si trovano collocati geograficamente in compagnia di tutto il firmamento
di personaggi a suo tempo considerati illustri per la “formazione della
Nazione” e “riferimenti cui guardare nella costruzione di un’identità
nazionale”.
Come in precedenza -
dietro lo scudo di un ambiguo “fermo restando il giudizio storico” - anche in
questo caso il professore dimentica che quel Vittorio Emanuele II che lui
presenta amabilmente come una sorta di sant’uomo importante nella “formazione
della Nazione” fu un tiranno saccheggiatore, affamatore e sanguinario nei
confronti della nazione sarda.
E ormai che va dimenticando, ma sempre “fermo restando il giudizio storico”, gli sfugge che quel Vittorio Emanuele III che sarebbe figura di riferimento “cui guardare nella costruzione di un’identità nazionale” è lo stesso che mandò al macello della Guerra Mondiale 13mila ragazzi Sardi per i suoi deliranti sogni imperialistici, prima di distinguersi come angelo custode di Mussolini e promotore delle infami Leggi Razziali.
Diciamo non è proprio
lodevole per un professore dimenticare di ricordare questi aspetti, quando si
citano personaggi coperti di infamia a cui vergognosamente sono ancora
intitolate le nostre vie.
E se le architetture geometriche dovrebbero di per sé bastare per giustificare certe oscenità, allora si potrebbe similmente tollerare un ipotetico incrocio tra via Benito Mussolini e via Adolf Hitler. Ma sempre “fermo restando il giudizio storico”.
E se le architetture geometriche dovrebbero di per sé bastare per giustificare certe oscenità, allora si potrebbe similmente tollerare un ipotetico incrocio tra via Benito Mussolini e via Adolf Hitler. Ma sempre “fermo restando il giudizio storico”.
Riteniamo che
l’intervento del Soprintendente - nel caso di Mamoiada, come già in quello di
Bonorva – sia fuori luogo, insistentemente inopportuno e offensivo nei confronti di amministrazioni
comunali democraticamente elette, così come nei confronti della dignità e della
memoria storica collettiva del popolo sardo.
Crediamo che la Soprintendenza, piuttosto che accanirsi
nella difesa di vie ignominiosamente dedicate a tiranni sanguinari - la cui
lugubre memoria lasceremmo ai soli libri di storia - dovrebbe, con molta più
urgenza e molto più impegno, adoperarsi per salvaguardare i beni storici e
archeologici della Sardegna.
Un patrimonio ben poco valorizzato, nobile memoria del nostro passato e meritevole, esso sì, di mostrarsi a tutti.
Un patrimonio ben poco valorizzato, nobile memoria del nostro passato e meritevole, esso sì, di mostrarsi a tutti.
Liberu
– Lìberos Rispetados Uguales
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