Sabato 05 Gennaio 2019 dalle ore
16:00 alle ore 19:30
Museo Civico “Giovanni Marongiu”,
Cabras
Visita guidata a cura del Direttore Prof.ssa Carla
Del Vais.
Biglietto speciale ridotto (3,50 euro)
Numero chiuso, gradita prenotazione
Biglietto speciale ridotto (3,50 euro)
Numero chiuso, gradita prenotazione
Alcune
informazioni sui “Giganti”
La necropoli di Mont’e Prama si trova alla base del colle
omonimo, a una distanza di circa 2 Km dallo stagno di Cabras, lungo la strada
che da San Salvatore conduce a Riola Sardo.
La scoperta del sito avvenne
casualmente nel marzo del 1974 ad opera di contadini che eseguivano lavori
agricoli. Seguirono diversi interventi di scavo e di recupero, tra il 1975 e il
1979, condotti dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici di Cagliari e
Oristano e dall’Università degli Studi di Cagliari. La prima campagna di scavo
fu condotta nel 1975 (scavo A. Bedini) e consentì di individuare una decina di
sepolture a cista litica quadrangolare e altre a pozzetto circolare, alcune
delle quali associate a materiali ceramici nuragici.
Con il secondo intervento, condotto tra il 1977 e il 1979
(scavo C. Tronchetti), vennero individuate altre trenta tombe allineate su un
unico filare da sud a nord, più altre tre poste ad est delle precedenti;
immediatamente a ridosso delle tombe fu riconosciuto un tratto di strada
cerimoniale con lo stesso orientamento.
Le sepolture, scavate nel terreno, sono del tipo a pozzetto
subcilindrico, con un diametro da 60 a 70 cm e una profondità dai 70 agli 80;
queste erano coperte da lastroni quadrangolari di arenaria gessosa di cm 100 x
100 x 14 di spessore. Gli individui sepolti, in posizione seduta o
inginocchiata, appartengono ad entrambi i sessi e sono tutti in età adulta. Le
tombe scavate con il secondo intervento erano del tutto prive di corredo, ad
eccezione di una che ha restituito uno scaraboide egittizzante di incerta
attribuzione.
Queste erano ricoperte da un accumulo di materiali scultorei
in cui erano compresi 5178 frammenti di statue maschili e di altri elementi
scultorei in calcare arenaceo. Tali materiali, recentemente restaurati nel
Centro di Conservazione e Restauro di Li Punti (Sassari), sono pertinenti a statue
maschili, modelli di nuraghe e betili.
Le 28 statue finora identificate, tutte frammentarie,
rappresentano 16 pugilatori, 5 arcieri e 5 guerrieri. I pugilatori indossano un
gonnellino e sono a torso nudo; proteggono la testa con uno scudo tenuto dalla
mano sinistra posta alla sommità del capo, mentre la mano destra, protetta da
un guanto, regge l’altro lato dello scudo.
Gli arcieri, che
indossano una corta tunica e una protezione sul petto, hanno un elmo a due
corna sulla testa da cui spuntano lunghe trecce; il braccio sinistro, protetto
da una guaina e da un guanto, tiene un arco. Il braccio destro ha avambraccio e
mano protesi in avanti. Le gambe sono protette da schinieri.
La presenza di frammenti non riconducibili alle iconografie
descritte ha suggerito la possibilità che vi siano altre figure di guerriero
tra cui quella connotata dalla presenza dello scudo. Quasi certamente il
modello di riferimento furono i bronzetti figurati, dei quali le statue in
pietra riprendono abbastanza fedelmente i personaggi e gli stilemi.
Fra i 16 modelli di nuraghe individuati, 3 esemplari sono
riferibili a monumenti complessi quadrilobati, 5 a polilobati, mentre 8
rappresentano torri singole.
I betili, scolpiti nell’arenaria, sono del tipo
cosiddetto “Oragiana”, cioè di forma troncoconica con incavi quadrangolari poco
sotto il colmo. Allo stato attuale degli studi sulla civiltà nuragica, si
ritiene che la necropoli di Mont’e Prama possa aver costituito lo spazio
funerario riservato ad un gruppo familiare dominante nella società nuragica
della Prima età del Ferro.
Le informazioni sopra
riportate sono del sito internet del Museo di Cabras http://www.museocabras.it