Unione
Sarda
ROMA Sono in tutto 950, ma solo una
manciata riesce a essere determinante. Secondo l'ultimo rapporto sullo stato
della produttività parlamentare della XVII legislatura a cura di OpenPolis, la
stragrande maggioranza degli eletti ottiene un punteggio basso, raggiungibile anche
solo con le presenze. Appena il 5% riesce ad avere un'influenza sui lavori
dell'Aula.
IL REPORT Nell'analizzare l'attività
del parlamento italiano sono molte le considerazioni da fare. La prima è che la
produttività non è distribuita in maniera uniforme. Dei
950 parlamentari in carica, la stragrande maggioranza svolge un ruolo minimo
nella produzione legislativa delle due Camere. Solo pochi eletti risultano
produttivi.
Nelle fasce più alte si trovano i
parlamentari che hanno presentato disegni di legge poi approvati in via
definitiva, o i relatori di atti chiave. Oltre il 70% dei deputati e senatori
ha meno di 200 punti, soglia raggiungibile anche solo con le presenze. E circa
il 35% dei parlamentari ha totalizzato persino meno di 100 punti.
Circoscrivendo l'analisi ai singoli gruppi politici, solo il 27,27% dei gruppi
alla Camera (Lega, SI-Sel, M5S) e il 10% al Senato (Lega) hanno la maggior parte
dei membri sopra la media di produttività. All'opposto il 92,86% dei membri di
Grandi autonomie e libertà a Palazzo Madama, e l'86% di quelli di Forza Italia
a Montecitorio producono meno della media.
LAVORO IN AULA Essere presenti non
basta, anzi. Per esempio, dei 381 deputati che hanno una percentuale di
presenze sopra la media, il 61,68% produce meno della media. Discorso analogo
per i sempre presenti con percentuali oltre il 90%, di cui il 72,84% non arriva
al dato medio di produttività. Anzi, è evidente che se il contributo di circa
il 70% dei parlamentari è limitato al partecipare alle votazioni, un problema
c'è. È l'attuale deformazione cronica di Camera e Senato.
Articolo
apparso il 27.12.2016
Federico Marini
skype: federico1970ca
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