martedì 3 marzo 2020

I parlamentari non si tagliano. Si scelgono bene. Di Lucia Chessa.




Avete presente quando noi sardi andiamo a votare per le elezioni europee e siccome siamo nello stesso collegio della Sicilia che ha quattro volte i nostri abitanti, tranne rare eccezioni, non riusciamo ad eleggere nessuno? Bene, tenetelo a mente perché qualcosa di molto simile succederà se al referendum vincerà il si e sarà ridotto il numero dei parlamentari.

Il destino dei territori poco popolati della Sardegna sarà quello di non avere rappresentanti che si concentreranno nelle aree urbano di Cagliari e Sassari. “Bene” dirà a questo punto il cittadino urbano poco sensibile ai problemi altrui, “chi se ne importa se il Nuorese, o il Marghine, o la Baronia, o il Medio Campidano e così via non saranno rappresentati a Roma?

Ma non è così che funziona perché cambiando il numero dei parlamentari neanche le aree urbane dormirebbero sonni tranquilli, e meno che mai se si decidesse di disegnare collegi accorpando regioni.

Io avrei voluto che si tagliassero indennità, rimborsi, benefit, gratuità, agevolazioni e che stessero a Roma con il reddito di un insegnate, in carabiniere, un operaio, in impiegato, in artigiano, un negoziante, un pastore, un giovane medico.

Avrei voluto che nelle Camere ci fossero meno commessi, uscieri, collaboratori, ausiliari, segretari e che prima di tagliare rappresentanza democratica, si tagliassero tutto il resto. Certo che la politica, in Italia, si è impegnata in mille modi a farsi odiare dai cittadini, se questi sono disposti anche a tagliarsi diritti pur di tagliare politici. Che tristezza e che fallimento se passerà questo si. I politici non si cancellano, più semplicemente si scelgono bene

Di Lucia Chessa

1 commento:

  1. Da ciò che si è visto nel passato, i parlamentari sardi hanno sempre contato poco o niente. Seppure il referendum servisse a raddoppiarne il numero, non cambierebbe granché. Oggi più che mai il potere è accentrato sui Leaders politici.

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