(AGI) - Cagliari, 7 dic. - In
Sardegna impongono un'accelerazione del piu' volte rinviato rimpasto in Giunta
regionale la valanga di No al referendum costituzionale, le dimissioni di due
assessori (Affari generali e Agricoltura) in due giorni e l'uscita della
maggioranza dei Rossomori, con consiglieri regionali
Emilio Usula e Paolo Zedda. Lunedi' prossimo alle 15 e' stato convocato un
incontro di maggioranza con il presidente Francesco Pigliaru. Si terra' in
Consiglio regionale alla presenza dei soli consiglieri regionali, niente
rappresentanti dei partiti.
E non ci si limitera' ad analizzare
quel 72% di sardi che hanno detto No a una riforma per la quale anche Pigliaru
e il presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau si erano schierati. La
maggioranza intende fare il punto sul programma di governo per rilanciare
l'azione e riguadagnare la fiducia dei sardi. Saranno ridiscussi gli assetti
dell'esecutivo e potranno saltare altri quattro o cinque assessori. E' gia'
ricominciato il toto-nomi, dopo la pausa imposta dalla campagna referendaria e
condizionata dalle fibrillazioni interne al Pd che ancora, da maggio, non ha un
segretario regionale dopo le dimissioni di Renato Soru e si e' affidato al
garante nazionale Gianni Dal Moro fino al prossimo congresso di gennaio.
Intanto, la componente renziana guarda gia' a eventuali elezioni politiche
anticipate. (AGI) Rob
Referendum: Sel, non e' voto su
Regione ma ne terremo conto
(AGI) - Cagliari, 7 dic. - "Si
e' votato sulla Costituzione democratica del nostro Paese, non sul Governo
regionale, sui singoli partiti della coalizione o sul suo Presidente Francesco
Pigliaru, al quale rinnoviamo la nostra fiducia e il nostro pieno sostegno,
anche in relazione alle esternazioni volgari e fuori luogo di queste ore da parte
di un centrodestra in crisi d'identita'
che rendono ancora meglio l'idea del livello di degrado raggiunto dallo
scontro politico".
I consiglieri regionali di Sel Luca
Pizzuto, Daniele Cocco, Francesco Agus ed Eugenio Lai che hanno fatto campagna
per il No, analizzano cosi' l'esito del voto di domenica, a cominciare dall'elevata
partecipazione considerata "un ottimo segnale". "Non
condividiamo il giudizio espresso da altre forze politiche della maggioranza:
per noi non esiste via diversa dalla responsabilita'", precisano i quattro
esponenti di Sel. Sul risultato del referendum costituzionale, in cui ha
prevalso nettamente il No, "in Sardegna ha pesato in maniera determinante
il tema dell'Autonomia e della sua difesa di fronte a ogni potenziale riduzione".
"I sardi, in maniera molto piu' decisa rispetto al resto del Paese, hanno
dimostrato di preferire un sistema decentrato ai rischi dell'accentramento, un
Parlamento piu' forte rispetto a uno con un peso maggiore dell'esecutivo, un
rafforzamento delle autonomie locali. Terremo conto di questi indirizzi nei
prossimi anni al governo della Regione".
"Dietro il risultato, tuttavia,
ci sono motivazioni che esulano dal testo della riforma e spinte populistiche
molto simili a quelle che hanno portato il Regno Unito fuori dalla Ue o gli
Stati Uniti da Obama a Trump. Su queste occorre vigilare e mettere in atto
politiche forti per il contrasto dei problemi sociali e della disoccupazione e
per l'aumento della qualitA dei servizi
pubblici", sostengono i quattro esponenti della maggioranza. "L'unico
modo per evitare che a parlare sia la pancia del Paese e' lavorare per
risolvere le situazioni a monte della disillusione e della delusione dei
cittadini. Le strumentalizzazioni sono da evitare. Sbaglia chi pensa di avere
dalla sua parte il 40% del Paese pronto a
votare alle elezioni politiche, sbaglia chi in Sardegna strumentalizza e
personalizza il risultato del referendum a proprio uso e consumo". Secondo
Pizzuto, Lai, Cocco e Agus, "il centrosinistra sardo
nel prossimo futuro deve ripartire".
"Su questi temi abbiamo avuto
ampia rassicurazione dal Presidente, dalla lotta alla poverta' e alle
disuguaglianze e dalle politiche del lavoro per i giovani e per i meno giovani
della nostra terra", aggiungono i quattro consiglieri. "Il voto di
domenica ci parla di un Paese e di una Regione dove i problemi sociali
rischiano di spianare la strada ai populismi xenofobi o
qualunquisti. A nostro dovere lavorare per la ricostruzione anche a livello
nazionale di un centrosinistra capace di avere al centro del proprio operato la
risoluzione dei problemi sociali". (AGI) Red/Rob
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Federico Marini
skype: federico1970ca
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